Visita ortopedica: a cosa serve e come si svolge

La visita ortopedica è un controllo medico specializzato che valuta e tratta le patologie dell'apparato muscolo-scheletrico, come ossa, articolazioni, muscoli e tendini

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 21 Maggio 2024 10:29

Di fronte a dolori, lesioni, condizioni acute o croniche che coinvolgono ossa, muscoli, tendini, articolazioni, il medico di medicina generale potrebbe consigliare di sottoporsi a una visita ortopedica. Effettuata dallo specialista ortopedico, è una visita in cui si analizza la situazione e si stabiliscono i trattamenti più indicati. Vediamo più nel dettaglio di che cosa si tratta, a che cosa serve e come si esegue.

A cosa serve la visita ortopedica

L’ortopedico è lo specialista che si occupa della diagnosi e del trattamento non chirurgico di qualsiasi lesione, deformità e/o malattia che interessi il sistema muscoloscheletrico.

Più nel dettaglio, sono di pertinenza di questo specialista i problemi a carico di ossa, articolazioni, muscoli, tendini, cartilagini, legamenti, nervi e altri tessuti connettivi, che insieme forniscono forma, supporto, stabilità e movimento a tutto il corpo. Ecco alcune delle patologie che possono essere indagate durante una visita ortopedica:

  • dolore alla schiena e/o al collo;
  • dolori a un’articolazione, per esempio di ginocchio o spalla;
  • sciatica;
  • scoliosi;
  • osteoporosi;
  • distorsioni e stiramenti;
  • fratture e lussazioni;
  • problemi cartilaginei e legamentosi;
  • borsite e tendiniti;
  • artrite e artrosi;
  • difetti congeniti e anomalie;
  • infortuni sportivi;
  • tumori ossei e dei tessuti molli.

Quali domande può fare un ortopedico

Durante la visita ortopedica, lo specialista potrebbe rivolgere al paziente alcune domande per inquadrare meglio la situazione e iniziare a fare delle ipotesi sulla sua problematica. Per esempio, potrebbe chiedere cose come:
“Dove è localizzato il dolore? Quando è iniziato? Cosa l’ha causato (se noto)?”;

  • “Sente male a più di un’articolazione?”;
  • “Provi a classificare il dolore su una scala da 1 a 5”;
  • “Il dolore è peggiorato di recente? Se è così, è più grave, si verifica più spesso o entrambi?”;
  • “Il dolore peggiora o si verifica più spesso quando svolge attività con pesi (per esempio, camminare), a riposo o di notte?”;
  • “Sta assumendo farmaci per il dolore? Provi a fare un elenco dei farmaci con e senza prescrizione medica”;
  • “Quanto lontano riesce a camminare senza supporto? Con supporto?”;
  • “È in grado di salire le scale comodamente senza aiuto?”;
  • “Avverte il bisogno di andare molto lentamente e con attenzione?” ;
  • “Quanto è fisicamente attivo?”;
  • “Quali test ha fatto in precedenza per valutare il dolore articolare?”.

In che cosa consiste una visita ortopedica

Sebbene ogni visita ortopedica sia diversa e dipenda dalla singola situazione, oltre che dall’esperienza del medico, ci sono molti test ed esami che in genere vengono effettuati per valutare le condizioni di un paziente. Di solito, si parte dell’anamnesi, che è il colloquio fra medico e paziente per conoscere in maniera approfondita la sua storia medica e valutare la sua salute generale e le possibili cause del suo problema. Il colloquio serve anche a determinare in che misura le manifestazioni avvertite interferiscono con la capacità del soggetto di svolgere le attività quotidiane.

Il medico vorrà sapere i tipi di dolore e/o fastidi avvertiti, le eventuali limitazioni di funzionalità e mobilità, le difficoltà sperimentate. Inoltre, avrà bisogno di sapere se il paziente ha avuto lesioni precedenti o ha condizioni esistenti che potrebbero in qualche modo aver influito sulla sintomatologia attuale e se soffre di condizioni come l’artrite, l’osteoporosi, l’anemia, il diabete, l’obesità e l’ipertensione, perché questi problemi possono influenzare l’eventuale trattamento.

Il medico procede poi con l’esame fisico, che include l’osservazione della postura in piedi, da seduti e da sdraiati; l’analisi dell’andatura; la valutazione della capacità generale di muoversi in determinate posizioni come sedersi, stare in piedi, salire le scale, piegarsi in avanti e indietro e così via. L’esame fisico consente allo specialista di farsi un’idea della situazione e di valutare aspetti e parametri come forza, gamma di movimento, rigonfiamenti, riflessi.

Quali esami richiede l’ortopedico

Dopo l’esame obiettivo, nella maggior parte dei casi il passo successivo per porre la diagnosi consiste nella valutazione ai raggi X. La radiografia aiuta a mostrare se e quanto danno articolare o deformità sono presenti e può rivelare problematiche come restringimento dello spazio articolare, cisti nell’osso, speroni sul bordo dell’osso, aree di ispessimento osseo chiamate sclerosi, deformità o allineamento errato.

Occasionalmente, possono essere necessari ulteriori test ortopedici per confermare la diagnosi. Per esempio, gli esami del sangue, delle urine e/o del fluido articolare possono essere utili per identificare tipi specifici di artrite e per escludere alcune malattie, mentre la risonanza magnetica per immagini (RMI) e una scintigrafia ossea potrebbero aiutare a valutare la condizione dell’osso e dei tessuti molli dell’articolazione interessata.

Cosa fare prima della visita ortopedica

Per aiutare il chirurgo ortopedico a porre una diagnosi precisa e a capire meglio la situazione, può essere utile appuntarsi le risposte alle seguenti domande prima dell’appuntamento: “Dove e quando ho dolore?”;  “Da quanto tempo ho questo dolore?”; “Ho qualche arrossamento o gonfiore intorno alle articolazioni?”;  “Quali sono le attività quotidiane che ora ho difficoltà a svolgere?”; “Ho mai qualcosa di scorretto alle mia ossa o ho mai messo sotto sforzo un’articolazione?”; “Qualcuno nella mia famiglia ha problemi simili, come speroni sul bordo dell’osso?”.

Prima della visita ortopedica, può essere utile anche tenere un diario del dolore in cui registrare le attività e le posizioni che causano fastidi in qualsiasi parte del corpo. Assicurarsi di portare il diario con sé alla consultazione e di condividerlo con il chirurgo.

Cosa chiedere a un ortopedico durante la visita

Durante la vista, lo specialista farà tutto ciò che ritiene necessario per porre una diagnosi e stabilire una cura adeguata. È importante che il paziente si fidi del medico al quale ha deciso di rivolgersi e delle sue decisioni. Questo non significa, però, che debba ascoltare tutto ciò che dice in maniera passiva, al contrario è importante che partecipi attivamente, gli esponga tutti i suoi dubbi e gli ponga alcune domande mirate, per comprendere meglio la sua malattia. Per esempio, potrebbe fargli i seguenti quesiti.

“La mia storia medica ha influito in qualche modo sulla mia condizione?”  
Come detto, la storia medica del paziente, le condizioni di salute passate e attuali, eventuali lesioni, trattamenti e interventi chirurgici sono informazioni utili da condividere con il proprio medico ortopedico. Lo specialista sarà in grado di spiegare se questi eventi possono aver contribuito alla vulnerabilità al problema in questione.

“Come posso evitare che ciò accada di nuovo?”  
Se la visita ortopedica rivela che i sintomi dipendono da un trauma, il medico ortopedico può raccomandare alcune misure preventive per ridurre il rischio di avere una nuova lesione. Se emerge che all’origine di tutto c’è malattia o un disturbo, il medico può spiegare al paziente le strategie per migliorare la situazione.

“Cosa devo aspettarmi dal trattamento?”
L’ortopedico non deve limitarsi solo a spiegare quali sono i trattamenti consigliati, ma anche chiarire se essi sono definitivi o semplicemente mitigano i sintomi, entro quanto inizieranno ad agire, che cosa succederà nel breve e lungo termine.

“Qual è la sua esperienza in merito alla cura raccomandata?”
Il medico ortopedico sarà in grado di spiegare alla persona quali sono state le esperienze degli altri pazienti con il trattamento consigliato e perché dovrebbe funzionare anche con lei.

“Quali sono le altre alternative di trattamento?” L’ortopedico dovrebbe parlare anche delle possibili terapie alternative, mettendo il paziente nella condizione di scegliere quale preferisce.