Verruche plantari: cosa sono, cause e cura

Le verruche plantari sono escrescenze cutanee benigne causate dall'infezione del papilloma virus umano (HPV), che si formano sulle piante dei piedi e possono essere dolorose a causa della pressione durante la camminata

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 23 Maggio 2024 09:02

Quando si parla di verruche si intendono delle piccole escrescenze della pelle, generalmente caratterizzate da ispessimento cutaneo, che assumono un colore giallo-grigiastro. La sede di sviluppo può essere un punto qualsiasi della pianta del piede oppure solamente le dita. La causa di queste protuberanze è l’HPV, il virus del papilloma che riesce a penetrare la pelle attraverso microlesioni.

Una volta all’interno dell’epidermide, l’HPV infetta le cellule della pelle, inducendole a proliferare in modo anomalo. Questo processo porta alla formazione di escrescenze dure e callose che, a differenza delle verruche comuni, crescono verso l’interno a causa della pressione esercitata dal peso corporeo durante la deambulazione.

Le verruche plantari possono risultare dolorose e causare difficoltà nel camminare, spesso presentando piccoli punti neri al centro, che sono capillari sanguigni coagulati. La trasmissione del virus avviene prevalentemente tramite contatto diretto con superfici contaminate, rendendo l’igiene e la protezione dei piedi fondamentali per prevenire l’infezione.

Cosa sono le verruche plantari

Seppure non siano particolarmente nocive, le verruche plantari sono molto fastidiose, sia che originino sulle dita che sulla pianta del piede: la buona notizia è che, fortunatamente, sono facilmente curabili. Ad aver contratto l’infezione sono tantissime persone – praticamente a tutti è capitato almeno una volta di avere una verruca – ma sono pochissime le persone a sapere che queste escrescenze sono delle vere e proprie forme tumorali di carattere benigno. Dunque, anche se non si rischia la vita, è consigliabile trattarle nel modo migliore e soprattutto intervenire in maniera tempestiva per limitare il diffondersi del virus e ridurre al minimo il rischio di forme recidive.

È curioso sapere che il fenomeno delle verruche è diffuso quasi esclusivamente nei paesi più ricchi, mentre nelle popolazioni che vivono in paesi meno ricchi o poco industrializzati è praticamente assente. Questo perché in tali Paesi vi è l’abitudine di camminare e correre senza scarpe, che permette di inspessire decisamente la cute plantare e mantenere il piede sempre asciutto. Il piede, quindi si protegge da solo dalle infezioni, o meglio, ha una barriera decisamente più solida per proteggersi. Inoltre, l’attrito che si crea con il suolo impedisce al Papilloma virus di attecchire.

Oggi, conosciamo tre tipologie di verruche plantari, che vengono caratterizzate in base alla sede di sviluppo e alle caratteristiche della lesione:

  1. Verruche plantari semplici. Questa è la tipologia più diffusa e dipende dal papilloma di tipo 1. In genere si presentano come parti tondeggianti di pelle ispessita e ruvida, a volte squamose, dalla colorazione che va dal giallognolo-grigiastro al marroncino. Il più delle volte questo virus da origine a una sola lesione, anche se può succedere di trovare più verruche ravvicinate. La sede di sviluppo è in genere il tallone e la pianta del piede, ma può capitare di trovarne anche tra le dita. La dimensione è piuttosto ridotta, si va da 1 a 5 mm. Non sono gravi, ma sono molto fastidiose e causano dolore quando si cammina.
  2. Verruche plantari a mosaico. Sono provocate dal papilloma di tipo 2, sono molto meno comuni e frequenti delle prime. Vengono chiamate così proprio per come appaiono: sono caratterizzate infatti da piccole crosticine, che ricordano i tasselli di un mosaico. Questo tipo di verruca è molto contagiosa ed è facile che si ripresentino recidive, anche dopo l’intervento chirurgico.
  3. Verruche plantari periungueali. Come dice il termine stesso, questo tipo di verruca si sviluppa in prossimità delle unghie, o addirittura tra il letto ungueale e l’unghia, dando vita alle verruche subungueali. Anche queste vengono causate dal papilloma di tipo 2 e sono particolarmente contagiose.

Le cause delle verruche plantari

Come già detto, la causa delle verruche sono alcuni ceppi del papilloma virus umano. È possibile contrarle sia con un contatto diretto, cioè venendo in contatto con verruche altrui, sia con un contatto indiretto, ossia quello che si ha poggiando il piede nudo su una superficie infetta.  Il papilloma virus riesce a penetrare nell’organismo attraverso delle microabrasioni o minuscoli taglietti, scavalcando le difese della pelle.

Comunque, sono diversi i fattori di rischio che aumentano a dismisura la possibilità di insediamento di verruche e sono:

  • Lesioni visibili della pelle che facilitano l’ingresso del virus.
  • Indebolimento generale del sistema immunitario della persona, rende il soggetto più suscettibili alle infezioni.
  • Condivisione dell’uso delle ciabatte.
  • Condivisione di oggetti e utensili utilizzati per la cura delle unghie.
  • L’utilizzo di scarpe non traspiranti, poiché la pelle macera e umida è più predisposta all’infezione.
  • Camminare scalzi in luoghi che presentano un alto rischio di infezione, come le piscine, spogliatoi delle palestre, docce comuni.

Quali sono i sintomi delle verruche plantari

Come abbiamo visto, più che di sintomi si può parlare di segni: le verruche appaiono come escrescenze tondeggianti e ruvide sulla pelle, con caratteristiche differenti a seconda della tipologia. Il virus che le causa è piuttosto subdolo, infatti può avere dei tempi di incubazione lunghissimi, anche mesi o anni, nell’attesa che l’organismo si trovi nella condizione ideale per essere infettato.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi si possono vedere comparire delle verruche dopo giorni o poche settimane dal contatto. Nei casi più gravi, le verruche si moltiplicano o si ingrandiscono a dismisura, fino a creare ammassi voluminosi con ricadute sull’andatura (che diventa difficoltosa e dolorosa) e sulla postura (perché cercando di evitare il dolore si assumeranno posizioni errate).

Diagnosi

Sarà sufficiente una visita dermatologica per diagnosticare con certezza una verruca: attraverso l’osservazione dell’escrescenza il medico saprà riconoscerla. Infatti, si presenta come un piccolo cavolfiore, con tante petecchie puntiformi al suo interno. Sulla superficie si possono osservare delle strie che assomigliano a impronte digitali, non lasciando dubbi al medico sulla diagnosi.

Può succedere, però, che ci sia il dubbio che la verruca possa essere segno di qualcosa di più grave, il dermatologo allora deciderà di prelevare un piccolo campione tramite raschiamento e fare un controllo citologico per escludere altre patologie. Altre volte, invece, le verruche sono talmente piccole da essere confuse con calli e duroni: la distinzione si può fare in base alla presenza o meno di dolore.

Prevenzione

Il successo nella cura delle verruche è decisamente alto, purtroppo, però, sono estremamente difficili da eliminare completamente: il rischio di recidiva è altissimo. Un buon modo per evitare il fenomeno è l’intervento precoce, che impedisce la diffusione in altre aree corporee.

Comunque, possiamo tenere dei comportamenti che ci aiutano nella prevenzione, come curare la giusta igiene della pelle, idratare i piedi ed evitare le ferite per avere una “barriera” più efficace contro l’attacco virale; evitare di camminare scalzi in luoghi frequentati da altri; utilizzare sempre scarpe traspiranti e calzini che possano assorbire il sudore; evitare la condivisione di quegli oggetti che possono diventare veicolo di infezioni, come asciugamani e forbicine per unghie.

Come curare le verruche plantari

Nel momento in cui dovessimo renderci conto di aver contratto una verruca plantare, abbiamo differenti soluzioni che verranno consigliate dal dermatologo per la risoluzione del problema, a seconda del tipo di verruca, a dove si posiziona, alla profondità, all’estensione dell’area colpita e del numero di escrescenze.  È sconsigliato aspettare, nonostante alcune volte le verruche scompaiano come sono apparse. Il consiglio è quello di rivolgersi al più presto a un dermatologo, che sicuramente ci farà scegliere tra diverse soluzioni:

  • Applicazioni cutanee. Si può decidere di applicare localmente una soluzione a base di acido salicilico concentrato in collodio elastico o prodotti a base di cantaridina. Spesso queste due sostanze vengono utilizzate insieme per una migliore riuscita. Dopo l’applicazione la verruca deve essere coperta con una benda. Dopo una settimana di trattamento dovrebbe formarsi una “bolla” piuttosto dolorosa, che però porterà all’eliminazione della verruca.
  • Estirpazione per mezzo di una curette (una sorta di cucchiaino tagliente) che si esegue in anestesia totale. Spesso, prima di essere tolta la verruca viene elettro-essiccata.
  • Trattamento con terapia fotodinamica. È abbastanza doloroso e costoso come intervento, in genere viene consigliato solo in caso di verruche molto grandi e difficili da trattare con altre metodiche.
  • Cauterizzazione: attraverso sostanze caustiche viene distrutta la verruca plantare mediante bruciatura.

Ovviamente, la scelta andrà fatta tenendo conto di vari fattori per avere il risultato migliore possibile. In particolare, si considera la zona in cui si sono originate le verruche, la loro profondità, nonché il numero in cui compaiono e l’estensione della zona coinvolta.

Nonostante oggi siano in molti a fare il vaccino per il papilloma virus, questo non risulta efficace sulle verruche. Perché? Come abbiamo visto, solo alcuni ceppi sono responsabili delle escrescenze sulla pelle e – fortunatamente – non sono gli stessi del Papilloma virus che causa le lesioni nella cervice uterina e i condilomi genitali.

Fonti bibliografiche: