Niko Cutugno a La Volta Buona: “Mi avevano detto che mio padre era un ingegnere”

Tra segreti d’infanzia e pagine di diario, Niko Cutugno svela il padre Toto in un libro che è catarsi, memoria e ricerca di un’identità

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 28 Maggio 2025 16:49

Durante una toccante intervista con Caterina Balivo nel programma La Volta BuonaNiko Cutugno, figlio del celebre cantautore Toto Cutugno, ha raccontato il delicato percorso di scoperta della sua vera identità e il rapporto con il padre, scomparso due anni fa.

Un dialogo sincero, che prende vita anche attraverso le pagine del suo nuovo libro “Fino all’ultimo respiro”, ispirato dai diari lasciati da Toto.

Niko Cutugno, l’infanzia tra silenzi e verità non dette

A sette anni, Niko era convinto che suo padre fosse un ingegnere. Tutto filava liscio, finché un giorno suo bisnonno, ottant’anni suonati e zero filtri, punta il dito su una copertina della Settimana Enigmistica e dice: “Questo è tuo padre. Toto Cutugno”. Ed ecco che cade il sipario. E così una carta da giornale manda in pezzi la narrativa domestica fatta di silenzi e versioni edulcorate. Da lì, il caos: la voce, i dischi, gli indizi che non sapevano più restare nascosti.

La musica come indizio: il momento di consapevolezza

Uno degli episodi più emblematici raccontati da Niko riguarda un viaggio in macchina, durante il quale alla radio passò una canzone di Toto Cutugno. La somiglianza con la voce del “papà ingegnere” fu talmente evidente che generò in lui un senso di smarrimento. Il padre, pur colto di sorpresa, non cambiò stazione, ma il silenzio che ne seguì rivelò molto più di mille parole.

Il legame padre-figlio e la costruzione di una nuova verità

Nonostante le lunghe assenze, Niko descrive la figura del padre come una “festa che si rinnovava e poi finiva”. I momenti condivisi con Toto Cutugno erano intensi, ma fugaci. “Per me era come aspettare Babbo Natale”, ha detto con una metafora tenera e malinconica. Una presenza importante, ma irregolare, vissuta tra grandi regali e inevitabili addii.

I diari di Toto Cutugno: un’eredità preziosa

Il vero punto di svolta arriva anni dopo, con la scoperta e la lettura dei diari lasciati da Toto Cutugno. Scritti tra il 2016 e il 2017, questi taccuini si sono rivelati un tesoro emotivo. In particolare, Niko è stato profondamente colpito da una pagina in cui il padre raccontava la perdita del proprio padre. Un passaggio generazionale di dolore e consapevolezza che ha toccato profondamente Niko e che lo ha spinto a scrivere il suo libro.

Fino all’ultimo respiro è il risultato di un anno di scrittura, un’opera catartica che ha aiutato Niko a elaborare la perdita e a mettere ordine tra i ricordi. Un progetto nato quasi per caso, ma cresciuto con il desiderio di onorare una figura così complessa e amata come quella di Toto Cutugno.

Niko confessa con emozione di essersi recato in libreria per vedere il suo libro esposto. “È il mio sogno”, ha detto. Anche se non ancora un best seller, il volume rappresenta molto di più: è una testimonianza d’amore, una riflessione sull’identità e una prova di resilienza.