Qual è l’età più fertile, per lui e per lei: cosa dice la scienza

Evitiamo la gravidanza quando il nostro corpo sarebbe più predisposto e la cerchiamo quando invece saremmo più vicine alla menopausa. Ecco come cambia la fertilità con l’età, per lei e per lui

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Passiamo anni a cercare di contrastarla e ne viviamo altrettanti, da più adulte, a chiederci che fine abbia fatto. La relazione con la fertilità è complicata perché evitiamo gravidanze indesiderate proprio quando il nostro corpo è più pronto ad accoglierle; e poi ci stupiamo di non rimanere incinte quando siamo fisiologicamente più vicine alla menopausa. Ma come cambia la fertilità nel corso della vita per la donna e per l’uomo?

Fertilità, la definizione

Sul sito del Ministero della Salute si legge: “In demografia col termine fertilità si intende la capacità biofisiologica posseduta da un individuo o da una coppia di produrre figli, indipendentemente dal fatto che tale capacità venga effettivamente esercitata: è l’attitudine a concepire. La sterilità rappresenta il suo contrario. La fertilità, sia maschile che femminile, risente dei normali processi di invecchiamento dell’organismo, mutando con l’avanzare dell’età”. Un corpo fertile è quindi un corpo potenzialmente in grado di riprodursi, anche se si utilizzano tutte le precauzioni perché questo non avvenga. Solitamente si è più fertili in giovane età, e sempre meno con l’avanzare del tempo; mentre ci sono situazioni e condizioni per cui il corpo – anche se giovane – fa fatica a riprodursi.

La fertilità nella donna

“Nella donna – è spiegato sempre sul sito del Ministero l’età gioca un ruolo molto importante sulla capacità riproduttiva. Per una scelta consapevole è importante che le giovani donne siano informate sul fatto che la “finestra fertile” femminile è limitata e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell’età”.

La donna nasce con un numero prestabilito di follicoli (le strutture che contengono gli ovociti, cioè le cellule riproduttive femminili) che si esauriscono con il tempo e che non possono rigenerarsi. Si tratta di una questione quasi matematica, per cui l’apice della fertilità si tocca tra i 20 e i 30 anni. Un primo graduale calo si ha intorno ai 32 anni; un secondo più rapido intorno ai 37. Verso i 40 anni si entra nella fase di subfertilità o infertilità, che porta alla menopausa, intorno ai 50 anni, quando la fertilità della donna si azzera completamente. Sono età approssimative, poiché alcune donne entrano in menopausa precocemente, mentre altre risultano molto fertili anche entrando nei famosi “anta”. In generale però le gravidanze in età avanzata sono più rischiose: “Con l’aumentare dell’età, nella donna si verifica non solo una progressiva riduzione del patrimonio follicolare ma anche un aumento percentuale di ovociti con alterazioni cromosomiche, che mensilmente vengono messi a disposizione dell’ovaio stesso. Inoltre, si riduce la capacità dell’endometrio di interagire con l’embrione, e si verifica un incremento dell’incidenza di endometriosi e di fibromi”.

I numeri per ogni età

Proviamo a capire meglio, numeri alla mano, come cambia la riserva ovarica nella donna.

  • Ogni donna nasce con 1-2 milioni di follicoli (che a differenza degli spermatozoi maschili vengono prodotti già prima della nascita) e questi sono quelli a disposizione poiché non se ne producono altri;
  • prima mestruazione/ pubertà: ne rimangono 500.000. Solo 500 di questi escono dall’ovaio e gli altri si distruggono (fisiologicamente, durante ogni ciclo dai follicoli si sviluppa un ovulo maturo che viene rilasciato dall’ovaio nelle tube di Falloppio per essere fecondato; mentre altre decine muoiono mensilmente);
  • a 20 anni la riserva ovarica è di circa 200.000 ovociti;
  • a 30 anni gli ovociti sono circa 100.000;
  • a 40 anni c’è un crollo fino ai 2.000 ovociti disponibili;
  • intorno ai 50 anni si entra in menopausa e la riserva è terminata.

La fertilità per lui

Il discorso è un po’ diverso per gli uomini, che non nascono con una riserva già a disposizione. Si chiama spermatogenesi il processo di creazione degli spermatozoi, che si avvia a partire dalla pubertà, quando crescono i livelli degli ormoni FSH (ormone follicolo-stimolante) ed LH (ormone luteinizzante) prodotti dall’ipotalamo. Il ciclo di produzione si completa in circa 64 giorni e la produzione è costante, stimabile in circa 100-200 milioni di spermatozoi al giorno. “Nell’uomo – si legge sul sito del Ministero- il processo di produzione degli spermatozoi non si interrompe con l’invecchiamento, ma diminuisce gradualmente e peggiora di qualità, in relazione ad un graduale declino dei livelli di ormoni e al comparire o peggiorare di diverse patologie andrologiche”.

Infertilità, le cause

Sono in aumento le percentuali di infertilità (15% delle coppie in Italia) e le cause sono molteplici, fisiologiche o legate allo stile di vita e alle abitudini. Pare assurdo nel 2023, ma la principale causa di infertilità, sia maschile che femminile, è rappresentata dalle infezioni sessualmente trasmesse, che portano a patologie acute e croniche della sfera riproduttiva. “Tra le donne sono aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie. Tra gli uomini sono aumentate, invece, le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche”. Oltre a questo c’è quello che respiriamo, che mangiamo, lo stress, il fumo e l’alcol e lo stile di vita più in generale.

Cosa aiuta a preservare la fertilità

Ci sono alcuni comportamenti virtuosi che aiutano a preservare e proteggere la fertilità di lui e lei.

  • proteggersi dalle infezioni e malattie a trasmissione sessuale, grazie all’utilizzo di contraccettivi di barriera che evitano il contatto e lo scambio di batteri e virus;
  • non fumare e non bere, perché è ormai risaputo che incide negativamente sulla salute riproduttiva, anche in giovane età;
  • mangiare bene e seguire una dieta completa ma sana per il benessere generale dell’organismo;
  • praticare sport e attività all’aria aperta, per stimolare la produzione di Vitamina D e mantenere il corpo in forma. Attenzione a non praticarne troppo però: lo sport a livello agonistico, specialmente per le donne, può essere troppo violento e stancante da sostenere, per cui il cervello manda segnali di allarme e sospende il funzionamento dell’apparato riproduttivo (si verifica quindi l’amenorrea, o assenza di ciclo mestruale);
  • no stress. Evitare situazioni stressanti, lavoro eccessivo, compagnie non piacevoli. Gli ormoni prodotti quando si è stressati e stanchi sono di chiusura e rigidità, condizione contraria a quella del concepimento.

Intervenire

Spesso l’infertilità è un problema che mette in grandissima difficoltà le coppie ed è una delle principali cause di separazione. Si passa l’adolescenza a cercare di evitare una gravidanza e quando ci si sente pronte questa non arriva. Si litiga con il corpo; rabbia e rancore crescono. A volte è sufficiente cambiare qualche abitudine o intervenire a livello psicologico con una terapia individuale o di coppia; ma altre volte la causa è fisiologica e allora bisogna decidere se intervenire, quando è possibile. “I numerosi progressi in ambito medico, grazie anche alle tecniche di procreazione medicalmente assistita oggi disponibili, possono facilitare e risolvere alcuni fattori meccanici e non di sterilità ma non possono modificare la diminuzione della quantità e qualità degli ovociti  correlato biologicamente all’età femminile”.