#SegretiDelCuore

Il ragazzo della mia migliore amica è super possessivo: vorrei aiutarla

Scambiare la gelosia e il desiderio di possesso per amore vero può rivelarsi una trappola letale da cui non è facile uscire. Ecco come si può dare una mano a chi ci è finita dentro

Marina Mannino

Giornalista

Se fossi io la protagonista di questo problema saprei come risolverlo, ma al centro di questa storia c’è la mia migliore amica. Da un anno è fidanzata con un bel ragazzo, simpatico, ottimo studente all’università (come lei). All’inizio ero contenta di vederla brillare di gioia insieme a lui, ma poi quella luce si è oscurata. Non esce più con la nostra compagnia, ha cambiato look, appare sempre meno sui social. A forza di tempestarla di domande, mi ha confessato che il suo tipo non vuole che veda amici, che chatti o metta like a persone che lui non conosce, che si vesta troppo scoperta, addirittura che prenda decisioni senza consultarlo. Lei mi pare passiva, inerte, non capisce che questo ragazzo la sta annientando con la sua possessività. Dice che lo fa perché la ama. Come posso aiutarla?

Alisha

Se è vero che ognuna ha il diritto di vivere la sua vita come vuole, è altrettanto sacrosanto che ha il dovere di non rovinarsela. Quindi ben vengano le amiche lucide e affettuose che decidono di aiutare colei che non si rende conto di stare camminando sul bordo di un baratro, con l’intento di acciuffarla prima che precipiti.

L’emergenza è aiutare lei: come fare

Non focalizziamoci tanto sulle cause che spingono un ragazzo (o un uomo) a comportarsi in maniera soffocante e super possessiva, per quanto possa essere importante per comprendere tutto il fenomeno. Le spiegazioni sono molteplici, ma l’emergenza a cui fare fronte è innanzitutto cercare di aiutare la ragazza vittima di queste attenzioni oppressive.

1) Smantellare il muro del pensiero tossico

La prima cosa da affrontare, e forse la più difficile, è dissuadere l’amica dal pensiero tossico principale, ovvero: “Lui è geloso, possessivo, critico su quello che faccio perché vuole proteggermi dato che mi ama tanto. Questo è il convincimento più duro da estirpare. È una specie di muro, il più invalicabile che una ragazza possa costruirsi intorno, per non ammettere di essersi infilata in un ginepraio di malintesi dove quello che le appariva come un grande amore non lo è affatto. Equivarrebbe ad ammettere una terribile sconfitta e una delusione insopportabile, oltre a dover affrontare l’eventualità di rimanere sola.

2) Riuscire a farle capire a cosa sta rinunciando

Aiutarla a riconoscere la sua sofferenza, la sua progressiva perdita della libertà, la sua costante rinuncia a decidere da sola della sua vita, a rinnegare affetti che riteneva indispensabili sarà il passo più difficile da compiere. “Ma ti fa piacere non vedere più i nostri amici? Non pensi che dovresti fare tue scelte senza dover rendere conto a nessuno? Come mai gli hai dato le tue password?”, sono domande che possiamo fare in maniera leggera, quasi scherzosa, ma guardando la nostra amica negli occhi, per trasmetterle fiducia e affetto. Ma anche l’idea che il comportamento possessivo è una forma di abuso psicologico.

3) Prevedere la sua reazione di rabbia (ma poi ci penserà)

Lei potrebbe reagire male, arrabbiarsi, dire che non abbiamo capito niente: in realtà è felicissima così e il fatto che lui sia un ragazzo geloso le fa invece molto piacere. Ma possiamo scommetterci che inizierà a pensarci meglio, a quella sua vita un po’ da reclusa che le pare sempre di più soffocante. Ricorderà quei momenti in cui lui le dice “Sei solo mia”, “Devi vestirti come piace a me”, “Voglio averti tutta per me”, “Non mi va che vedi altre persone, anche se sono tuoi vecchi amici”, “Devi dirmi dove vai e con chi vai quando esci da sola, lo dico per il tuo bene”, “Mi pare che tu veda un po’ troppo quelli della tua famiglia, lo sai che ti condizionano”, “Non mi piace che parli con persone che io non conosco, tipo quel cameriere che ci ha serviti”, “Dammi la tua geolocalizzazione, così so sempre dove sei”. Queste, e tante altre frasi che appaiono dettate da quell’amore che lui dice di provare, in realtà possono nascondere una tendenza al controllo e al possesso che può rivelarsi pericolosa.

4) Chiedere una mano a chi le vuole bene

Se poi scopriamo che questo fidanzato colpevolizza la sua ragazza di ogni minimo problema della coppia, la fa sentire una poco di buono quando parla con un amico,  arriva a impedirle il libero accesso al telefono, a internet, alla macchina, ma anche allo studio, allo sport, agli hobby, e magari a mollarle qualche sberla, è il caso di coinvolgere qualcuno della famiglia di lei.

Se ci conosciamo da tanto tempo, è probabile che abbiamo confidenza anche con sua madre o con sua sorella, in caso ne abbia una. Altrimenti, chiediamo il supporto di un’altra amica comune e fidata. Insomma, parliamone, confrontiamoci, magari sentiamo il parere di un’esperta psicologa e valutiamo insieme se rivolgerci ad un centro antiviolenza.

5) Proteggerla dalla reazione di lui

La difficoltà sta poi nel fatto che l’amica, così manipolata e ingannata, potrebbe aver perso fiducia nella sua capacità di giudizio e avere una scarsa autostima. Potrebbe pensare che senza di lui non riuscirebbe mai a farcela. È proprio con l’aiuto di una serie di persone di cui lei si fida – o si è fidata finora – che potremo riuscire a farle aprire gli occhi. È anche vero che, se il manipolatore intuisce che qualcuno sta cercando di aiutare la sua “proprietà”, potrebbe diventare violento, ricorrere alle minacce, alle percosse, ai ricatti (compreso il revenge porn). Scenate continue, abbandoni improvvisi, insulti pesanti potrebbero colpire la ragazza, che si sentirebbe ancora più inerme e incapace di reagire. Manteniamo il contatto con lei, sperando che decida finalmente di riprendersi la sua vita.

5) Essere il suo “cerchio magico” di sicurezza

Lasciare un uomo del genere non è facile, perché la paura potrebbe paralizzare la nostra amica e farle scegliere di tornare nell’ombra del silenzio e del consenso incondizionato. La nostra speranza è che lei riesca ad ascoltare il suo istinto che, nel profondo del suo cuore, le dice di chiudere quella situazione, di chiedere aiuto, di riprendere a respirare. Al suo fianco ci dev’essere il “cerchio magico” formato da noi, le sue amiche più care, le donne della sua famiglia, ma anche suo padre, suo fratello, e chiunque si metterà dalla sua parte. Ci potranno essere anche i centri anti-violenza e di aiuto per donne in difficoltà. L’importante è farla sentire protetta e giusta, importante e libera.

Attenzione!

  • Impediamole di andare da sola all’ultimo appuntamento “chiarificatore” con il suo ex. Non accadrebbe nulla forse, ma sono troppi gli esempi che abbiamo sotto gli occhi di finali tragici non previsti ma intuibili.
  • Avvisiamola di fare attenzione a qualsiasi cosa sia di sua proprietà: la sua auto, il suo cane, la bici, il motorino. Diamole una mano a sorvegliare ciò che ha di più caro e personale.
  • Suggeriamole di cambiare numero di telefono e di rimuovere (e bannare) l’ex fidanzato dai social.
  • Ricordiamole di farsi accompagnare da qualcuno quando torna da scuola o dal lavoro.

Non sarà facile uscirne, ma ce la può fare. Perché togliere la libertà a una donna non è amore, è devianza, malvagità, odio. E per questo dovremmo sempre vigilare e proteggerci l’una con l’altra.

Dati su cui riflettere

  • Circa il 4% delle persone tra i 18 e il 24 anni ritiene accettabile che un ragazzo schiaffeggi la fidanzata perché ha flirtato con un altra persona: questo dato emerge dall’indagine Istat “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza” condotta tra maggio e luglio 2023. Oltre il 16% degli under 30 trova normale che un uomo controlli il cellulare o l’attività sui social della propria partner.
  • La ricerca “Teen Community”, condotta da Fondazione Libellula, ha indagato il tema della violenza di genere tra i giovani tra i 14 e i 19 anni. Questa fascia d’età ritiene poco o per niente forme di violenza: controllare  il cellulare o i profili altrui (39%), vietare al partner di accettare amicizie online (33%), chiedere al partner con chi e dov’è quando è fuori (33%), dire al partner quali vestiti può o non può mettere (26%).