Nella tua vita la solitudine arriverà 3 volte. Accettarla ti renderà felice

La solitudine si può sperimentare in diverse fasi della vita. Ecco quali

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Capiterà molte volte nella vita di sentirsi sole. Questo non è un dramma, ma affrontare le difficoltà della quotidianità da sole certo può spaventare. Durante il percorso di vita possiamo sperimentare la solitudine in diversi modi, a volte questo momento di distacco dagli altri sarà voluto, altre volte invece saranno gli altri ad abbandonarci e farà male.

Ma la solitudine non è mai un fallimento, anzi: andrebbe vissuta come punto di partenza per ricominciare e per creare il terreno fertile per l’anima e il cuore. Le circostanze in cui possiamo sentirci sole sono tantissime: la perdita di una persona cara, l’allontanamento di un amico, il tradimento di chi ci aveva promesso amore eterno.

Secondo la scienza, nella vita attraverseremo almeno tre fasi in cui ci sentiremo estremamente sole. La ricerca, condotta dall’Università della California, è stata fatta su un campione di 340 persone di differenti età, dai 27 ai 101 anni. Dai risultati è emerso che i tre periodi della vita durante i quali le persone si sentono sole sono alla fine dei vent’anni, ai cinquant’anni e verso gli ottant’anni.

Proprio quando si diventa anziani si manifesta il culmine della solitudine. Questo stato è amplificato anche da problemi fisici importanti o disturbi mentali, condizioni queste che ci fanno distaccare inevitabilmente dagli altri.

In giovane età, invece, esattamente alla fine dei vent’anni, capita di sentirci sole perché fondamentalmente viviamo uno dei cambiamenti più importanti della nostra vita: diventiamo indipendenti. Gli studi terminano e siamo catapultate nel mondo del lavoro, prendendo le distanze economiche e personali dai nostri genitori. Questo momento rappresenta un grosso cambiamento nella nostra vita, che inevitabilmente si ripercuote anche sui rapporti personali.

A cinquant’anni, invece, lo stesso meccanismo di prima si ripropone: questa volta però indossando i panni dei genitori e vivendo la cosiddetta sindrome del nido vuoto. È quello infatti il momento in cui i figli prendono le loro strade e i genitori si trovano a fare i conti con una nuova realtà, mettendo anche in discussione il rapporto con il proprio partner. La casa si svuota, le abitudini cambiano e ci si ritrova all’interno di un momento di forte cambiamento che inevitabilmente può farci sentire sole.

Eppure la solitudine non andrebbe mai vissuta come un dramma, anzi: questa può essere un’occasione per leggersi dentro, ascoltare le proprie esigenze e ripartire da quelle.

Vivere la solitudine come un’opportunità per conoscerci è una cosa bellissima. È proprio in questi momenti, infatti, che possiamo scoprire cosa davvero ci rende felici e tornare a brillare.