Le delusioni sono sempre in agguato: possiamo viverle a causa di una scorrettezza subita, di un problema lavorativo o familiare che non siamo riusciti a risolvere, di un’amica che ci ha tradite. Ogni volta che le nostre aspettative vengono disilluse, sentiamo quell’amaro in bocca e quel dispiacere profondo che riescono a rovinarci la giornata. E a maggior ragione, questo accade se la delusione arriva da un amore che finisce all’improvviso, senza aver dato avvisaglie di cedimento.
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La delusione è un dolore “fisico”
Il dolore da delusione esiste davvero e ha i suoi tempi di smaltimento. La neurobiologia ha fornito una spiegazione su questo meccanismo che ha il fine di plasmare il nostro carattere facendoci diventare più cauti e con aspettative più prudenti. Uno studio della Facoltà di Medicina dell’Università di San Diego, in California, ha rivelato la presenza di due neurotrasmettitori che regolano la percezione della delusione. Maggiore è l’apporto di essi nel cervello, tanto più sarà acuta la sensazione di delusione, ovvero dolore, amarezza, tristezza. Questo non ci autorizza a tenere il muso, piangere per ore, chiudere con il mondo in maniera plateale. Ma è il cervello che ce lo impone, perché deve trasformare le delusioni in lezioni di vita e, dato che è un prof un po’ rompiscatole, ci fa star male per insegnarci a essere più attente, più “coriacee” e lungimiranti.
Il cuore non vuole nessuno
Il cervello però deve fare i conti anche con il cuore, che si rifiuta di superare la brutta delusione e decide di non aprirsi più a nessuno. Eppure, se ci tagliamo con la carta (è un dolore fastidiosissimo) questo non significa che non toccheremo mai più un foglio. Se un gatto giocando ci graffia (è nella natura dei felini) non ci priveremo mai del piacere di accarezzare un micio e sentirne le fusa. Insomma, le delusioni non devono impedirci di vivere, ma ci spingono ad essere più accorte.
Un periodo tutto per noi
Ci sta che vogliamo passare un periodo lontane dall’amore, a sfogare rabbia e dolore guardando film tristi mentre mangiamo cioccolatini. Ma dalle scottature s’impara a non scottarsi di nuovo: se con protezione 20 ci siamo ustionate la schiena, di sicuro la prossima volta che prendiamo il sole useremo protezione 50. Però non rinunceremo mai alla tintarella, come non dovremmo rinunciare all’amore.
Dobbiamo purificare i pensieri
Concediamoci quindi un periodo di solitudine e di isolamento durante il quale possiamo lenire il dolore facendo quello che più ci aiuta a purificare i pensieri, che sia lo yoga o la lettura, la danza o la meditazione. Un’idea? Andiamo nel parco, annusiamo il profumo degli alberi, passeggiamo, poi troviamo un sasso e cerchiamo di “scaricare” su di esso tutta la nostra tristezza, la tensione, l’angoscia che sentiamo dentro. E poi lasciamo il sasso nel bosco, a far disperdere nell’aria le nostre sofferenze.
Non possiamo non amare
Ma potremmo mai rinunciare davvero all’amore? È l‘amore stesso la ragione della vita, dei sentimenti, delle emozioni, delle speranze, della passione. L’amore ce lo meritiamo tutte, ma che sia quello giusto, grande, puro, sincero, basato sul rispetto e l’intesa perfetta. Dunque, precludendoci la possibilità di amare ancora, facciamo del male solo a noi stesse, e anche di più di quello che potremo procurarci andando di nuovo incontro a questo sentimento. Dell’amore abbiamo bisogno tutti, in ogni sua forma. E di quello che viviamo con una persona che ci completa e ci capisce, abbiamo una necessità vitale.
L’amore ci aspetta là fuori
La scienza ci dice ancora che per superare il mal d’amore occorrono tre mesi, ovvero il tempo necessario perché gli ormoni si stabilizzino dopo lo choc emotivo vissuto, ma anche perchè ricarichiamo le forze e comprendiamo che essere single non è un dramma ma una risorsa. Prendiamocela comoda, comunque. Nessuno ci obbliga a ri-fidanzarci di corsa, quindi riflettiamo bene sul nostro stato d’animo e rispettiamo i nostri tempi. Ma cerchiamo di vincere la nostra paura di amare cominciando a mettere fuori il naso dalla tana. Le delusioni si sono trasformate in esperienza e questa ci consentirà di intuire chi è ok per noi e chi no. Chiamiamola attenzione, prudenza, cautela. Fiuto. Il succo è che non ci caschiamo più.