Iperglicemia: sintomi, cause, diagnosi e prevenzione

La glicemia alta è un problema da non sottovalutare che può causare gravi conseguenze. Scopriamo come misurarla e cosa fare

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Pubblicato: 20 Aprile 2024 10:34

L’iperglicemia è una condizione medica caratterizzata da livelli elevati, rispetto ai valori normali, di zucchero (glucosio) nel sangue a digiuno. Questo fenomeno può riconoscere diverse cause e richiede un’attenta gestione per evitare complicazioni serie.

L’iperglicemia transitoria a seguito di un pasto, specie se ricco di carboidrati, è fisiologica e funziona da segnale per l’organismo per utilizzare il glucosio libero nel sangue per svolgere i suoi processi metabolici. Esploriamo più a fondo il tema dell’iperglicemia.

Diabete e iperglicemia

La patologia legata all’iperglicemia persistente, indipendentemente dai pasti, è il diabete. La glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio nel sangue, è regolata principalmente dall’assunzione di carboidrati attraverso l’alimentazione. Gli zuccheri, insieme agli amidi e alle fibre, sono una delle principali categorie di carboidrati presenti negli alimenti. Gli zuccheri possono essere semplici o complessi: ad esempio, il saccarosio (zucchero da tavola) è composto da glucosio e fruttosio, mentre il lattosio (zucchero del latte) è composto da glucosio e galattosio. Gli amidi, presenti in alimenti come pane, pasta e riso, sono costituiti da lunghe catene di zuccheri semplici.

Dopo essere stati assorbiti dall’apparato digerente, gli zuccheri vengono convertiti principalmente in glucosio, che è la principale fonte di energia per il corpo. Il glucosio viene quindi trasportato nel flusso sanguigno e utilizzato dalle cellule per le loro funzioni metaboliche. L’organismo può anche convertire grassi e proteine in glucosio se necessario. Quando si parla di “zucchero nel sangue”, ci si riferisce alla concentrazione di glucosio nel sangue.

L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, regola i livelli di glucosio nel sangue. Dopo i pasti, il glucosio nel sangue stimola il pancreas a rilasciare insulina, che facilita l’assorbimento del glucosio dalle cellule per essere utilizzato come energia o immagazzinato come grasso o glicogeno.

L’insulina agisce riducendo i livelli di glucosio nel sangue dopo i pasti. Tuttavia, se il corpo produce insufficiente insulina o se le cellule diventano insensibili all’insulina (insulino-resistenza), si verificano livelli elevati di glucosio nel sangue, causando i sintomi e le complicanze del diabete.

Tipi di diabete

Prediabete: Il prediabete è una condizione caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma, ma non abbastanza elevati da essere diagnosticati come diabete. Si considera prediabete quando il livello di glucosio nel sangue a digiuno oscilla tra 100 mg/dl (5,6 mmol/l) e 125 mg/dl (6,9 mmol/l), oppure quando il livello di glucosio nel sangue due ore dopo un test di tolleranza al glucosio è compreso tra 140 mg/dl (7,8 mmol/l) e 199 mg/dl (11,0 mmol/l). Il prediabete aumenta il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiache in futuro. Una riduzione del peso corporeo del 5-10% tramite dieta e attività fisica può significativamente ridurre il rischio di sviluppare il diabete.

Diabete di tipo 1: Il diabete di tipo 1, conosciuto in passato come diabete insulino-dipendente o diabete giovanile, è caratterizzato dall’attacco del sistema immunitario alle cellule pancreatiche produttrici di insulina, distruggendone oltre il 90%. Questo porta a una produzione ridotta o assente di insulina. Il diabete di tipo 1 colpisce circa il 5-10% delle persone con diabete e si verifica più comunemente prima dei 30 anni, ma può svilupparsi a qualsiasi età. Si ritiene che fattori ambientali, come infezioni virali o fattori nutrizionali, agiscano su una base genetica predisposta, contribuendo allo sviluppo del diabete di tipo 1.

Diabete di tipo 2: Il diabete di tipo 2, noto in passato come diabete non insulino-dipendente o diabete dell’età adulta, si caratterizza per una persistente produzione di insulina da parte del pancreas, spesso anche in quantità superiori alla norma nelle fasi iniziali. Tuttavia, l’organismo sviluppa resistenza all’insulina, rendendo la produzione insulinica insufficiente per soddisfare le esigenze corporee. Con il progredire della malattia, la capacità del pancreas di produrre insulina diminuisce. Il diabete di tipo 2 è diventato più comune, in particolare tra gli adulti oltre i 30 anni e risulta correlato all’obesità. L’80-90% delle persone con diabete di tipo 2 sono sovrappeso o obese. Alcuni gruppi etnici, come quelli di origine africana, asiatica, o latino-americana, sono particolarmente a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Fattori genetici, patologie e alcuni farmaci possono influenzare lo sviluppo di questa forma di diabete.

Sintomi dell’iperglicemia

I sintomi associati all’iperglicemia possono includere:

  • Sete eccessiva (polidipsia)
  • Secchezza delle fauci
  • Visione offuscata
  • Sensazione di stanchezza
  • Aumento della frequenza urinaria (poliuria)
  • Perdita di peso inspiegabile
  • Infezioni frequenti
  • Mal di testa

In alcuni casi, l’iperglicemia può manifestarsi senza sintomi evidenti, rendendo il diabete una malattia subdola e che richiede una sorveglianza attenta.

Cause dell’iperglicemia

Le cause principali dell’iperglicemia includono un’insufficiente produzione dell’ormone insulina o una sua inadeguata azione a livello dell’organismo. Altre cause possono essere legate a una mancata o inadeguata assunzione della terapia da parte dei pazienti diabetici, un aumento del fabbisogno farmacologico a causa di malattie acute concomitanti, un’eccessiva assunzione di carboidrati in individui predisposti o l’assunzione di farmaci diabetogeni.

Patologie pancreatiche, come pancreatiti o patologie oncologiche, e rare malattie dell’apparato endocrino possono essere associate all’iperglicemia.

Diagnosi e trattamento della glicemia alta

La diagnosi di iperglicemia si basa sulla misurazione del valore di glucosio nel sangue. Per confermare la diagnosi, possono essere necessari prelievi di controllo, insieme ad altri test come il dosaggio dell’emoglobina glicata, che fornisce informazioni sul controllo glicemico nel lungo termine.

Il trattamento dell’iperglicemia dipende dalla gravità e dalla causa sottostante. Le persone con diabete devono seguire le indicazioni del loro diabetologo, che potrebbero includere modifiche della dieta, aumento dell’attività fisica, aggiustamenti della terapia farmacologica e monitoraggio regolare della glicemia.

Prevenzione dell’iperglicemia

Prevenire l’iperglicemia episodica e lo sviluppo di diabete è possibile adottando uno stile di vita sano, che comprende una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il mantenimento di un peso corporeo adeguato.

È essenziale seguire attentamente il piano terapeutico prescritto dal medico e monitorare regolarmente i livelli di glicemia, specialmente per le persone a rischio di sviluppare il diabete.

Complicanze dell’iperglicemia

L’iperglicemia non trattata può portare a gravi complicazioni a lungo termine, tra cui malattie cardiovascolari, danni alle strutture del sistema nervoso, ai reni e alla retina, infezioni ricorrenti e problemi alla circolazione periferica (piede diabetico).

In caso di iperglicemia persistente o sintomi gravi, è fondamentale consultare immediatamente un medico per evitare complicazioni serie come la chetoacidosi diabetica o il coma iperosmolare.

In conclusione, l’iperglicemia richiede un’attenta gestione e una stretta osservanza del piano terapeutico per prevenire complicanze gravi e migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione.

Fonti bibliografiche: