Fabio Fazio continua a macinare ascolti e ospiti di peso, tra riflessioni profonde e momenti di leggerezza che rendono il suo salotto un appuntamento fisso della domenica sera. La puntata del 2 marzo ha visto tra i protagonisti Olly, fresco vincitore di Sanremo, e Stefano De Martino, ormai volto fisso della tv che conta.
Tra il racconto della Balorda Nostalgia di Olly, l’autoironia studiata di De Martino e la guida impeccabile del padrone di casa, la serata ha regalato momenti interessanti e qualche perla di comicità involontaria. Ecco le pagelle.
Olly tra nostalgia e Sanremo. Voto: 8
Olly si presenta da Fabio Fazio dopo la vittoria al Festival di Sanremo, ma è chiaro fin da subito che non ha perso il contatto con la realtà. La sua Balorda Nostalgia lo ha portato alla vittoria, ma la scelta di quell’aggettivo continua a far discutere: “In Liguria non si usa molto”, spiega, mentre cerca di addomesticare la parola. Un po’ malavitoso, un po’ insensato, un concetto sfuggente che si sposa perfettamente con il suo modo di raccontare le emozioni.
Nonostante la giovane età, Olly si muove con una consapevolezza sorprendente, dichiarando che la nostalgia non è solo legata alle esperienze vissute, ma anche alle speranze e ai desideri. Eppure, quando Fazio lo provoca sul fatto che a 23 anni si può davvero essere nostalgici, lui ribatte con semplicità: “Mi nutro tanto di cose semplici, ma la vita a volte sembra meno semplice”.
Sanremo, dice, non gli ha stravolto la quotidianità. Continua ad allenarsi, a cenare con gli amici, a visitare la famiglia. La differenza è che addesso lo riconoscono per strada. E poi c’è la moda: racconta divertito della sua presenza alla Milano Fashion Week e di quel “complimentoni” detto ad Armani, nel panico più totale.
Nonostante l’aria da ragazzo della porta accanto, Olly è consapevole della sua scalata. Il suo tour è già quasi tutto sold out, e quando Fazio gli mostra le date esaurite lui sorride.
Poi il grande tema: l’Eurovision. Olly ha deciso di non partecipare, preferendo concentrarsi sul tour già fissato. “Ho fatto una scelta, la musica è mia e voglio seguire il mio percorso”, ha detto. Al suo posto ci andrà Lucio Corsi, con cui vorrebbe collaborare in futuro.
Intervista scorrevole, spontanea, sincera. L’unico appunto? Con un tour da star già avviato, un po’ più di entusiasmo per l’ascesa non avrebbe guastato. Per ora, un bell’8.
Stefano De Martino, l’incoscienza studiata. Voto: 9
Stefano De Martino arriva da Fabio Fazio e il pubblico va in visibilio. Si definisce in affitto, uno che la televisione la attraversa senza mai sentirsi padrone di casa. Ma se fosse davvero così, non avrebbe trasformato Affari Tuoi in un colosso da sette milioni di spettatori.
Il rapporto con i complimenti è complicato: “Mi imbarazzano, mentre con le critiche sono sempre d’accordo”. Una mentalità che attribuisce alla cultura napoletana, dove il riconoscimento arriva sempre in forma di battuta e mai di celebrazione diretta. E infatti, quando Fazio gli snocciola il successo del suo programma, lui schiva il colpo con eleganza: “Quei sette milioni erano lì, bisognava solo non farli scappare”.
La metafora dell’aereo è il punto più gustoso della chiacchierata: De Martino descrive il suo percorso come una progressione da piccolo velivolo a Boeing transoceanico. Ha iniziato con format leggeri (Stasera tutto è possibile), è passato al volo di linea con Affari Tuoi, ma il Festival di Sanremo – quel palco che tutti vogliono e temono – è ancora un oceano da sorvolare. Per ora, accumula ore di volo.
L’autoironia è la sua arma più affilata. “Ho basato la mia carriera sulle basse aspettative”, dichiara, lasciando Fazio a ridere. In teatro, accoglie il pubblico con un avvertimento: “Il fatto che abbiate comprato un biglietto è già un gesto di incoscienza e di generosità”.
C’è spazio anche per aneddoti di gioventù, come il suo tentativo di fare il parcheggiatore nei ristoranti. Troppo educato, troppo elegante, nessuno gli lasciava la mancia perché sembrava il figlio del proprietario. “Ho capito l’importanza delle divise”, scherza.
Infine, De Martino rivendica il suo modello televisivo: Renzo Arbore. La coralità, l’ironia, la musica: tre pilastri che vorrebbe riportare sul piccolo schermo. “Se mai dovessi fare televisione…”, dice con falsa modestia, come se non fosse già uno dei volti più richiesti.
Una chiacchierata che mescola riflessione e leggerezza, in pieno stile De Martino. Manca un guizzo davvero imprevedibile, ma il pilota sta accumulando esperienza. Voto: 9.
Fabio Fazio, l’arte della misura. Voto: 9
A Che Tempo Che Fa Fazio gioca in casa, e si vede. Ma non è mai il padrone che si impone: il suo stile è quello dell’equilibrista perfetto, che dosa ironia, complicità e distacco con la precisione di un artigiano della parola.
Con Olly lascia spazio all’entusiasmo giovanile, con Stefano De Martino si diverte a smontare e ricostruire le sue riflessioni sul successo. Non interrompe mai, ma guida. Sa quando spingere, quando lasciar cadere un silenzio e quando piazzare la battuta giusta.
L’apice arriva proprio con De Martino, quando lo provoca sulla sua carriera costruita su basse aspettative e sul futuro da conduttore di Boeing televisivi. Fazio regge il gioco, rilancia e si fa complice del racconto, riuscendo a mantenere il tono leggero ma senza perdere incisività.
Il format è ormai un meccanismo perfettamente oliato, ma proprio per questo manca il guizzo di imprevedibilità. La sua cifra è sempre il controllo assoluto della conversazione: l’inatteso resta una rarità.
Professionale, brillante, senza una sbavatura. Un fuoriclasse che sa sempre dove vuole andare. Voto: 9.