#SegretiDelCuore

Quando conquisto chi mi piace, poi mi piace di meno. Perché?

Inizi una storia con un ragazzo e poi scopri poi che di lui non te ne importa niente: la motivazione ha che fare con l'idea di femminilità, di approvazione sociale, di autostima. Ma non con l'amore. Ecco come uscire da questa trappola

Marina Mannino

Giornalista

Mi chiamo A. e ho 17 anni. Ho avuto qualche storia con ragazzi della mia età, compagni di scuola o amici, tutti carini e molto ammirati. All’inizio perdo la testa e faccio di tutto per conquistare il ragazzo che mi piace. Quando lui mi ricambia, ci mettiamo insieme e io mi esalto. Dopo un mese lui mi piace di meno, gli trovo i difetti, mi annoia, mi dà fastidio il suo fisico. Mi è già successo tre volte. Cosa ho che non va? Perché mi rovino le storie così?

Little Angel

Che succede quando collezioniamo “amori” con persone che poi si rivelano deludenti e banali? All’inizio si accende la scintilla e quel tipo ci sembra il migliore del mondo. Al contempo, ci sentiamo eccitate all’idea di cominciare una love con un ragazzo, meglio se carino e molto desiderato. Sfoderiamo outfit stra-cool, make up perfetto, parlantina fluida, simpatia e mistero, sguardo killer. Lui è incantato. E ci chiede di metterci insieme.

Lui ci appare un estraneo

Ora abbiamo un boyfriend con cui chattare la notte, flirtare il giorno, vivere momenti hot e condividere i popcorn davanti a un film. Ci sembra che le altre ragazze, sia single che fidanzate, ci guardino con un filo d’invidia. Ma dopo un paio di settimane, il neo-fidanzato ci appare come un estraneo, un intruso che ha oltrepassato i nostri confini senza permesso.

Pensiamo di valere in quanto “fidanzata”

Eppure il permesso gliel’abbiamo dato noi, con la nostra “ansia” di coppia, il bisogno di non apparire sola, l’urgenza di mostrare (innanzitutto a noi stesse) che valiamo e che la nostra femminilità “funziona” alla grande, tanto che possiamo definirci “in coppia”, “occupata”, “fidanzata”. Ma in realtà queste definizioni non aggiungono niente alla nostra ricchezza interiore, non confermano il nostro essere donne, né concorrono a  farci diventare automaticamente persone più importanti o più apprezzabili socialmente.

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Innamorate di un’idea che non esiste

Avere un partner non è la condizione senza la quale non possiamo definirci donne complete, riuscite, risolte. Ecco perchè, poco tempo dopo, quel tipo non ci interessa più, non ci trasmette più nulla, perchè in realtà non eravamo innamorate di lui, quanto dell’idea di avere un ragazzo, come se fosse una legge sociale da rispettare: “Se sei single sei sbagliata, sei hai un partner sei giusta”. No. Non funziona così.

Partiamo da noi (e dai nostri pregi)

Non facciamoci prendere dalla fretta o dal bisogno di non sembrare sbagliata. Noi siamo giuste per quello che abbiamo nel cuore e nella testa, ovvero i diecimila pregi che ci rendono una persona meravigliosa: la creatività, l’altruismo, la generosità, il talento, l’empatia, l’intelligenza, il coraggio, la curiosità e così via. Ci definiamo a partire da noi stesse e non da chi abbiamo accanto. Un fidanzato non è un valore aggiunto che ci fa apparire più cool, ma una persona di valore che condivide con noi lo stesso cammino, le esperienze, i progetti. Se la storia non ci acchiappa, non ci scuote, non ci elettrizza, forse è solo un grazioso quanto effimero flirt.

Quando è vero amore, si sente!

La conquista dà il brivido, è vero. Ci fa sentire belle, seducenti, vincenti. Ma ha bisogno dell’amore – e non è un’affermazione scontata o retorica. In una coppia “vera” ci vuole il “vero amore”, e non solo l’attrazione, i mille baci, i pensierini su whatsapp. È necessario avere il desiderio di stare il più possibile con il nostro partner, capirne pregi e difetti, fare progetti insieme, sentirsi in sintonia, provare una specie di mix tra perfetta pace interiore e costante desiderio di fare l’amore, in una relazione tra pari. Non è detto che finiremo per sposarlo o per farci un figlio, ma finché lo amiamo – e lui ci ama – di sicuro non ci apparirà come un estraneo.