Pronti con i fazzoletti? La stagione è quella giusta per essere sempre preparati allo starnuto improvviso, al naso che cola, alle narici che sembrano chiudersi per poi liberarsi con una sonora emissione quasi liquida, trasparente.
Siamo nel periodo in cui il raffreddore è più comune, anche per le tante sindromi parainfluenzali che circolano. Ma se difendersi in chiave preventiva è difficile, visto che i ceppi virali si trasmettono con estrema facilità, facciamo i conti con tisane, suffumigi e quanto altro può aiutarci. E non andiamo in giro se i semplici starnuti e il naso che cola si accompagnano ad altri sintomi e segni, primo tra tutti la febbre. L’influenza, e non solo, è in agguato.
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Freddo uguale raffreddore? Non sempre
Se pensate che clima rigido significhi immediatamente raffreddore siete fuori strada. O almeno, state comprendendo solo una parte del problema. almeno sotto l’aspetto del mondo “invisibile”. I virus che provocano questo disturbo non sono esclusivamente stagionali, ma circolano tutto l’anno.
Tuttavia, un’azione legata all’abbassamento delle temperature esiste. E ce ne rendiamo conto quando con il freddo ci accorgiamo che il naso inizia a colare, anche senza che magari ci sia un vero e proprio raffreddore. Come mai? Quando fa freddo c’è una vasocostrizione, cioè una sorta di restringimento impercettibile, delle piccole arterie del naso. Questo comporta una diminuzione dell’apporto di sangue sulla parete interna delle narici. E quindi si può associare ad una maggior disponibilità ad “accogliere” eventuali virus, visto che anche gli anticorpi arrivano con il sangue. Non solo.
C’è anche un “effetto” termico che può aiutare alcuni virus. Pensate che quando il corpo si “raffredda” di più si può creare una condizione ottimale per l’infezione virale. Intorno ai 33 gradi (ovviamente in corrispondenza delle narici, non come temperatura corporea generale), creiamo un ambiente ideale per i rinovirus.
Questi sono tra i principali “protagonisti” del raffreddore e quindi sfruttano il passaggio rapido dal caldo al freddo, con riduzione della temperatura corporea. Se a questo aggiungete che si sta molto in ambienti chiusi (questo incide anche su altre infezioni che si trasmettono soprattutto con il respiro ovviamente) ecco che si spiega come mai starnuti e naso che cola sono dietro l’angolo.
Come comportarsi?
La temperatura che si abbassa, e soprattutto gli sbalzi termici, possono quindi aiutare i virus. Ma conta anche molto la semplicità con cui questi si diffondono tra le persone, almeno se si parla di raffreddore, quasi come fosse un quadro “contagioso”. Pensate in questo senso alle particelle di Flügge, emesse dalla vibrazione delle nostre corde vocali e ancora di più con il colpo di tosse o con lo starnuto. Si crea una sorta di “aerosol” che può passare facilmente da una persona all’altra, attraverso la trasmissione per vie aerea.
Ma attenzione: spesso il contagio avviene anche in forme più banali, ad esempio attraverso una stretta di mano. Basti pensare che nella maggior parte di quanti soffrono di raffreddore si possono isolare sull’epidermide i rinovirus. Quindi, fatte salve le predisposizioni personali allo “starnuto”, siamo tutti esposti all’incontro con questi invisibili “nemici”.
Non dimenticate poi che ci sono situazioni che, in qualche modo, ci mettono a maggior rischio. Un esempio? L’attività fisica, pur avendo un’azione protettiva, si può rivelare un’arma a doppio taglio se si passa dall’ambiente esterno a quello interno. Nelle due ore immediatamente successive ad uno sforzo fisico il sistema immunitario è più debole, e quindi più esposto ad infezioni virali.
Capitolo cure. Non ci sono trattamenti specifici per i virus, ma si possono comunque impiegare i diversi approcci, dalla tisana fino ai suffumigi e ai farmaci sintomatici. Con una certezza. Quando c’è il raffreddore (e non altre patologie) occorre sempre avere a portata di mano un fazzoletto. E bisogna mettersi in pace. In media ci vogliono da tre a sette giorni – la variabilità dipende dal tipo di virus – perché i fastidi passino.