Marianna Corona è una bellissima donna di 42 anni, appassionata di yoga e delle sue montagne, sulle quali è nata e vive tuttora. Marianna Corona è anche figlia di Mauro, celebre alpinista, scultore, scrittore, personaggio televisivo molto conosciuto. Marianna è improvvisamente diventata nota perché ha scritto di recente un libro, Fiorire tra le rocce. Che non parla del suo rapporto con l’ingombrante per quanto amatissimo papà, ma della sua malattia, il tumore al colon, scoperto a 38 anni, che l’ha inizialmente destabilizzata ma che ha poi imparato ad affrontare, combattere e vincere. Anche grazie agli insegnamenti del padre.
“Il tumore mi aveva creato un disagio interiore. Ne sono uscita pian piano, ritornando a riconsiderare il corpo che sentivo distante, quasi repellente – ha confidato Marianna in una lunga intervista al Corriere della Sera -. Noi montanari cresciamo con l’insegnamento che bisogna essere sempre duri e forti. Come la montagna. È un immaginario che tempra. Prima della malattia mi sentivo forte. Una forza che mi veniva da questo paradigma. Invece ero fragile. La malattia l’ho affrontata in punta di piedi, partendo dalla base senza guardare la cima. ‘Non guardarla mai che pian piano arrivi’ mi ha sempre detto mio padre. L’uomo che mi ha trasmesso la passione per l’aria aperta e lo sport”.
“Scrivere un libro era l’ultima cosa che avrei voluto fare- prosegue Marianna- . In famiglia c’è già uno che scrive. Ho accettato con molti dubbi. Ho pensato di mollare. Non fa per me. Non sapevo come si racconta la malattia. Poi la creatività è come fuoriuscita. Mi bastava… Che cosa ha detto mio padre? ‘Ti ho conosciuta di più in queste pagine che in tutta la vita’. Sapeva del libro, chiedeva ma io restavo sul vago. Però da allora abbiamo iniziato a comunicare davvero, perché ho imparato a dirgli come sto attraverso gli sms. E anche lui si racconta e mi dice come sta. A voce non riusciamo a gestire l’emotività. Io sono riservata, chiusa, lui invece ha una personalità imperante”.
Marianna ha scritto sul suo account Instagram, in occasione del 70esimo compleanno di Mauro, il 9 agosto 2020: “Come si sta ad avere un papà così? Me lo chiedono in tanti. Non ho una risposta univoca. I padri non ce li scegliamo. Ci lasciano tratti somatici e modi di fare. Si giudicano, da figli, e solo dopo passiamo ad aiutarli. Questo personaggio strano che voi vedete adesso sotto i riflettori porta tratti miei e dei miei fratelli. Compie 70 anni. Azzeccare un regalo per lui non è mai facile. Me la cavo sempre con i libri. Sperando di sorprenderlo con uno che non ha mai letto e vederlo sbilanciarsi di curiosità. Mi ha insegnato a credere che con le proprie forze si possa fare di tutto, che di una passione si può fare un lavoro. Ad accendere il fuoco nella stufa, anche se non ho imparato ancora bene. A capire cos’è la libertà senza bussola. A sapere dei confini che possono avere le dipendenze e i mostri da tenere a bada. A dimostrare tenacia anche quando non si hanno le forze. A nascondere la sensibilità. A farla diventare preziosa nel nascondiglio. A farla saltar fuori come le corna di una lumaca: solo a tratti per vedere. Ora che sto passando per il contrario, che non ho più difese, che ho lasciato fare a quella stessa sensibilità che ora straborda e che ha lo stesso vigore della forza con cui la celavo, abbiamo trovato spunto per parlarci, senza filtri se non quello della scrittura. Diamo il meglio con gli sms, messaggini vecchi come il suo telefono che si portano dietro i nostri ragionamenti, pretese e caratteracci. Tra una riga e l’altra ci scappano a volte dei “ti voglio bene”.
Quando ha terminato di scrivere il libro, Marianna ha scritto sulla propria pagina Instagram: “Finalmente è qui. La mia storia, i mesi di dubbi, le giornate passate senza fiato se non quello dei ricordi, le nottate a rileggere. A ripartire da dove avevo lasciato. Perché i ripensamenti sono stati tanti. I momenti dove ho ricominciato da capo anche. Quelli dove volevo gettare la spugna i più dolorosi. Ho continuato come un’acqua sui sassi. E ora non mi pare vero. In un mondo dove tutto sembra distruggersi non ci resta altro che creare!”.
Nella prefazione del libro suo padre Mauro ha scritto:
Riprendere a vivere dopo una malattia grave non è guarire, ma rinascere. Si esce dal ventre del dolore e della paura, nuovi, piccoli, indifesi, sconosciuti a noi stessi.
Mauro Corona