Giovanni Allevi parla del mieloma: “Ho provato angoscia, ansia, incubi, panico”

In un'intervista e nel nuovo libro, Giovanni Allevi racconta i dolori e i doni dopo la diagnosi di mieloma: "Oggi riesco a controllare il tremore"

Foto di Serena De Filippi

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Sono passati due anni da quando il Maestro Giovanni Allevi ha ricevuto la diagnosi di mieloma. Due anni crudi, difficili, che lo hanno portato lontano dalle scene, ma non dalla sua amata musica: è lui che, una volta scoperta la malattia, ha composto delle note sulla parola mieloma. Ricorda ancora oggi il giorno in cui ha ricevuto la diagnosi – “come se stessi vivendo dentro un sogno” – e, con il suo linguaggio più alto, prova a raccontare la sofferenza, ma anche quel briciolo di felicità che si nasconde dietro l’ora più buia.

Giovanni Allevi parla del mieloma

Lo abbiamo rivisto, con gioia e commozione, sul palco dell’Ariston a Sanremo 2024, dove non solo ha suonato per la prima volta in pubblico dalla diagnosi, ma ci ha regalato uno dei monologhi più diretti e autentici della storia dell’Ariston. Giovanni Allevi torna con un libro – I nove doni – Sulla via della felicità – dove racconta il suo viaggio. Intenso, crudo, vero. Nell’intervista al Corriere della Sera, Allevi ammette di aver contemplato l’idea della “fine”. “Ho pensato che avrei passato tutto il mio tempo futuro in compagnia di un dolore fisico. Quindi ho provato angoscia, ansia, incubi, panico“.

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Il libro di Giovanni Allevi

E, sebbene il dolore fisico sia ancora oggi presente, anche a causa del midollo osseo che erodeva le ossa dall’interno (e per cui porta un busto per la schiena), Allevi non si è arreso. Ha ripreso i suoi amati concerti, è tornato dalla sua amata musica, compagna di questo lungo cammino. “Non sapevo che dal mieloma non si guarisce mai, anche se in realtà si guarisce giorno per giorno”. Il domani per lui è un concetto nuovo, una sorta di “presente allargato” in cui ha imparato a vivere l’attimo, ad ascoltare ogni “minima goccia di vita”. Perché, nonostante il percorso e la malattia, quel briciolo di felicità, per il Maestro, si trova comunque, in un’alba, magari, o un tramonto.

Come sta oggi Giovanni Allevi

Il percorso di Giovanni Allevi è stato segnato da momenti difficili: affrontare la malattia ha significato fare i conti con un mal di schiena durato per mesi, in cui non riusciva nemmeno ad alzarsi dopo un concerto alla Konzerthaus di Vienna. Poi la terapia per contrastare il dolore lancinante, a base di oppiacei. O ancora la vertebra schiacciata che rischiava di “tranciare di netto il midollo spinale, l’ipotesi concreta di finire su una sedia a rotelle”. Sensazioni con cui Allevi ha dovuto fare i conti, nell’eventualità che potesse accadere il peggio. Come il timore di non poter suonare più, o almeno non dopo pochi anni dalla diagnosi.

A Locarno, quando le sue mani hanno iniziato a tremare, Allevi non ha nascosto il panico, di aver pensato ‘aiuto’. “Stavo per alzarmi e annunciare il mio definitivo ritiro dalle scene. Ma il pubblico mi ha dato forza: non gli interessava più la perfezione. Oggi riesco a controllare il tremore con un auto-inganno al cervello. Se mi tremano le dita penso che è bello, che sta andando in scena la mia fragilità, che sono autentico, sono io”. E ora, con il suo libro, spiega i doni che ha scoperto proprio attraverso la malattia, come liberarsi del giudizio degli altri, del condizionamento. Per lui, meditazione e contemplazione hanno avuto un effetto curativo, così come il suo gattino, con cui si liberava dei pensieri negativi. “Mi faceva bene tenere il mio gattino in grembo e respirare”.