L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha redatto l’elenco delle malattie più pericolose a cui prestare particolare attenzione in termini di ricerca, prevenzione e profilassi. Un rapporto annuale identifica le malattie che rappresentano un importante rischio per la salute pubblica, a causa della facilità con la quale si diffondono e/o dell’insufficienza di farmaci o vaccini che possano curarle e prevenirle.
Queste caratteristiche fanno di alcune patologie le prioritarie verso cui orientare investimenti per la ricerca, per lo sviluppo di specifiche profilassi o procedure di sanità pubblica per limitare il rischio epidemico.
Dedicare tempo ed energie per studiare malattie di cui ancora si conosce poco è da sempre di grande importanza poiché può consentire di farsi trovare preparati a eventuali sfide e non essere colti di sorpresa da patogeni in grado di scatenare rapidamente crisi sanitarie di carattere internazionale.
La recente pandemia da Sars-Cov-2 è stata un evento di portata globale e dai risvolti economici, politici e sociali di grande impatto. Già prima del 2020 l’OMS si dedicava al monitoraggio e all’osservazione di agenti patogeni particolarmente pericolosi, meritevoli di attenzioni e di suggerire la necessità di indagini approfondite e azioni preventive.
Quali sono le malattie considerate più pericolose nel mondo e perché?
Indice
Promiscuità e globalizzazione: ecco cosa accelera la diffusione
Quando si analizzano le patologie in grado di mettere a repentaglio la salute pubblica, è bene tenere in considerazione il fatto che ben il 70% delle “nuove malattie” sono state trasmesse dagli animali all’uomo. Si tratta cioè di zoonosi, infezioni o agenti patogeni che hanno fatto il salto di specie e sono in grado di infettare l’uomo per via diretta o indiretta.
A rendere più probabili questi eventi sono numerosi fattori, quali ad esempio un’accentuata promiscuità tra uomo e animali, dovuta anche al fatto che le comunità umane si muovono verso territori che prima erano inaccessibili, a causa di una deforestazione sempre più estesa. In queste aree, prima abitate solamente da animali, sono molto più frequenti i contatti a rischio ed esistono le condizioni perfette perché i microrganismi, soprattutto virali, riescano ad infettare l’uomo.
A rendere ancora più rischiosa la situazione, anche il sovrappopolamento delle città, le condizioni di promiscuità. Le scarse condizioni igieniche che favoriscono il diffondersi del contagio. Un elemento che si sovrappone ai precedenti è la globalizzazione. Molteplici aspetti, tra cui i collegamenti aerei che consento a chiunque di muoversi da un territorio all’altro e diffondere patogeni anche a distanza di chilometri, contribuiscono ad aumentare il rischio che si verifichino questi eventi.
Anche i piccoli insetti, come le zanzare, rappresentano una minaccia concreta, poiché la loro puntura è in grado di veicolare patologie anche serie, come la febbre dengue, a cui è esposto il 40% della popolazione mondiale.
I sistemi sanitari dei vari paesi, inoltre, non sono in grado di fornire lo stesso livello di informazione, profilassi preventive e accessibilità alle cure, per mancanza di fondi economici o per la scarsa consapevolezza sull’importanza di queste tematiche cruciali.
Le patologie più rischiose: quali sono e come affrontarle
Per l’OMS meritano particolare attenzione diverse patologie, tra cui Ebola, virus Marburg, Zika, le sindromi respiratorie Mers e Sars da coronavirus, le febbri della Rift Valley, di Lassa ed emorragica del Congo (Cchf), il Nipah della famiglia degli henipavirus, la malattia X (una patologia sconosciuta derivante da una mutazione non ancora identificata con precisione).
Il virus Zika
Fra le patologie indicate dall’OMS come rischiose per la salute pubblica c’è il virus Zika. Di cosa si tratta? Il virus zika si diffonde grazie alla puntura delle zanzare della famiglia Aedes, in particolare, l’Aedes Aegipty. Tale malattia si diffonde facilmente ed è altamente contagiosa. Il virus Zika è temibile perché, oltre a causare potenzialmente la morte a chi lo contrae (soprattutto i bambini), è molto pericoloso per le donne in gravidanza, in quanto contrarlo in questo periodo può creare malformazioni nel nascituro.
La recente epidemia di Zika del 2015-2016 ha reso chiaro quanto le malattie epidemiche possano manifestarsi e diffondersi con molta rapidità.
L’ebola
Ebola è un virus che si trasmette tramite i liquidi corporei come sangue, vomito, sudore, feci, latte materno, sperma e, in sostanza, tutti i fluidi biologici. Deve il suo nome al fiume della Repubblica Democratica del Congo (un tempo Zaire) dove sono stati identificati i primi ceppi di questa patologia.
Tra i sintomi della malattia c’è una febbre emorragica che può avere esito letale. Si accompagnano alla febbre anche mal di testa, artralgie, astenia, anoressia, vomito e diarrea. La grave epidemia di ebola nell’Africa occidentale tra il 2013 e il 2016 pare sia stata causata proprio uno dei menzionati passaggi di specie, da un pipistrello infetto all’uomo.
Il Virus Marburg
Il Marburg è una febbre emorragica virale causata dal Marburg virus (MARV), che fa parte della stessa famiglia dell’ebola, ossia i Filoviridae. I due virus sono molto diversi, ma danno origine a malattie dai sintomi molto simili tra loro e con tassi di letalità comparabili.
Può colpire sia l’uomo sia i primati e ha provocato focolai epidemici in alcune aree dell’Africa centrale e sub sahariana, a volte diffondendosi nei viaggiatori in transito in quelle zone. Tra i sintomi ritroviamo: una febbre molto alta (39-40°), cefalea, malessere, brividi, dolori muscolari, crampi addominali, nausea, vomito, diarrea, rash cutanei, sintomi neurologici e, infine, emorragie mucosali e gastrointestinali, problemi della coagulazione, linfocitopenia e trombocitopenia.
Il virus Nipah
Il virus Nipah è un tipo di virus a RNA del genere Henipavirus e può causare gravi malattie respiratorie e polmonari, nonché encefaliti letali. I primi sintomi sono simil-influenzali, quali febbre, mal di testa, mal di gola, vomito e mialgia, ma progrediscono fino a diventare di grave entità. I casi di Nipah sono fortunatamente rari, ma l’Oms ha rilevato un tasso di mortalità del virus tra il 40 e il 75%.
Isolato per la prima volta nell’uomo in occasione di un’epidemia in Malesia nel 1999, il virus è comune nei pipistrelli della frutta e può trasmettersi per contatto diretto sia ad altri animali, sia nell’uomo. Ad oggi, non è presente un vaccino o un trattamento medico specifico contro questo virus, per questo è considerato tra i più pericolosi sulla terra.
Febbre di Lassa
Si tratta di un’altra febbre emorragica virale, sempre presente nel continente africano e isolata nell’omonima città nigeriana nel 1969, quando furono registrati alcuni morti causati dall’infezione di questo agente patogeno.
Il virus a Rna fa parte della famiglia degli Arenaviridae e il suo serbatoio preferito sono i roditori Mastomys, dai cui escrementi si trasmettono anche all’uomo per contatto diretto. Se nell’80% dei casi si tratta di una patologia asintomatica o con sintomi di lieve entità, nel restante 20% provoca gravi conseguenze.
MERS
La MERS è conosciuta anche come Sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus (Middle East Respiratory Syndrome, MERS). È una malattia da coronavirus che ha un tasso di mortalità che si aggira attorno al 30%. È sempre un virus zoonotico che può trasmettersi dagli animali (in particolare, dai dromedari) all’uomo.
Di solito la MERS provoca una patologia respiratoria acuta con febbre alta e difficoltà a respirare, tosse e, in alcuni casi, polmonite. Può causare sintomi gastrointestinali e la maggior parte delle persone che hanno contratto il virus da altri esseri umani si sono infettati all’interno degli ambienti sanitari, con contatti diretti e in assenza di precauzioni idonee.
Le principali epidemie di MERS si sono registrate negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita e nella Repubblica di Corea.
SARS
La SARS, severe acute respiratory syndrome, o sindrome acuta respiratoria grave si tratta di un’altra malattia respiratoria da coronavirus, nominata anche Sars-Cov-1 e che presenta un tasso di mortalità del 15% circa. È stata alla base di una grave epidemia nel 2003, per ora l’unica che si è registrata, con origine in Cina, ma con diffusione anche in altri stati del mondo
La malattia è altamente contagiosa e potenzialmente mortale: provoca sintomi molto simili a quelli dell’influenza, ma può degenerare in polmoniti e causare pericolose insufficienze respiratorie. Non esistono ad oggi cure o vaccini efficaci e contro questa patologia.
Febbre della Rift Valley
Un’altra zoonosi virale è la febbre della Rift Valley, trasmessa dalle zanzare ai ruminanti, ma anche all’uomo. Identificata in Kenya per la prima volta nel 1931, è diffusa prevalentemente in Africa, Arabia Saudita e Yemen.
L’uomo può infettarsi attraverso il contatto con il sangue degli animali infetti, ma anche attraverso il morso delle zanzare Aedes e Culex. I più a rischio sono i professionisti che lavorano a contatto costante con gli animali (allevatori, veterinari, pastori, etc.). Anche se la maggior parte dei casi presentano sintomi di lieve entità, in una percentuale di soggetti l’infezione degenera verso forme più gravi, con sintomi meningoencefalici, oculari e febbre emorragica virale.
Febbre emorragica del Congo (CCHF)
La febbre emorragica Crimea-Congo, conosciuta anche come CCHF, è una malattia causata dal Nairovirus, della famiglia Bunyaviridae. Viene trasmessa dal morso di zecca del genere Hyalomma, sia agli animali, sia all’uomo.
Come per tutte le zoonosi, il rischio è maggiore in chi lavora quotidianamente con gli animali, ma non sono esclusi casi al di fuori della cerchia di questi soggetti. Il virus può provocare una febbre emorragica virale, con un tasso di mortalità compreso tra il 10 e il 40%.
Malattia X
Nella lista dei patogeni che necessitano di una particolare attenzione secondo l’OMS è inserita anche la cosiddetta “malattia X”. Di che si tratta? Non è una vera e propria malattia, ma più un avvertimento, volto a sensibilizzare sul fatto che all’origine di future epidemie potrebbero esserci patogeni ancora poco conosciuti e studiati, per cui non esiste prevenzione, né vaccino, né cure specifiche.
Prepararsi all’arrivo di eventuali nuove epidemie, o pandemie, è oggigiorno uno dei temi maggiormente discussi dall’OMS e dai governi che concordano sulla necessità di focalizzare attenzione, fondi e ricercatori sullo studio sia dei patogeni già conosciuti, sia dei potenziali rischi per la salute pubblica non ancora individuati.
Questo potrebbe consentire reazioni più rapide ed efficaci contro possibili rischi sanitari, che vanno dalle misure di prevenzione e limitazione del contagio, fino all’elaborazione e alla somministrazione di possibili vaccini in tempistiche record. Uno degli obiettivi fissati dal G7 del 2021, ad esempio, è stato quello di predisporre le strutture e le risorse necessarie per arginare la diffusione di eventuali nuovi virus pandemici con strumenti efficaci e mirati, entro cento giorni dalla loro identificazione.
Per questo i laboratori di ricerca diffusi in tutto il mondo si concentrano sulla ricerca per comprendere nel modo più dettagliato possibile il funzionamento dei virus già in circolazione e sulle possibili mutazioni, in modo da fornire soluzioni rapide ed efficaci in caso di futura minaccia sanitaria globale.
Le malattie fuori lista, ma rischiose
Tra le malattie considerate “da tenere sotto osservazione” da parte dell’OMS ci sono anche alcune patologie che possono essere definite come meno pericolose, ma sempre meritevoli di un controllo continuo.
Tra queste, ad esempio, la Chikungunya, la febbre con sindrome trombocitopenia (STFS), o alcuni enterovirus non-polio (come l’EV 71 e il D68). Anche alcune gravi malattie batteriche sono rimaste fuori dalle top 10 dell’OMS, come la leptospirosi o la peste, ma ciò non significa che siano meno gravi o meno pericolose quando trasmesse all’uomo.
Fonti bibliografiche
- Malattia da virus Marburg, EpiCentro (ISS)
- OMS: ecco le 10 sfide per la salute globale nel 2019, Fondazione Veronesi
- FAQ – Febbre di Marburg, Ministero della Salute
- Febbre di Lassa, EpiCentro (ISS)
- Sindrome respiratoria medio-orientale, Ministero della Salute
- Febbre della Valle del Rift, Ministero della Salute
- Febbre Congo-Crimea, EpiCentro (ISS)
- Prioritizing diseases for research and development in emergency contexts, World Health Organization
FAQ
Ebola, Zika, Marburg, Mers, Sars, febbri della Rift Valley, febbre di Lassa, Nipah e la febbre emorragica del Congo. In più la malattia X, ossia genericamente i rischi derivanti da patogeni non ancora conosciuti.
Tra le patologie più rare al mondo ci sono la sindrome di Morgellons, la distrofia muscolare di Duchenne, l'emofilia, il morbo di Hansen, la palatoschisi, la fibrodisplasia ossificante progressiva, la neurofibromatosi, l'osteogenesi imperfetta, la progeria, la legionellosi, la sindrome di Angelman, la trisomia 13, sindrome di Gorham-Stout e l'angioite allergica.