Con le occasioni adeguate, le donne sono capaci di tutto

Noi possiamo essere tutto ciò che vogliamo, ma dobbiamo avere delle reali opportunità e una vera parità di genere. Ecco a che punto siamo

Foto di Marina Mannino

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Laureata in Lettere, è stata la caporedattrice di una famosa rivista per ragazze e ha lavorato nella produzione musicale. Scrive per diverse testate e per DiLei si occupa di test sulla personalità, della rubrica #segretidelcuore e scrive articoli per la sezione DiLei GirlZ.

Pubblicato: 22 Agosto 2024 10:00

Se ne abbiamo le opportunità, possiamo essere tutto ciò che sogniamo: astronaute, esploratrici, scienziate, stiliste, imprenditrici, economiste, artiste, e in ogni ambito riusciamo bene. Per non parlare del ruolo di madre. Ma a noi niente è dovuto e ogni conquista ce la dobbiamo sudare. Com’è la nostra situazione globale? Non buona, purtroppo.

La situazione globale e italiana

Tuttofare 24/24 h

Quanto carico di lavoro, anche non retribuito, abbiamo? Si dice che l’uomo non riesca a fare bene due cose contemporaneamente mentre le donne sono multitasking, ovvero ne fanno cento e riescono tutte bene: lavorano (se il lavoro c’è), badano alla casa, seguono i figli nelle loro numerose attività (studio, nuoto, danza, tennis ecc), si occupano degli animali di famiglia, sorvegliano i genitori anziani un po’ svitati, fanno la spesa giornaliera, controllano il budget mensile, organizzano le attività di tutti e le vacanze, dedicano (poco) tempo a sé stessa e alle amiche, si informano, cucinano, curano le malattie familiari, dall’influenza con 37, 1° del compagno al polso rotto del figlio caduto dal monopattino. Ci vuole un fisico pazzesco per resistere a tutto questo senza decidere di fuggire in Australia facendo perdere le proprie tracce.

Ormoni e forza di volontà

Invece le donne resistono, energiche e coraggiose, per la forza delle loro convinzioni e e dei loro sentimenti, ma anche perché dalla loro parte ci sarebbero gli estrogeni, ormoni femminili che lavorano più o meno fino alla menopausa. Uno studio del 2017 dell’University Hospital Balgrist di Zurigo ha rilevato che un’alta concentrazione di questi ormoni avrebbe effetti positivi a livello cognitivo e addirittura inibirebbe risposte sbagliate. La natura, dunque, ci rende più performanti ma anche più stressate: il multitasking aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, e di adrenalina, che possono portare anche allo sviluppo di un comportamento aggressivo ed impulsivo. Ma noi abbiamo molto self control.

La disparità di genere

Come ben sappiamo, c’è ancora molta disparità di genere, nel lavoro, nell’accesso a ruoli di leader, nella salute. Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report 2024 (Rapporto sul divario di genere globale, giugno 2024)  del World Economic Forum, organizzazione no profit svizzera, i dati di questo gap (ricavati da 146 Paesi) non sono proprio confortanti. Al ritmo attuale ci vorranno altri 134 anni, equivalenti a cinque generazioni, per raggiungere la piena parità di genere a livello mondiale. Noi che stiamo leggendo non la vedremo.

L’Italia è all’87° posto

In testa alla classifica dei 146 Paesi con meno disparità di genere c‘è l’Islanda, seguita da Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda, Svezia, Nicaragua, Germania, Namibia, Irlanda. L’Italia è all’87esimo posto. Altri dati su cui riflettere? Su 40 Paesi europei, siamo al 37esimo posto. Nella Partecipazione e Opportunità Economiche ci piazziamo al 111esimo gradino; come Livello di Istruzione siamo alla 36esima posizione, in Salute e Sopravvivenza abbiamo il 94esimo posto, mentre l’Empowerment Politico ci vede alla 67esima posizione. Non malissimo, nell’insieme, ma nemmeno bene.

E l’ONU pensa alle donne

Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite concernenti povertà, diseguaglianze, cambiamento climatico, degrado ambientale, pace e giustizia ce n’è uno, il quinto, relativo alle azioni internazionali per il raggiungimento dell’Uguaglianza di Genere. Secondo i dati riportati dall’ONU, nel mercato del lavoro le donne guadagnano il 23 per cento in meno degli uomini a livello globale.

Al ritmo attuale, ha calcolato l’ONU, ci vorranno circa 300 anni per porre fine al matrimonio delle bambine, 286 anni per colmare le lacune nella tutela legale ed eliminare le leggi discriminatorie, 140 anni perché le donne siano rappresentate equamente in posizioni di potere e leadership sul posto di lavoro e 47 anni per raggiungere una rappresentanza equa nei parlamenti nazionali. Tempi biblici, ma speriamo bene.

Le occasioni vanno “conquistate”

Le occasioni e le opportunità non ci vengono offerte “gratuitamente”: per fare carriera fatichiamo il doppio e dobbiamo spesso fare compromessi tra le nostre esigenze e quelle lavorative. Inoltre siamo più istruite degli uomini ma lavoriamo di meno. Anche con la laurea siamo penalizzate: il XXV Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati nel 2023 ha evidenziato che, a parità di condizioni, a un anno dal titolo i laureati hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle laureate e percepiscono in media 70 euro netti in più al mese rispetto alle donne.

Tra lavoro e famiglia

Molte donne non lavorano affatto oppure devono lasciare il lavoro per occuparsi della famiglia (e non solo dei figli e del marito, ma anche degli anziani non autonomi). La conseguenza peggiore è l’assenza o la perdita di indipendenza economica, anche minima. Il Rapporto Annuale ISTAT 2023 ha rilevato che la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è molto legata ai carichi familiari, alla disponibilità di servizi per l’infanzia e la cura, ai modelli culturali: nel 2022 il tasso di occupazione delle 25-49enni è l’80,7 per cento per le donne che vivono da sole, il 74,9 per cento per quelle che vivono in coppia senza figli, e il 58,3 per cento per le madri. L’Italia resta, insieme a Malta e Grecia, uno dei paesi europei con la più bassa componente femminile nell’occupazione.

La libertà di decidere da sole

Ma dobbiamo lottare anche per un altro diritto che viene continuamente messo in discussione: quello all’autodeterminazione riguardo la nostra sessualità, la riproduzione, la salute. Tale diritto è stato chiaramente definito come uno dei diritti umani inalienabili delle donne e sancito dalla Piattaforma di Pechino della Quarta Conferenza Mondiale dell’ONU sulle Donne del 1995, considerata la “Carta internazionale dei diritti” femminili. Tale documento affermava: “I diritti umani delle donne comprendono il diritto ad avere il controllo e decidere liberamente e responsabilmente sulle questioni relative alla propria sessualità, compresa la salute sessuale e riproduttiva, libere da coercizione, discriminazione e violenza.” Ma questi principi non sono sempre rispettati e cambiano a seconda della cultura, delle tradizioni, del credo religioso, dello status economico. L’idea che la donna non possa decidere da sola del suo corpo è ampiamente diffusa in tutto il mondo. E molti governi pretendono di limitare la libertà di scelta delle donne.

“My body, my choice” (il mio corpo, la mia scelta) fu lo slogan programmatico coniato nel 1969 dal movimento femminista americano per rivendicare il diritto alla libertà di scelta su sesso, riproduzione, autodeterminazione. A distanza di oltre mezzo secolo siamo ancora alle prese con la difesa di questo diritto.

Cosa possiamo fare

Dobbiamo stare molto all’erta se vogliamo che i nostri diritti – nel lavoro, nella salute, nell’indipendenza economica, nelle scelte personali – siano sempre protetti e rispettati. E dobbiamo impegnarci per conquistare quella parità di genere che ci meritiamo, ma che si meritano anche e soprattutto le nostre figlie, le figlie delle nostre figlie e così via fino al raggiungimento di questo obiettivo. Non aspettiamoci che le società ci offrano sempre le opportunità per potenziare le nostre qualità, ma partiamo dall’idea che dobbiamo esigerle e ottenerle da sole. Non smettiamo mai di avere stima in noi stesse e di darci da fare per i nostri obiettivi e desideri. Facciamo fronte comune contro le discriminazioni, lo sfruttamento, la violenza, l’isolamento sociale e cultuale. Le donne sono davvero capaci di tutto, per questo devono fare pressione sulle istituzioni per avere pari opportunità con gli uomini. E poi vediamo chi è il sesso debole.

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”. Oscar Wilde