Megan Fox, dea dark hollywoodiana alla proiezione di Jennifer’s Body: un omaggio al suo mito

Megan Fox torna a Los Angeles per la proiezione di Jennifer’s Body e conquista tutti in un abito nude e rosso sangue, omaggio al suo personaggio cult

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

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Sono passati sedici anni da quando Jennifer’s Body è arrivato nelle sale, eppure l’eco di quella cheerleader indemoniata – e irresistibilmente affascinante – continua a vibrare nell’immaginario collettivo. E forse non poteva che essere lei, Megan Fox, a riportarci dentro quell’universo di desiderio, potere e femminilità ferita, presentandosi alla proiezione speciale del film al Museum of Motion Pictures di Los Angeles come una vera dea dark hollywoodiana.

Un ritorno in grande stile, sette mesi dopo la nascita della piccola Saga Blade, la figlia avuta dal compagno on-off Machine Gun Kelly, che ha segnato per l’attrice una nuova fase personale e artistica. Ma Megan non è mai stata il tipo da tornare “in punta di piedi”: la sua rinascita è scenografica, teatrale, intrisa di simbolismo. E il suo look, naturalmente, ne è la prova più evidente.

Megan Fox e l’abito “di sangue”

Per l’occasione, Megan Fox ha scelto un abito che sembrava cucito addosso alla leggenda di Jennifer’s Body: un bustier dress nude firmato Karine Gasparyan, tempestato di cristalli e perline rosso sangue che scendevano lungo il corpino come gocce di sangue cristallizzato. Un’idea di couture che mescola sensualità e macabro, femminilità e forza. Le stecche verticali scarlatte del corsetto tracciavano il profilo del suo corpo come vene pulsanti, evocando quella doppia natura – carnale e spirituale – che ha sempre reso Megan un’icona difficile da etichettare.

La gonna in tulle trasparente, con spacco vertiginoso e riflessi color carne, lasciava intravedere la pelle in un gioco di luci e ombre. Ai piedi, sandali trasparenti con cinturino minimal, quasi a voler annullare ogni distrazione dal corpo e dal vestito. Sul collo, un choker rosso intenso, dello stesso tessuto del bustier, completava l’effetto “bloody goddess”, un omaggio ironico e potente al film che l’ha consacrata e, insieme, stigmatizzata.

I lunghi capelli castano mogano erano lasciati sciolti, fluenti sulle spalle, mentre il trucco smoky eyes e le labbra rosso cupo amplificavano l’allure da vamp hollywoodiana. L’immagine era quella di una donna che ha attraversato il fuoco – mediatico, personale, estetico – e ne è uscita ancora più magnetica.

Su Instagram, Megan ha condiviso un video del suo look con una caption semplice ma eloquente: “Mommy had a thing last night”. Un modo leggero e autoironico per segnare il suo ritorno pubblico, senza la necessità di proclami: bastava l’immagine.

 

Il mito di Jennifer e il suo specchio: “Mi rivedo in lei”

Durante la serata, che prevedeva anche un Q&A con la regista Karyn Kusama e la sceneggiatrice Diablo Cody, Megan Fox ha parlato con sorprendente sincerità di quel film e di quanto significasse per lei. “Non credo che darei consigli alla me di allora” – ha raccontato – “ero così piena di rabbia, di dolore per come venivo trattata nell’industria e di quanto la fama mi avesse ferita”.

Un’ammissione che riporta alla luce le fragilità di una generazione di attrici cresciute sotto l’occhio spietato dei media. Jennifer’s Body, uscito nel 2009, fu inizialmente frainteso e sottovalutato, ma è oggi rivalutato come una delle opere più lucide sullo sguardo maschile e sull’oggettivazione femminile. E Megan, a distanza di anni, lo riconosce come un film “catartico”.

“Prima di diventare un mostro, Jennifer è solo una ragazza che viene sacrificata per il guadagno di altri. E mi rispecchiavo tanto in quella sensazione”, ha confessato. Parole che fanno eco a una carriera costellata di successi e cadute, di prime pagine e giudizi feroci. Megan era poco più che adolescente quando Hollywood le ha cucito addosso l’etichetta di sex symbol, salvo poi colpevolizzarla per averla incarnata troppo bene.

Non sorprende quindi che, oggi, la Fox adulta e madre di quattro figli – Noah, Bodhi, Journey e la neonata Saga Blade – si riappropri di quel personaggio con orgoglio, come a chiudere un cerchio. E lo faccia indossando il sangue come un gioiello.