Più invecchiamo più ci sembra che il tempo voli

Uno studio sulla percezione del tempo nelle diverse fasce d'età

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Quanto dura un’ora? Sessanta minuti, risponderete in coro. Ma quanto dura, realmente, un’ora nella nostra testa? Percepiamo la stessa lunghezza oraria di un bambino di 4 anni? La risposta è no, più invecchiamo più ci sembra che il tempo passi più velocemente, sfuggendoci di mano.

Il tempo è una delle poche cose concrete ma relative, soggettive ma oggettive. Vi ricordate quando, da bambini, le vacanze estive vi sembravano infinite? Quando le partite di basket al campetto con gli amici duravano ore e ore o quando non vedevate l’ora di scendere dalla macchina dopo un viaggio di poche ore per arrivare, finalmente, al mare?

Quando si è bambini è tutto nuovo: ogni ora è un concentrato esplosivo di esperienze, di scoperte, di momenti “wow” che lasciano senza fiato perché vissuti per la prima volta. E’ proprio per questo che la percezione del tempo nei bambini è così dilatata: è piena, densa, traboccante di situazioni da analizzare cerebralmente.

E per noi adulti, qual è la visione oraria del mondo? Quando il tempo passa e ci troviamo a vestire i panni delle persone responsabili il tempo ci sembra sempre troppo poco e ci sfugge di mano: quando vogliamo fare la spesa in poco tempo ma ci rendiamo conto che un’ora è volata tra le corsie del supermercato, quando abbiamo un incontro di lavoro e per prepararci abbiamo solo una manciata di ore che sembrano pochi minuti. Ci sembra sempre di essere in debito di tempo, in costante apnea per riuscire a compiere tutte le missioni della giornata col cronometro alla mano.

Cosa ci succede esattamente? Ci viene in aiuto una teoria del professor Adrian Bejan, docente del Dipartimento di Ingegneria meccanica e scienze dei materiali dell’Università Duke di Durham. Lo studio spiega che la nostra percezione del tempo è data dalle immagini che scorrono nella nostra mente con una determinata frequenza. Più invecchiamo più questa “carrellata” di immagini scorre più lentamente e questa sensazione ci fa credere che il tempo passi più in fretta.

Il nostro occhio fa dei movimenti volontari chiamati saccadici che, come dei direttori d’orchestra, dettano il ritmo di ciò che il nostro cervello “vede“. Nei bambini questo ritmo è martellante e con l’avanzare dell’età, invece, rallenta.

Un’ultima osservazione sulla differenza di percezione del tempo è legata a ciò che viviamo tutti i giorni: siamo infatti abituati ad una determinata routine e ad affrontare situazioni che abbiamo già vissuto in passato. Questa “monotonia” tipica della crescita, unita ad un fattore psicologico di consapevolezza dell’età che avanza e, con lei, il minor tempo a disposizione ci fa vedere tutto in velocità doppia.

Cerchiamo di usare il nostro tempo nel migliore dei modi: purtroppo non è infinito, vivete la vostra vita minuto per minuto e rendetevi conto di quanto sia un bene prezioso.