L’ansia è la risposta naturale del corpo allo stress. È una sensazione di paura o apprensione per ciò che potrebbe succedere. Se in certe occasioni provare timore e nervosismo è del tutto normale, quando questi sentimenti sono estremi, durano a lungo, sono difficili da controllare, sono sproporzionati rispetto al pericolo reale e interferiscono con la vita della persona, potrebbero denotare la presenza di un disturbo d’ansia vero e proprio, ben diverso dalle preoccupazioni passeggere o dalle tensioni dovute a un periodo impegnativo.
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L’ansia è una malattia?
In certe situazioni è del tutto normale essere ansiosi: per esempio, prima di un esame importante, quando ci si deve trasferire, se si sta attendendo una notizia rilevante, il primo giorno di un nuovo lavoro, nel caso in cui si debba tenere un discorso in pubblico. Questo tipo di preoccupazione è sicuramente spiacevole, ma può anche essere positiva: infatti, motiva a impegnarsi di più.
L’ansia ordinaria è una sensazione che va e viene, durando solo per un breve periodo di tempo e non arrivando a interferire con la vita quotidiana. Nel caso di un disturbo d’ansia, invece, la sensazione di paura potrebbe accompagnare il paziente in maniera costante, senza mai scomparire, essere intensa e talvolta debilitante. Questo tipo di ansia può essere talmente impattante da spingere la persona a smettere di fare le cose che più le piacciono. In casi estremi, potrebbe impedire di entrare in un ascensore, attraversare la strada o persino uscire di casa. Se non trattata, la problematica continuerà a peggiorare.
I disturbi d’ansia sono la forma più comune di disturbo emotivo e possono colpire chiunque, a qualsiasi età. I sintomi possono anche iniziare durante l’infanzia o l’adolescenza e continuare nell’età adulta.
Ansia: quali sono i sintomi
Non esiste un unico tipo di ansia. Questa condizione può assumere connotati diversi a seconda della persona che la vive. Per questo, è importante conoscere tutti i modi in cui può presentarsi. C’è chi prova un disagio a livello dello stomaco e chi un’accelerazione del battito cardiaco (tachicardia), c’è chi si sente fuori controllo come se avvertisse una disconnessione tra la sua mente e il suo corpo e chi riesce a mantenere un apparente equilibrio.
In ogni caso, occorre sapere che quando ci sente ansiosi, il corpo va in allerta, cercando possibili pericoli e attivando le risposte di lotta o fuga. Ecco perché, in linea di massima, i sintomi dell’ansia generale includono:
- aumento della frequenza cardiaca
- respirazione rapida o iperventilazione
- senso di peso/fastidio a livello di stomaco e/o gola
- irrequietezza, nervosismo, tensione
- sensazione di pericolo imminente, paura e preoccupazione
- sudorazione aumentata o abbondante
- tremori o contrazioni muscolari
- debolezza e letargia
- problemi di concentrazione
- incapacità di distogliere il pensiero da ciò che preoccupa e di pensare chiaramente ad altro
- problemi digestivi o gastrointestinali
- difficoltà ad addormentarsi e insonnia
- incubi
- ossessioni su certe idee e/o comportamenti
- pensieri o ricordi dolorosi che non si è in grado di controllare
- timore per un evento o un luogo specifico
- voglia di evitare le cose che scatenano l’ansia.
Gli attacchi di panico
In alcuni casi, questa condizione scatena veri e propri attacchi di panico, ossia una sensazione di paura o angoscia che raggiunge il picco in pochi minuti e si associa ad almeno quattro dei seguenti sintomi: palpitazioni, sudorazione, tremolii, mancanza di respiro o soffocamento, dolori al petto o senso di oppressione, nausea o problemi gastrointestinali, vertigini, stordimento o sensazione di svenimento, sensazione di caldo o freddo, sensazione di intorpidimento o formicolio (parestesie), sensazione di essere distaccati da se stessi o dalla realtà (noto come depersonalizzazione e derealizzazione), paura di “impazzire” o di perdere il controllo, paura di morire.
Quanti disturbi d’ansia esistono
Il disturbo d’ansia più comune è il disturbo d’ansia generalizzato, caratterizzato da un’ansia persistente ed eccessiva e da una preoccupazione per attività o eventi, anche ordinari e di routine. La preoccupazione è sproporzionata rispetto alla circostanza reale, è difficile da controllare e influisce su come ci si sente fisicamente. Si verifica spesso insieme ad altri disturbi d’ansia o depressione. Altri disturbi d’ansia diffusi sono:
- l’agorafobia, un tipo di disturbo in cui si temono e spesso si evitano i luoghi o le situazioni che potrebbero far sentire intrappolati, impotenti o imbarazzati;
- il disturbo d’ansia dovuto a una condizione medica, che include sintomi di preoccupazione intensa o panico, che sono direttamente causati da un problema di salute fisico,
- il mutismo selettivo, una consistente incapacità dei bambini di parlare in determinate situazioni, per esempio a scuola;
- il disturbo d’ansia da separazione, un disturbo dell’infanzia caratterizzato da un’ansia eccessiva per il livello di sviluppo del bambino e correlato alla separazione dai genitori o da altre figure che hanno ruoli genitoriali;
- il disturbo d’ansia sociale (fobia sociale), che comporta alti livelli di ansia, paura ed evitamento di situazioni sociali a causa di sentimenti di imbarazzo, autocoscienza e preoccupazione di essere giudicati o visti negativamente dagli altri;
- le fobie specifiche, caratterizzate da una forte ansia quando si è esposti a un oggetto o una situazione ben determinati e dal desiderio di evitarli;
- il disturbo d’ansia indotto da sostanze, in cui i sintomi di ansia intensa o panico sono il risultato diretto dell’abuso di droghe, dell’assunzione di farmaci, dell’esposizione a una sostanza tossica o dell’astinenza da droghe.
Oltre ai disturbi d’ansia menzionati, esistono altre condizioni psicologiche correlate o che si possono assomigliare, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la sindrome da stress post-traumatico (PTSD), e il disturbo da attacchi di panico che abbiamo già accennato.
Esistono le strategie diagnostiche specifiche per distinguere tra questi disturbi: Il DOC è caratterizzato da pensieri ricorrenti (ossessioni) e comportamenti ripetitivi (compulsioni) che interferiscono significativamente con la vita quotidiana. La PTSD si verifica dopo un evento traumatico e può causare flashback, incubi e ipervigilanza.
Le cause dell’ansia
L’ansia è una condizione molto complessa, le cui cause non sono del tutto note. È probabile però che derivi dall’interazione fra diversi fattori: ambientali, genetici e chimici. Esperienze di vita come eventi traumatici sembrano innescare disturbi d’ansia in persone che sono già inclini a questa problematica.
In alcuni casi, l’ansia può essere collegata a un problema di salute sottostante, come cardiopatie, diabete, problemi alla tiroide, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma, abuso o astinenza da droghe, astinenza da alcol, sindrome dell’intestino irritabile. Talvolta, all’origine dell’ansia c’è l’uso di alcuni farmaci.
Ansia: i fattori di rischio
I seguenti fattori possono aumentare il rischio di sviluppare un disturbo d’ansia:
- traumi: i bambini che hanno subito abusi o traumi o che hanno assistito a eventi traumatici presentano un rischio maggiore rispetto alla norma di sviluppare un disturbo d’ansia a un certo punto della vita. Anche gli adulti che sperimentano un evento traumatico possono sviluppare questi problemi;
- stress per una malattia: soffrire di una condizione di salute fragile o precaria o di una malattia grave può causare notevoli preoccupazioni;
- accumulo di stress: un grande evento stressante (come un lutto) o tanti eventi stressanti minori sommati possono innescare una preoccupazione eccessiva;
- certe personalità: le persone con determinati tipi di personalità (per esempio molto vulnerabili, sensibili, fragili) sono più inclini a questi disturbi;
- altri disturbi di salute mentale: le persone con altri disturbi come la depressione, spesso hanno anche un disturbo d’ansia;
- famigliarità: avere parenti di sangue con un disturbo d’ansia aumenta il rischio;
- droghe e alcol: l’uso, l’abuso o l’astinenza di droghe o alcol possono causare o peggiorare l’ansia.
Chi può diagnosticare l’ansia
In presenza di sintomi sospetti, il medico potrebbe inviare il paziente da un medico neurologo, da uno psichiatra e/o da uno psicoterapeuta. Queste figure, dopo un’attenta anamnesi, ossia un colloquio approfondito con la persona per conoscere i sintomi avvertiti, la sua storia clinica personale e famigliare, potrebbero prescrivere una serie di analisi ed esami per indagare meglio la situazione.
Per esempio, potrebbero condurre un esame fisico e neurologico, richiedere esami del sangue o delle urine per escludere condizioni mediche sottostanti che potrebbero aver contribuito alla comparsa delle manifestazioni presenti. Inoltre, per valutare il livello di tensione e preoccupazione avvertito dal paziente, ricorreranno a diversi test e scale di ansia.
Ansia: i possibili rimedi
I due principali trattamenti per questi disturbi sono la psicoterapia e la terapia farmacologica. Spesso, si ricorre a una combinazione dei due. Potrebbero essere necessari alcuni tentativi per scoprire quali trattamenti funzionano meglio per il singolo individuo.
La terapia farmacologica prevede il ricorso a medicinali in grado di alleviare i sintomi. A seconda del tipo di disturbo presente e della singola situazione, si può ricorrere a molecole diverse, come antidepressivi, farmaci ansiolitici, sedativi.
La psicoterapia prevede il lavoro con un terapeuta per ridurre i sintomi avvertiti.
Oltre alla terapia farmacologica e alla psicoterapia, esistono anche approcci alternativi per gestire l’ansia. La meditazione, lo yoga e la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) sono stati dimostrati utili nel ridurre i sintomi ansiosi. Alcune persone trovano beneficio anche dalla terapia di esercizio fisico regolare e dalla dieta equilibrata. La prevenzione dell’ansia può coinvolgere la gestione dello stress attraverso tecniche di rilassamento come la respirazione profonda e la visualizzazione positiva.
Ridurre il consumo di caffeina e alcol, mantenere uno stile di vita sano con una dieta equilibrata e regolare attività fisica, e coltivare relazioni sociali positive possono anche contribuire a ridurre il rischio di sviluppare disturbi d’ansia.
Fonti bibliografiche:
- Saeed SA, Cunningham K, Bloch RM. Depression and Anxiety Disorders: Benefits of Exercise, Yoga, and Meditation. Am Fam Physician. 2019 May 15;99(10):620-627. PMID: 31083878.