Dopo la richiesta della pm Eleonora Fini di una condanna a sette anni e sei mesi di carcere per Andrea Piazzolla, l’ex factotum della compianta Gina Lollobrigida è stato invitato da Mara Venier nello studio di Domenica In. La conduttrice ha spiegato d’aver tentato di ottenere un confronto anche con Milko Skofic, figlio dell’attrice, e di quello che professa d’essere il suo ex marito, Javier Rigau. I due accusatori di Piazzolla erano assenti, con quest’ultimo che ha ricevuto sostegno e domande accusatorie nel corso del programma di Rai 1. Ha provato a rispondere a tutto, ma soprattutto a far chiarezza sui 10 milioni di euro spariti nel nulla.
L’accusa ai danni di Andrea Piazzolla
Andrea Piazzolla ha conosciuto Gina Lollobrigida nel 2009 e da allora i due non si sono mai più separati. La loro collaborazione professionale si è tramutato in un rapporto quasi equiparabile a quello di nonna e nipote. Lei gli era legatissima e col tempo, dopo aver accolto lui, ha fatto spazio in casa sua anche alla famiglia che si era creato.
Ora l’uomo deve rispondere del reato di circonvenzione d’incapace. Per questo è imputato e rischia più di sette anni di detenzione. La pm Fini spiega, come riporta il Corriere della Sera: “Era un bravo factotum ma Gina Lollobrigida si era convinta che fosse insostituibile. Era diventato un rapporto di squilibrio, cui si è aggiunto il totale isolamento attorno alla donna. La corte parla di deficienza psichica in maniera esplicita. È quanto riscontrato in Lollobrigida”. Isolata dai suoi affetti, l’attrice avrebbe subito una compromissione decisionale. La pm ne è certa.
La verità sui 10 milioni di euro
Tante le voci in studio, essendo stati invitati Adriano Aragozzini, Alessandra Mussolini, Morena Zapparoli e Salvo Sottile. Si è parlato del rapporto tra Andrea e Gina, a partire dal loro primo incontro. Ciò che più conta, però, è la questione economica.
Cos’è accaduto al ricco patrimonio di Gina Lollobrigida? Sono state rinvenute numerose scatole di gioielli del tutto vacanti. Da quest’accusa Piazzolla si difende spiegato di non essere responsabile dello stato di cose che potevano essere in quelle condizioni anche da 30 anni in casa della Lollobrigida. Non ha di certo vissuto al fianco dell’attrice per tutta la sua vita, soltanto per poco più di 14 anni.
E invece cosa ne è stato dei 10 milioni volatilizzati? La famiglia della Lollobrigida si dice certa che dietro questa storia ci sia la mano di Andrea Piazzolla, incaricato della gestione del denaro dell’attrice. L’uomo alza però le mani e pone in evidenza lo stile di vita particolarmente costoso della defunta.
“La sola villa sull’Appia costa di IMU cifre esorbitanti. Tra manutenzione e altre spese, l’ammontare è di circa 200mila euro all’anno. Ecco così i primi due milioni in 10 anni. Ci sono state poi le feste di compleanno e quelle con gli amici in varie occasioni. Un altro milione di euro, quindi”.
A chi gli ha poi fatto notare che lui avrebbe dovuto prendersi cura di quei soldi, gestendoli nel miglior interesse della Lollobrigida, ha detto come nessuno avrebbe potuto imporle uno stile differente, evidenziando poi gli errori commessi durante la perizia del 2017, ritenuta da lui di parte, perché incentrata soltanto sui racconti di Milko e Rigau.
Auto, regali e l’attentato
La prima sentenza è attesa per inizio ottobre, con Andrea Piazzolla che prova in quest’occasione a fare chiarezza almeno sul fronte dell’opinione pubblica. Il processo sarà ancora lungo e l’ultima parola in aula di tribunale arriverà tra molti anni, prevedibilmente.
Se è vero che i 10 milioni di euro spariti dipendono dallo stile di vita “eccessivo” di Gina Lollobrigida, al quale non ha mai voluto rinunciare, come giustifica il factotum l’auto che acquistò, di cui tanto si è parlato e altri regali ricevuti.
“Tutto ciò che ho ricevuto, si parla di due auto e il mutuo dei miei genitori, non è neanche parte del processo. C’è una sentenza che mi ha già assolto con formula piena, ricostruendo il rapporto tra me e Gina. Ho ricevuto in regalo una Ferrari, che non potevo mantenere, così l’ho venduta. Soldi che ho dato alla mia famiglia e non ci vedo nulla di male”.
Gli argomenti da trattare sono davvero tanti, ma Salvo Sottile prova a far chiarezza su un tema molto particolare, del quale non molti hanno letto. Si parla di un attentato alla vita di Andrea Piazzolla. Gina Lollobrigida ne aveva fatto riferimento dinanzi a un perito, spiegando come per poco non riuscirono ad ammazzarlo. Il giornalista si chiede, dunque, perché mai non abbiano denunciato il fatto.
In questo caso il tono cambia, leggermente, e per la prima volta Piazzolla apre uno spiraglio a uno stato mentale della Lollobrigida non del tutto lucido. Dal suo punto di vita lei era pienamente in grado di intendere e di volere, quindi ciò che dice è che in quella circostanza si era confusa.
Per alcuni è ovviamente una descrizione comoda, questa, dal momento che va a minimizzare una versione dei fatti che, se le cose non fossero andate a quel mondo, risulterebbe particolarmente fantasiosa. Un elemento cardine per evidenziare lo stato psicologico della donna.
Cos’è dunque successo, stando al factotum? “Ci sta che una persona possa confondersi. La signora ha subito una rapina in villa, dove hanno sparato. Ha poi spiegato di non ricordare se al tempo ci fosse Andrea, ma con questo nome avrebbe potuto far riferimento al figlio (Andrea Milko Skofic, ndr)”.
Del tutto negato, dunque, questo presunto attentato, ammettendo però d’aver ricevuto tre colpi a salve in villa. Salvo Sottile però ha rincarato la dose, volendo andare fino in fondo per capire la veridicità delle versioni della Lollobrigida, ma soprattutto quanto possa essere stata condizionata dai racconti dell’uomo: “O era in grado di intendere e di volere o non lo era“.