Il loro è un sodalizio – professionale ma ormai anche “sentimentale” – che va avanti da più di vent’anni: stiamo parlando di Luciana Littizzetto e Fabio Fazio, che insieme continuano a macinare successi grazie a Che tempo che fa. Il passaggio dalla Rai al Nove sembra non aver scalfito l’affetto del pubblico, che continua a seguirli con la stessa stima e lo stesso attaccamento di sempre. La comica ha raccontato del loro legame, dell’addio alla rete ammiraglia e di come è nato il suo umorismo, tracciando un ritratto inedito della sua persona.
Luciana Littizzetto e l’addio alla Rai: il forte legame con Fabio Fazio
Dopo la pausa natalizia, Luciana Littizzetto e Fabio Fazio torneranno in onda con Che tempo che fa. Il loro è un legame che dura ormai da tantissimi anni, come ha raccontato la comica al Corriere della Sera: “La nostra è una liason sentimentale nell’accezione classica“. Del resto lei e il conduttore sono una coppia televisiva consolidata da oltre vent’anni e come in ogni coppia navigata i difetti sono quelli che balzano più all’occhio.
“Fabio è molto puntiglioso, preciso. E poi è uno che ti spiega lui le cose, anche quando lei hai già capite. È più forte di lui. Ogni tanto mi dice che sono come sua moglie: lei è deliziosa e molto paziente. Significa che sono come lei perché lo sopporto“, ha rivelato lei. I due continuano a far bene anche al Nove, nonostante fosse un salto nel vuoto: a dirlo sono i dati, che continuano a regalare loro grandi soddisfazioni.
“Non era scontato quello che è successo: tra i due io ero quella più portata ad andar via, Fabio invece era più titubante, anche perché aveva sempre lavorato in Rai”. E ha aggiunto: “Non era affatto scontato che il pubblico ci seguisse. Per noi è stata una bella carezza in un momento di paura, perché stavamo per affrontare un cambiamento drastico”.
L’ironia, la sua grande arma
L’ironia per lei è stata sempre l’arma per andare avanti, scoperta quando andava in collegio dalle suore: “Era una forma di sopravvivenza”, ha ammesso, “le risate erano l’unico antidoto per sopportare certe chiusure. E poi ho insegnato per 9 anni: alla fine è come stare sul palco, devi farti ascoltare e tenere desta l’attenzione, suscitare l’interesse dei ragazzi”.
Far sorridere poi è diventato il suo mestieri ma ancora oggi “una certa ansia da prestazione c’è sempre”, ha rivelato. “Pensavo che invecchiando mi potessi sedere, anche un po’ sdraiare, ma in realtà non è così. Far ridere non è una cosa facile. E avere a che fare con una realtà così spinosa e complessa, così complicata da leggere, ti porta a lavorare tanto per trovare gli spunti giusti”. In merito al cosa dire e non dire l’attrice ha svelato di pensare molto ai suoi monologhi: “Quando una cosa mi fa incazzare tantissimo devo aspettare a trattarla, perché se no viene a galla la rabbia e la risata si perde”.
La comicità è proprio non far perdere il sorriso, “il modo di vedere le cose del quotidiano con leggerezza, che non significa superficialità. È rendere il reale un po’ più soleggiato”.