In Italia, il morbillo continua a circolare, con 12 casi segnalati nell’ultimo mese osservato. Dall’inizio dell’anno al 30 novembre 2025 i casi notificati sono 485, con un’incidenza nazionale pari a 9,0 per milione di abitanti. La maggior parte dei casi è confermata in laboratorio e riguarda soprattutto giovani adulti non vaccinati.
Il quadro mostra un rallentamento rispetto ai picchi primaverili, ma persiste la trasmissione in ambito familiare e sanitario. Le regioni più colpite presentano focolai ricorrenti e catene di contagio talvolta legate a viaggi internazionali. Prioritari restano diagnosi tempestiva, tracciamento dei contatti e recupero delle coperture vaccinali per interrompere la circolazione virale.
Indice
Cos’è il morbillo?
Il morbillo è una malattia infettiva esantematica, cioè caratterizzata dalla comparsa di un esantema (un’eruzione cutanea) ed è considerato molto contagioso.
È diffuso in tutto il mondo, causato da un virus a RNA del genere Morbillivirus (famiglia dei Paramyxoviridae), di cui esiste un unico sierotipo. L’uomo è l’unico possibile ospite naturale del virus: al di fuori del corpo umano non può sopravvivere.
Viene detta anche “malattia infantile” perché, insieme a varicella, pertosse, rosolia e parotite, colpisce principalmente i bambini.
Quali sono i sintomi principali del morbillo?
Proprio nella fascia infantile può essere difficile riconoscerne i sintomi iniziali, che sono piuttosto simili a quelli di una malattia influenzale o parainfluenzale:
- tosse;
- naso che cola;
- occhi rossi;
- febbre anche molto alta (fino a 40° C).
Bolle da morbillo: come riconoscerle
Nella seconda fase possono comparire piccoli puntini bianchi in bocca e dopo 3 o 4 giorni appaiono le tipiche eruzioni cutanee rosse, prima in prossimità di ascelle e inguine, poi anche sul resto del corpo.
Come si trasmette il morbillo?
L’infezione si trasmette per via aerea, tramite gocce di saliva che vengono disperse da parte di individui malati, per esempio con colpi di tosse o starnuti, e che raggiungono i soggetti sani.
Il morbillo è considerato una delle malattie a maggior facilità di contagio anche perchéil virus ha la capacità di sopravvivere sulle superficie piuttosto a lungo, rimanendo attivo e mantenendo la propria capacità di infettare per diverse ore.
La diffusione del morbillo in Italia
Nel periodo osservato, i casi hanno coinvolto venti Regioni e Province autonome, con maggiore concentrazione in specifiche aree. Le realtà con più segnalazioni sono Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. In varie zone si sono registrati episodi legati a catene familiari e a esposizioni in contesti sanitari.
Per fascia d’età, il maggior numero di casi interessa i 15-39 anni (248), seguiti dai 40 anni e oltre (123) e dai 0-14 anni (114). L’età mediana è 31 anni, con incidenze elevate nei più piccoli, ma numeri assoluti predominanti tra i giovani adulti. La circolazione appare sostenuta da sacche di suscettibilità e da viaggi internazionali.
Incubazione e durata della malattia
L’incubazione della malattia ha una durata media di 10 giorni, che inizia quando il virus fa il proprio ingresso nell’organismo che poi infetta.
Tra i primi segnali c’è la febbre, anche molto alta, anche se è solo dopo 3-5 giorni che compare l’eruzione cutanea. Durante il periodo di incubazione il paziente è altamente contagioso e lo rimane fino a 2-5 giorni dopo la comparsa dell’esantema.
Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, “la febbre solitamente persiste per due o tre giorni dopo la comparsa dell’esantema e la tosse può persistere fino a 10 giorni”.
La vaccinazione: come funziona e perché è raccomandata
Non è obbligatoria, invece, la vaccinazione contro la malattia, nonostante sia altamente raccomandata. “Prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo negli anni ’60, e dei programmi estesi di vaccinazione, si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno”, specifica l’ISS.
L’immunizzazione avviene tramite un vaccino trivalente, l’“MPR” (Morbillo-Parotite-Rosolia). “Si consiglia di somministrare la prima dose prima del secondo anno di età, con una preferenza tra il 12°-15° mese e con un richiamo verso i 5-6 anni o gli 11-12 anni.
L’immunizzazione della madre conferisce protezione al neonato fino al sesto-nono mese di vita”, spiega l’Istituto Humanitas. Ma anche gli adulti possono sottoporvisi.
Vaccinazione per il morbillo, i numeri in Italia
Lo stato vaccinale è noto per 457 casi su 485. Tra questi, 396 persone risultano non vaccinate al momento del contagio, 39 hanno ricevuto una sola dose e 18 due dosi; per ulteriori 4 casi vaccinati il numero di dosi non è noto. In 28 casi lo stato vaccinale complessivo non è disponibile. Il quadro descrive una quota rilevante di suscettibili tra adolescenti e adulti, inclusi operatori sanitari, e suggerisce l’importanza di completare i cicli vaccinali e di effettuare recuperi mirati, specialmente prima di viaggi internazionali o in presenza di contatti con soggetti vulnerabili.
Il morbillo nei bambini
Per la diagnosi può essere sufficiente la sola osservazione delle eruzioni cutanee tipiche della malattia o dei piccoli puntini bianchi presenti all’interno delle guance, ma in caso di necessità un esame del sangue può confermare la presenza degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo.
Va effettuata dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione e il medico, in caso di diagnosi di morbillo, deve notificarlo alle autorità sanitarie.
Prendere il morbillo da adulti, cosa succede?
Se si contrae il morbillo in età adulta, aumenta il rischio di possibili complicazioni. Coloro che non si sono ammalati di morbillo, parotite, rosolia e varicella e che non sono già vaccinati dovrebbero effettuare questa vaccinazione. Queste malattie infettive hanno, infatti, una frequenza di complicanze più elevata in età adulta, in particolare la parotite e varicella.
I rischi per le donne in gravidanza
Questa vaccinazione è estremamente importante per le donne in età fertile: la rosolia e la varicella, se contratte durante la gravidanza, possono infatti essere trasmesse al feto e causare malformazioni o problemi per lo sviluppo fetale.
“Per cautela è necessario lasciar trascorrere almeno 30 giorni dalla vaccinazione al momento del concepimento”, spiega l’UPPA, che riporta i consigli dei pediatri italiani. L’immunizzazione della madre conferisce, invece, protezione al neonato fino al sesto-nono mese di vita.
Come si cura il morbillo?
Non esiste una cura specifica per il morbillo, se non un controllo dei sintomi: sono indicati, quindi, antipiretici per abbassare la febbre, insieme a un’alimentazione liquida (te, brodi di verdura) per garantire un’adeguata idratazione.
È consigliato il riposo fino alla regressione dell’esantema e occorre un periodo di 15 giorni di convalescenza per la ripresa completa dell’organismo, che in genere rimane temporaneamente debilitato a causa della malattia.
Morbillo e varicella: qual è la differenza?
Come il morbillo, anche la varicella è una malattia infettiva esantematica, con causata da un virus differente (Varicella Zoster, un Herpesvirus), un periodo di incubazione diverso (14-21 giorni contro i 7-14 del morbillo) e eritema che si presenta con macchioline rosse che si trasformano in vescicole piene di liquido, che poi si rompono e formano croste.
Queste compaiono soprattutto su tronco e viso, per poi diffondersi su tutto il corpo.
Le possibili complicanze
Ad essere maggiormente a rischio di complicanze sono soprattutto i pazienti fragili o immunocompromessi.
Quelle più frequenti sono le superinfezioni batteriche, l’encefalite e, seppur raramente, la panencefalite subacuta sclerosante, considerata molto pericolosa. In caso di epidemie, la mortalità è stimata tra il 50 e le 100 morti per 100.000 infezioni.
Come si previene il morbillo?
La prevenzione passa dalla vaccinazione. Questa, però, non può essere effettuata in persone con grave immunodepressione, sia congenita che acquisita. È controindicato anche in donna già in gravidanza e in soggetti con malattie moderate o gravi in corso dovrebbero aspettare di guarire.
Fonte: Morbillo & Rosolia News – Istituto Superiore di Sanità