Peritonite: cause, sintomi, conseguenza e cure disponibili

La peritonite si manifesta con fortissimi dolori addominali. Se non si interviene subito, può portare a gravissime conseguenze

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Avete presente un grembiule di quelli da cucina, che mettiamo per proteggerci dal rischio di macchie quando prepariamo un piatto prelibato? Ebbene, come siamo abituati a mettere questa protezione quando lavoriamo in cucina, così qualcosa di simile avviene anche all’interno del nostro addome.

Anche nella pancia infatti è presente una sorta di grembiule di rivestimento, ovviamente organico. Si chiama peritoneo. È una sorta di membrana che riveste internamente l’addome e gli organi che contiene. Normalmente questa membrana non dà segni della sua presenza, ma ci sono condizioni in cui può infiammarsi, spesso in seguito ad un’infezione. È in questi casi che si parla di peritonite: il suffisso “ite” come al solito indica appunto un processo infiammatorio.

Come nasce la peritonite

Anche se possono esistere due forme di infezione, una detta primitiva in cui non esiste un vero e proprio punto di partenza infettivo per spiegare la patologia e l’altra, ben più comune, in cui invece il quadro origina da organi addominali, proprio questa seconda rappresenta la causa più frequente di peritonite. E molte possono essere le situazioni da cui si origina il problema, a partire dalla classica “perforazione” di un organo intraddominale che porta al travaso di sostanze presenti all’interno del tubo digerente nel peritoneo.

Questo può accadere ad esempio se si perfora lo stomaco, se si crea un’alterazione nell’intestino (ad esempio come complicanza della rottura di un diverticolo intestinale o nell’appendice (per rottura dell’appendice stessa) o magari delle vie biliari o della colecisti. Qualche che sia la possibile causa del fenomeno, in generale si verifica una sorta di contatto “pericoloso” tra i succhi e le sostanze presenti nel tubo digerente con le cellule peritoneali, che ovviamente soffrono.

Tra le altre possibili cause di peritonite vanno ricordate le infezioni degli organi genitali femminili che fanno seguito alla malattia infiammatoria pelvica o comunque le possibili complicanze dopo un intervento chirurgico. Va inoltre ricordato che a volte la peritonite può apparire spontaneamente, senza un trauma, ad esempio in chi soffre di forme serie di pancreatite acuta. Infine ci sono casi di peritonite “spontanea”: in questa condizione si possono osservare infiammazione della membrana intraddominale in chi ha serie patologie epatiche legate all’abuso di alcol. In questi quadri si può verificare un’infiammazione che teoricamente non riconosce una causa infettiva definita.

Come si manifesta la peritonite

La peritonite rappresenta un’urgenza da affrontare rapidamente. E purtroppo, in alcuni casi, può non essere riconosciuta precocemente perché i sintomi sono aspecifici, quindi in teoria potrebbero far parte del quadro che accompagna diverse condizioni patologiche addominali, o comunque vengono sottovalutati. In termini generali a guidare l’ipotesi che deve portare presto ad una visita medica sono la febbre, che sale fino a 38-29 gradi in risposta all’infiammazione intensa ed all’infezione, e il dolore.

Questo viene sollecitato dalla mano di chi visita, diventando estremamente intenso, e si può limitare ad una determinata zona dell’addome (ad esempio in caso di complicanza dell’appendicite che porta a peritonite nella parte bassa a destra dell’addome) o comunque diffondersi. Si tratta comunque di un dolore estremamente forte, che mette in allarme. Soprattutto (ma non solo) nelle forme che coinvolgono soprattutto la parte alta dell’addome, ad esempio per perforazione di un’ulcera dello stomaco o del duodeno, si può avere anche vomito.

Come si complica la peritonite

Arrivare presto a riconoscere la peritonite è fondamentale anche per ridurre il rischio di problematiche gravissime. Occorre infatti intervenire rapidamente con il trattamento perché i problemi possono manifestarsi in poche ore e mettere a rischio la vita stessa della persona. A far paura sono soprattutto due eventi: l’ipovolemia e il rischio di sepsi.

La prima condizione può essere una sorta di “motore” per una serie di problematiche sicuramente pericolose. L’ipovolemia, ad esempio, si verifica perché attraverso l’intestino di perdono liquidi e sali minerali, con conseguente formazioni di una paralisi dell’intestino che smette di contrarsi. Poi, in un circolo vizioso negativo, si osserva un ulteriore richiamo di liquidi per cui la persona si disidrata e la situazione peggiora ulteriormente.  In queste condizioni si mettere a rischio l’intero organismo visto che poi quanto si accumula nel peritoneo tende a “portare” via liquidi in grande quantità oltre a sodio e potassi e alle proteine, fondamentali per il benessere del corpo. Alla fine, quindi, il corpo reagisce alla situazione con il progressivo calo del funzionamento di organi basilari come reni e fegato.

Ovviamente la sepsi, ovvero una sorta di infezione generalizzata, può associarsi a questo quadro, peggiorando ulteriormente la situazione. Questo quadro infatti peggiore direttamente la situazione generale e quindi anche l’impatto sui valori di pressione e sull’attività del cuore, anche attraverso la presenza di composti tossici per il corpo che aumentano progressivamente. Il risultato può essere un vero e proprio stato di shock.

I sintomi della peritonite

Al momento della comparsa dei sintomi, il medico deve disporre delle informazioni relative a patologie presenti o passate della persona che mostra sintomi suggestivi per peritonite, come appunto il forte dolore addominale che tende a peggiorare se il curante pone la mano per palpare una determinata area della pancia o l’intero addome. In questo caso, se c’è un sospetto di peritonite, si può procedere a test specifici in base al sospetto del medico.

Fondamentale è un semplice esame del sangue, ovvero l’emocromo, che tra gli altri parametri su cui può informare offre dati sul numero e le caratteristiche dei globuli bianchi, il cui aumento può essere un segnale chiaro d’infezione. La presenza di leucocitosi, ovvero di incremento numerico di queste cellule del sangue, può già offrire indicazioni importanti. Come se non bastasse, con il prelievo del sangue si può anche ipotizzare un’eventuale sepsi facendo un’emocultura, ovvero la ricerca di specifici batteri eventualmente presenti.

Questo esame, magari legato anche ad un’antibiogramma che informa sulla resistenza o meno dei ceppi batterici individuati a specifici antibiotici, può essere di grande aiuto. Sul fronte degli esami radiologici, con una semplice radiografia o un’ecografia si può osservare la presenza di aria libera all’interno dell’addome, che sta ad indicare appunto la possibilità che si sia creata una perforazione.

Ovviamente, in quadri più complessi si possono poi prescrivere già in urgenza esami più fini come la TC. Infine si può analizzare direttamente il liquido che si è raccolto nel peritoneo. L’esame in questo caso si chiama paracentesi e viene effettuato dal medico con un ago sottile che consente di prelevare il liquido eventualmente presente nell’addome. L’analisi del liquido può mostrare un incremento dei globuli bianchi anche in questa sede, ma soprattutto può informare sulla presenza di eventuali batteri e sulla possibilità di trattare di conseguenza l’infezione.

Come si cura la peritonite

“Ubi pus, ibi evacuat”. Così dicevano i latini, con conoscenze scientifiche sicuramente inferiori alle nostre e con mezzi tecnici meno sviluppati, ma partendo da un dato importante. Tradotto in italiano, si può presentare questo motto con la necessità di far uscire l’eventuale raccolta di liquido purulento. Si tratta di un approccio che si usa in caso di ascessi (in certi casi la peritonite localizzata può dar luogo a formazioni di questo tipo) ma più in generale, traslato nella pratica, della necessità di poter effettuare prima possibile un intervento in urgenza.

Questa è la prima norma in caso di peritonite legata alla possibile perforazione di un viscere. In questo modo, se si sospetta ad esempio una perforazione di stomaco ed intestino, il chirurgo può innanzitutto vedere direttamente dove può aver avuto origine la situazione ed agire di conseguenza. Quindi alla laparotomia esplorativa fa seguito direttamente un intervento curativo.

La terapia antibiotica è l’altro caposaldo del trattamento della peritonite. A volte può essere iniziata direttamente prima dell’intervento, ad esempio in caso di infiammazione del pancreas, ma comunque anche in caso di operazione rappresenta un passaggio fondamentale. Va infine detto che è molto importante fare in modo che stomaco ed intestino non accumulino liquidi o gas che possono peggiorare la situazione: per questo si possono utilizzare sondini (come ad esempio il classico sondino naso-gastrico per lo stomaco) che aiutano ad evitare possibili problemi in questo senso. Ovviamente in corso di peritonite l’alimentazione avviene per via parenterale, con fleboclisi o altro che permettano di assicurare il ricambio di liquidi e Sali minerali eventualmente perduti. Ovviamente stiamo parlando di quadri generali. In base alla causa effettiva della peritonite, caso per caso, gli specialisti individuano il trattamento più indicato.

Fonti bibliografiche

Peritonite, ISSalute

Peritonite acuta, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù