Ogni giorno le nostre vie respiratorie lavorano senza che ce ne rendiamo conto circa 19.000 litri di aria.
La ventilazione, per mezzo della quale i polmoni effettuano scambi gassosi tra l’atmosfera e il sangue, è una funzione vitale spontanea e inconsapevole, di cui ci accorgiamo solo quando qualcosa non funziona a dovere, ad esempio quando soffriamo di dispnea, ovvero fatichiamo a respirare bene.
Questo è uno dei sintomi principali della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), patologia che porta ad un restringimento delle vie aeree e alla conseguente difficoltà respiratoria. Si tratta di una malattia molto diffusa: in Italia ne soffrono 3 milioni di persone e si stima che attorno al 2030 rappresenterà la terza causa di morte nel mondo. Fra le cause primarie della patologia svetta al primo posto il fumo di sigaretta, seguito dall’esposizione alle tossine dei combustili delle biomasse e dai fumi generati dalla cottura dei cibi. In passato la BPCO colpiva soprattutto gli uomini a partire dai 50 anni, oggi l’incidenza sul sesso femminile appare in aumento.
Scopriamo assieme alla Prof.ssa Giovanna Elisiana Carpagnano (Docente di Pneumologia dell’Università di Bari) cos’è la BPCO e perché la donna è diventata un soggetto a rischio.
In collaborazione con GSK