Eleonora Daniele non è soltanto uno dei volti di casa per chi segue la programmazione del mattino di Rai 1. Alla sua professione fa da sfondo una vita privata costellata di dolore, ma anche di ricordi, soprattutto quelli legati al fratello Luigi di cui non perde occasione di parlare. Luigi era autistico e in forma grave, non parlava ma con gli occhi sapeva dire tutto.
E lei che con quel fratello maggiore è cresciuta, imparando sin da bambina cosa voglia dire per una famiglia affrontare tutto questo, ha fatto tesoro di quanto vissuto battendosi in prima persona per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e per dare una scossa alle istituzioni, ancora indietro rispetto al sostegno dovuto a questi pazienti e alle loro famiglie. Ne ha parlato a La Volta Buona, rivelando ai microfoni di Caterina Balivo quale vuoto abbia lasciato la morte di Luigi, ancora oggi senza una risposta.
Eleonora Daniele sulla morte del fratello Luigi
Quei grandi occhi chiari bucano lo schermo ogni volta che ricorda il fratello. Eleonora Daniele, ospite a La Volta Buona, si è aperta ancora una volta su un tema a lei carissimo: il sostegno alle persone nello spettro autistico e alle loro famiglie, troppo spesso lasciate in balia di un sistema che non le supporta a dovere.
La Daniele in più occasioni ha affrontato questo argomento ed è tornata a farlo nel nome di Luigi, il fratello maggiore scomparso nel 2015 a soli 44 anni. Luigi si trovava in un istituto del padovano e, purtroppo, sia lei che la famiglia non hanno mai saputo le reali ragioni della sua morte. “Ancora oggi non sanno cosa sia successo”, ha sottolineato Caterina Balivo trovando l’approvazione della Daniele: “In realtà no, questa è la verità. L’autopsia non ha dato risultati particolari, forse un arresto cardiaco. Non c’è stato un vero motivo. Mio fratello era giovane, aveva 44 anni”.
Una storia difficile dal finale triste, che la giornalista e conduttrice televisiva aveva già raccontato nel suo primo libro, Quando ti guardo negli occhi. Storia di Luigi, mio fratello. Un racconto che parte da un periodo storico, gli anni Settanta, in cui non si parlava ancora dei disturbi dello spettro autistico. Si sapeva pochissimo e tanti, troppi erano i pregiudizi sulla salute mentale. Emozioni, difficoltà, preoccupazione ma anche gioia per quei pochi e brevi istanti di quasi “normalità” che ogni tanto facevano capolino.
“Luigi è stato un dono immenso – ha scritto la Daniele -. Senza di lui, non sarei diventata la persona che sono. Mi ha spinto a lottare per chi mi sta accanto, a infervorarmi per le ingiustizie. Ogni volta che ho la tentazione di mollare, penso agli sforzi titanici di mio fratello nelle sue estenuanti risalite”.
Il messaggio di Alba Parietti
Se il primo libro si era concentrato sulla storia personale di Luigi e della sua famiglia, nel successivo – Ma siamo tutti matti? – Eleonora Daniele ha fatto un altro importante passo: “Oggi mi sono chiesta se ci siano altre persone e altri familiari che abbiano bisogno di sostegno, quello che noi al tempo non abbiamo avuto”. E in questo nuovo percorso ha coinvolto, appunto, altre persone che come lei hanno vissuto una situazione molto simile. A essere centrale è sempre il tema della salute mentale.
Tra queste figura Alba Parietti, che ha voluto condividere un videomessaggio per l’amica Eleonora: “Ho una specie di filo che ci unisce indissolubilmente, che è quello di aver conosciuto da vicino problematiche serie come queste, che ci hanno permesso però di conoscere persone altrettanto meravigliose, che ci hanno aperto degli universi. Il mondo della mente umana con le sue complicazioni a volte è un dono e non solo una disavventura. In modo diverso sappiamo e conosciamo questi problemi da vicino. La ammiro perché continua a portare avanti questa battaglia”.
“Alba è straordinaria è una di quelle persone che non hanno paura di raccontare – ha risposto la giornalista -. È giusto parlarne e abbattere totalmente questo muro della vergogna, bisogna andare oltre. I cambiamenti arrivano da noi prima di tutto”.