Quanto tempo può stare da solo un gatto in casa?

Quanto tempo può stare da solo un gatto in casa dipende da diversi fattori. In ogni caso è fondamentale non farlo soffrire di ansia da separazione. Ecco come

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Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Il gatto quanto tempo può stare da solo in casa? La risposta non può essere immediata, ma è necessario sradicare alcune convinzioni errate sull’indole di questi animali. Per quanto la gestione felina non sia quella dei cani, uno dei miti da sfatare su questa specie è che sia completamente indipendente e che non abbia bisogno di cure fisiche ed emotive. Questi animali domestici, infatti, sono in grado di provare sentimenti e di legarsi a chi considerano famiglia esattamente come altre specie d’affezione. Il loro linguaggio del corpo è certamente diverso rispetto ad altri pet ed è spesso qui che si crea il cortocircuito comunicativo.

Per prendersi cura di questi quattro zampe è bene imparare quali sono i bisogni e le attenzioni di cui necessitano. Fra questi c’è l’esigenza di non soffrire di solitudine perché, contrariamente alla credenza di molti, lasciati troppo tempo a casa senza compagnia e stimoli, stanno male. È importante che abbiano i propri spazi, sì, ma anche la giusta considerazione. Questa è un’informazione fondamentale da conoscere prima di adottare un esemplare: si tratta di un atto di responsabilità a lungo termine.

Come non far soffrire di solitudine il gatto

Ogni felino ha il proprio carattere, ma di solito nessun esemplare ha difficoltà a rimanere solo per circa otto ore al giorno. Se si deve uscire per lavoro, quindi, e si lasciano tutti i comfort di cui ha bisogno non c’è da preoccuparsi. Alcuni possono sopportare perfettamente l’assenza di compagnia anche per 24 ore, ciò che conta è che abbiano sempre e comunque cibo, acqua fresca e lettiera pulita a disposizione. Superate queste tempistiche, si possono manifestare i sintomi dell’ansia da separazione nel gatto.

Un discorso a parte va fatto se si hanno dei cuccioli in giro per casa. La frequenza con cui devono mangiare e il bisogno di calore giocano un ruolo importante e variano in base all’età e al processo di svezzamento. In questo caso è bene lasciarsi guidare dal veterinario di fiducia e non assentarsi comunque più di due ore al giorno.

Un appartamento a misura di gatto permette di assecondare le esigenze feline senza rinunciare alla propria libertà. Se gli spazi sono adeguati, il proprio animale ha tutto quello che gli serve per sopravvivere ed è stimolato correttamente sia dal punto di vista fisico che psicologico, sentirà molto meno la mancanza dei proprietari. Questi sono i suoi bisogni primari:

  • Ciotole con cibo e acqua;
  • Lettiera pulita;
  • Cuccia capiente;
  • Tiragraffi;
  • Giochi pensati per i gatti;
  • Luce naturale;
  • Temperature interna ed esterna adeguate.

Sono questi i must have che non possono mancare nella casa di qualcuno che tiene alla salute psicofisica del proprio gatto. Per i più esigenti, inoltre, lasciare la televisione o la radio accese può aiutare a creare un’atmosfera confortevole. I rumori, seppur artificiali, tengono compagnia e fanno sentire meno la solitudine.

Come si fa a capire se un gatto soffre la solitudine

Posto il fatto che tra i falsi miti sui gatti c’è quello secondo il quale l’indipendenza sia sinonimo di desiderio di solitudine constante. Niente di più falso. Se è vero che i felini necessitano dei propri spazi, è anche vero che hanno bisogno di sentirsi amati e considerati. Soprattutto se questo fa parte della loro routine, cambiamenti repentini nei comportamenti potrebbero destabilizzarli e provocare stress. Per capire se questo è il caso del proprio gatto si deve saper leggere il linguaggio verbale e non verbale. Se si manifesta uno o più di questi segnali, quindi, è bene cambiare qualcosa nel rapporto uomo-animale:

  • Richiesta di attenzioni;
  • Attaccamento maggiore rispetto alla norma;
  • Inutilizzo o utilizzo improprio della lettiera;
  • Dispetti;
  • Inappetenza;
  • Letargia;
  • Miagolio rumoroso;
  • Distacco verso il padrone;
  • Eccessiva cura dell’igiene personale.

Per non far soffrire la solitudine al proprio gatto è importante non modificare troppo le sue abitudini. Il risveglio, il momento della pappa e tutte le tappe che scandiscono la giornata devono essere garantiti. Lo stesso vale quando si va in vacanza: va valutato dove lasciare gli animali domestici in base alla propria indole. Ci sono felini che stanno meglio nel proprio habitat con assistenza a domicilio e chi invece ha bisogno di seguire il proprio padrone ovunque.

gatto davanti alla finestra

Gatto solo in casa per una settimana, come gestirlo

Che sia per una o due settimane, quanto tempo può stare da solo un gatto in casa dipende da come si organizza la gestione della sua routine. Certamente, a meno che non si opti per strutture ricettive che accolgono gli animali come in un hotel specializzato, è opportuno scegliere qualcuno di fidato che si prenda l’impegno di andare dove vive l’esemplare almeno una volta al giorno per garantire cibo, acqua e pulizia della lettiera. Possono essere:

  • Familiari;
  • Amici;
  • Vicini;
  • Cat-sitter.

Che si scelga un parente, un amico, un vicino amanti degli animali o un cat-sitter professionista, l’importante è che sappia come interagire con un felino e che conosca tutto quello di cui ha bisogno. Non si tratta solo delle esigenze pratiche, ma anche di empatia. Il gatto non deve pensare che la sua casa sia stata invasa e deve fidarsi dell’ospite che entra quando non c’è nessuno delle persone che ama a tranquillizzarlo.

Se gli spostamenti non sono un grosso problema per il felino e le vacanze possono essere pensate in chiave pet friendly si può valutare di portare il proprio gatto in viaggio con sé. Programmando gli spostamenti e prenotando in hotel che accettino gli animali, può essere un’esperienza assolutamente positiva. Infatti ci sono sempre più ristoranti e hotel che accettano cani e gli altri pet.

Pensione per gatti, come sceglierla

Qualora nessuno potesse occuparsi in loco del gatto, c’è un numero sempre maggiore di pensioni specializzate nella cura degli animali domestici. L’ideale è che l’esemplare in questione venga abituato sin da cucciolo, con una socializzazione mirata, in maniera tale che non lo viva come un abbandono o un trauma. Oltretutto è fondamentale che si scelga personale preparato e certificato.

Ci si può affidare al passaparola di amici fidati, magari anche loro proprietari di animali; chiedere al proprio veterinario di fiducia o cercare online. In quest’ultimo caso è fondamentale accertarsi che le recensioni siano positive e soprattutto reali. Infine, è meglio visitare prima la struttura, per verificare di persona – e con margine di tempo per poter cambiare idea – che sia confortevole, pulita e gestita da persone competenti e amorevoli nei confronti di colui che si considera un membro della famiglia a tutti gli effetti.