Perché la violenza economica è uno stigma per le donne

La violenza economica è una forma di abuso subdolo e poco conosciuto che può avere conseguenze sulla salute psichica delle donne

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

I notiziari e i giornali ci mettono ogni giorno davanti a una realtà che purtroppo è sempre attuale: la violenza sulle donne. Non sono soltanto le cronache che raccontano episodi di ogni tipo, anche le statistiche confermano che la situazione è davvero preoccupante.

Secondo un dossier pubblicato dall’associazione D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), il 2021 è stato uno degli anni peggiori da questo punto di vista. In base al rapporto, i centri antiviolenza italiani hanno dovuto accogliere quasi 21mila donne, il 3,5% in più rispetto all’anno precedente. La violenza di genere, però, non è soltanto quella fisica, ne esistono altre che sono altrettanto gravi ma di cui si parla meno. La violenza economica, per esempio, è una forma di abuso da non sottovalutare e che può rendere difficile la vita delle donne.

Che cos’è la violenza economica

L’epoca che stiamo vivendo è quella in cui si insegue continuamente la parità di genere a livello economico e retributivo, non solo sul posto di lavoro. Nonostante tutti gli sforzi compiuti, ci sono però ancora situazioni in cui le differenze tra uomo e donna persistono dal punto di vista professionale, c’è anche un altro campanello d’allarme di pari importanza che riguarda quello che avviene tra le mura domestiche. È proprio in casa che si sviluppa la violenza economica nei confronti delle donne: questo abuso consiste nel privarle della loro indipendenza economica, con le vittime che vengono estromesse dalla possibilità di gestire le finanze domestiche.

L’intento di chi esercita la violenza economica è quello di mettere la donna nella condizione di essere dipendente dal punto di vista finanziario, ma non solo. È una violenza economica anche quando la donna viene privata della gestione e del controllo del proprio stipendio. Questo abuso, però, è talmente articolato da coinvolgere vari aspetti della vita quotidiana: c’è una violenza quando si impedisce alla donna di cercare o mantenere il proprio lavoro oppure quando non viene pagato l’assegno di mantenimento o ancora quando un uomo ottiene l’intestazione di immobile o una proprietà sotto minaccia o inganno.

Un abuso difficile da individuare e dimostrare

Anche se coinvolge un aspetto così importante della vita di una donna (e di una persona, in generale), questo tipo di violenza è ancora molto difficile da individuare e dimostrare. Le ripercussioni della violenza economica, come ogni tipo di abuso, sono molto profonde e hanno delle conseguenze a lungo termine, anche a livello di salute psichica. Si tratta infatti di un abuso subdolo e di cui spesso non si ha consapevolezza a causa di motivi principalmente culturali. In molti casi si pensa che il capofamiglia, nella maggior parte delle situazioni individuato nella figura dell’uomo, abbia la gestione completa delle finanze domestiche.

Le vittime si sentono inadeguate, sotto stress, in preda all’ansia e sanno che il loro benessere dipende da un’altra persona, quindi subentra anche un calo dell’autostima. Le violenze nei confronti delle donne hanno sempre lo stesso fine, quello di sminuire la vittima e di creare una dipendenza “tossica” da cui è difficile allontanarsi. Per prevenire tutto questo, è necessario abbattere ogni tipo di stereotipo di genere così da rendere le donne più consapevoli delle loro capacità e fornire loro degli strumenti per prevenire potenziali situazioni violente.