È difficile rispondere a quello che, evidentemente, è il quesito più ostico di sempre, perché in generale parlare dell’amore risulta sempre assai complicato. Lo è per chi lo vive con tutta quella folle intensità che siamo abituate a perseguire quando siamo alla ricerca dell’amore eterno, del lieto fine delle fiabe, e lo è anche per chi, ormai col cuore in frantumi, finge di non essere più interessata al sentimento che muove il mondo intero. Lo è per me che l’amore l’ho vissuto e poi l’ho perso. L’ho rifiutato e poi l’ho incontrato di nuovo.
Ma la verità è che tutti desideriamo l’amore. A volte in forme che ci spingono a intraprendere i sentieri più oscuri, quelli che ci conducono lì, direttamente sul fondo dal quale non riusciamo più ad alzarci. Anche quando fingiamo che non è così.
Anche quando raccontiamo a noi stesse e agli altri che non abbiamo bisogno dell’amore per essere felici. Perché da sole ci bastiamo, ci completiamo. Perché vivere da lupi solitari ha i suoi vantaggi, e questo è innegabile. Ma la verità è che addormentarsi al fianco di qualcuno, e con lui risvegliarsi, è una sensazione meravigliosa che abbiamo dimenticato.
La verità è abbiamo bisogno dell’amore che ci invade da dentro, che pervade tutto intorno. Quello che sa illuminare tutto ciò che ci circonda anche nei giorni più scuri, quelli che assomigliano all’oblio e che vengono spazzati via alla visione di un raggio di sole, che appare dove c’è amore.
Ed è chiaro che, leggendo queste parole, sembra quasi scontata la risposta alla domanda iniziale: si può davvero essere felici senza il grande amore? Una risposta univoca e oggettiva non credo esista, la verità è che tutto dipende dalle nostre credenze sull’amore e sulla felicità. E per questo, ancora una volta, è necessario indagare su quello che abbiamo dentro, sui nostri desideri più reconditi e nascosti, sulle nostre esperienze.
Potrei dirvi che la felicità è un abisso pieno di luce, che acceca e che illumina straordinariamente la vita di chi osa guardarci dentro. E potrei dirvi che il grande amore, quello più intenso che io abbia mai provato, è quello che nasce dentro e poi si diffonde ovunque. Un senso di completezza che si manifesta a giorni alterni, quando lo sguardo spensierato si posa su tutto ciò che c’è. Ma questa è la mia personale visione dell’amore e della felicità che non corrisponde necessariamente a quella degli altri.
Ma vi mentirei se non vi dicessi che ho vissuto anche io, sulla mia pelle, tutto il dolore che può provocare l’illusione del grande amore. Perché le cicatrici di quel cuore spezzato e poi ricucito sono rimaste, e sempre resteranno, anche se ben nascoste agli occhi degli altri.
Potrei dirvi che quando ce l’avevo tra le mani, quel grande amore, ero felice. Ma non è stato così. E questa non è la classica conseguenza di una sofferenza che è rimasta aggrappata sulla pelle e sull’anima, ma di una consapevolezza acquisita nel tempo, la stessa che mi ha fatto rinunciare alla felicità per tenermi stretta, con le unghie e con i denti, quello che era il grande amore.
Quindi se per grande amore intendiamo quelle storie folli che accelerano in ogni momento i battiti cardiaci, che ci fanno perdere il sonno e anche la fame, probabilmente vi direi che la felicità e l’amore non sempre vanno di pari passo. Ma se guardassi da fuori la mia vita oggi, e la relazione matura che sto vivendo, penserei tutto il contrario di quello che ho detto. La risposta, quindi, dove sta?
Io dico che la felicità arriva da dentro, proprio lì dove nasce anche l’amore. Un sentimento che può assumere forme inedite e sconosciute, tante di queste neanche mai esplorate, ma che è imprescindibile per sentirci vive. Io dico che la felicità dipende dall’amore e viceversa, ma sta a noi deciderne le origini e i confini.