La famiglia tossica sarà la tua rovina

È per questo che quando la consapevolezza di vivere in una famiglia tossica arriva, l'unico modo che abbiamo per sopravvivere è volare via

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È sempre meravigliosa quella consapevolezza che alcune persone hanno. Quella di sapere che qualunque cosa accada, e in qualsiasi momento della propria vita, si può sempre contare sulla famiglia. Lei che resterà sempre lì, con la porta pronta a riaprirsi e ad accoglierci in quella casa dove siamo cresciuti. Un tesoro prezioso, un valore aggiunto unico che ci concede l’unica certezza che abbiamo, quella di risentirci a casa quando e come vogliamo.

Una fortuna, questa, che non tutti però hanno. Perché c’è anche chi sente il desiderio crescente di chiudere quella porta di lasciarsela alle spalle per sempre. Perché è dietro di essa che si nascondono problemi antichi e mai risolti, gli stessi che entrano dentro, sotto la pelle e che avvelenano il cuore e l’anima. Perché la famiglia tossica è qualcosa che è destinata a cambiarci, per sempre.

Cosa si intende per famiglia tossica

La parola famiglia non dovrebbe mai essere accostata al termine tossicità perché ci sembra ovvio che questo paradosso vada in conflitto con ogni cosa che ci hanno insegnato e che conosciamo. Perché sappiamo che è insieme alla famiglia che dovremmo sentirci al sicuro e trovare un equilibrio quando tutto vacilla. E invece questo non sempre accade.

Perché la famiglia non si sceglie, capita. E non basta portare lo stesso cognome o sapere che dentro di noi scorre lo stesso sangue e i geni di determinate persone per sentirci al sicuro quando siamo con loro. Perché spesso sono proprio loro a crearci quelle ferite del cuore e dell’anima che resteranno sempre.

Dispotismo e sensi di colpa sono solo alcune delle situazioni che tengono in piedi i legami squilibrati tra i membri di una famiglia. A queste si aggiungono la frustrazione personale e le aspettative rivolte verso i figli che diventano sempre più soffocanti, l’iperprotezione, il senso di controllo e l’anaffettività.

Così la crescita, le attività e le abitudini sono tutte impostate in maniera sbagliata e giustificate con l’attenuante di prendere le decisioni per il bene dei figli che, è evidente, è tutt’altro che un bene.

Uscirne è possibile, anche se fa male

La consapevolezza di vivere in una famiglia tossica si manifesta crescendo, quando ormai quei meccanismi sono stati già avviati da tempo e fermarli risulta pressoché impossibile. È quello il momento in cui si manifesta l’esigenza di scappare via, ma anche il senso di colpa per averlo solo pensato. Perché c’è differenza tra allontanare amici, colleghi e conoscenti, e i familiari.

Crescendo impariamo che l’incontro con persone negative che avvelenano la nostra quotidianità non si può evitare, ma sappiamo anche che è nostro il potere di scegliere con chi vogliamo condividere la vita. Tutto si complica, però, quando quelle persone portano il nostro stesso cognome e i tratti del nostro volto e del carattere.

Allontanarsi dalla famiglia, nonostante la consapevolezza di legami e dinamiche tossiche, è forse la cosa più difficile al mondo ma necessaria per la salvaguardia del nostro futuro. Perché tutti abbiamo il diritto di spiegare le nostre splendide ali, anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo.