Anche i cani hanno il senso del tempo: infatti, quando rientri a casa dal lavoro ogni giorno il tuo cane è lì ad aspettarti come se sapesse già del tuo arrivo, oppure sa bene qual è l’orario in cui dovrà mangiare o andare a fare la sua passeggiata quotidiana.
I nostri cani non hanno il tempo scandito con precisione di un orologio svizzero in ore, minuti e secondi, ma sanno a loro modo, misurare il tempo e percepiscono il suo passare.
Indice
Come fanno i cani a percepire il passare del tempo?
Il cane possiede una percezione del tempo direttamente collegata al suo bioritmo, ovvero dal suo orologio biologico, regolato dall’asse ipotalamo-ipofisi, che scandisce le fasi di sonno e della veglia e le diverse esigenze fisiologiche, come il comportamento alimentare, la temperatura, il metabolismo e l’accrescimento, l’attività sessuale.
Questa attività biologica intrinseca, condizionata anche dagli stimoli esterni del ritmo circadiano, percepiti attraverso la variazione della luce e dell’oscurità, scandisce il tempo e consente al nostro cane di percepire “che ora è”. Il sistema circadiano ottimizza l’adattamento dell’organismo in base al momento della giornata, grazie a numerosi e coordinati processi biochimici che avvengono a livello molecolare, anticipando i cambiamenti ambientali esterni.
Per meglio chiarire di cosa stiamo parlando, ecco ad esempio alcuni orari orientativi in cui avvengono delle modificazioni corporee che l’animale in linea di massima percepisce e che gli permettono di orientarsi nel tempo.
Con il calare del sole, verso le 18:00 circa si verificherà un aumento della pressione sanguigna, associato ad un incremento della temperatura corporea che raggiungerà il suo massimo dalle 20:00 in poi.
Intorno alle ore 21:30 inizierà la secrezione di melatonina con riduzione dei movimenti intestinali che tenderanno ad interrompersi circa verso le 23:00.
Per le 02:00 l’animale si ritrova nella fase di sonno profondo e verso le ore 04:00 si assiste ad una diminuzione della temperatura corporea che raggiunge livelli molto bassi.
Con il sorgere del sole, si manifesterà un aumento della pressione sanguigna in corrispondenza delle 06:30, con interruzione della secrezione di melatonina verso le 07:30, ripresa della normale motilità e della peristalsi intestinale verso le 08:30 con comparsa di uno stato vigile e di allerta dell’animale.
La piena attività riprende verso le 10:00, capacità che viene mantenuta fino alle ore 17:30 circa, fase in cui persiste un’ottima efficienza muscolare ed una buona coordinazione del cane.
Queste variazioni interne si ripercuotono sulla capacità di concentrazione, di attenzione e di partecipazione del cane, motivo per cui è bene conoscerle anche per capire in quali momenti pretendere di più dall’interazione e dalla relazione con il nostro cane.
Inoltre, sono proprio gli stati fisici che queste variazioni comportano a far capire al nostro amico a quattro zampe qual è più o meno l’orario in cui usciamo, il momento in cui torniamo a casa e quando è il momento invece di passeggiare insieme.
I cani percepiscono il tempo grazie all’olfatto
L’esperta cinofila americana Alexandra Horowitz ha descritto la straordinaria capacità dei cani di “annusare” il tempo. Analizzando le peculiarità dell’olfatto dei cani, ha spiegato che l’intensità degli odori consente all’animale di quantificare il tempo: l’odore più forte sta a significare che è trascorso poco tempo, al contrario la percezione di un odore meno marcato, che è passato più tempo.
I cani riescono ad intuire quindi da quanto tempo sono da soli, valutando la persistenza e l’intensità dell’odore del suo proprietario, annusando gli oggetti in casa. Inoltre, molti studi affermano che i cani possano quantificare il tempo anche facendo riferimento alla variazione dei fattori esterni come rumori ambientali, odori, alternanza luce – buio, e dei fattori interni collegati ai bisogni fisiologici come il senso di fame – sete, stanchezza, necessità di uscire a fare i bisogni.
La memoria del cane
Uno dei più grandi etologi al mondo, Mark Bekoff, spiega che gli animali sono dotati di emozioni e di memoria, tesi sempre più suffragata da prove scientifiche. Sarebbe impossibile accettare i meccanismi di sopravvivenza degli animali, senza ammettere l’esistenza di qualcosa di sovrapponibile alla nostra memoria.
Il cane, infatti, è in grado di ricordare le cose, focalizzandosi sugli oggetti o su determinate azioni, sfruttando principalmente la capacità di associazione e di imitazione. Sono stati condotti numerosi studi che hanno distinto tre tipologie di memoria:
- memoria a breve termine: persiste per un lasso di tempo brevissimo e facilita il cane nell’esecuzione delle attività più semplici, assicurando la corretta consequenzialità delle diverse fasi. Ad esempio prendere un osso, scavare la buca, inserire l’osso, coprire la buca. Una volta terminato il compito, il cane tenderà a dimenticare quanto memorizzato. Questo tipo di memoria ha una durata di circa 10 o 20 secondi, quindi se ad esempio al mio rientro a casa trovo il divano mordicchiato, non ha senso sgridare il cane, perché non riuscirà ad associare il rimprovero all’azione compiuta 30’ prima. Se invece il cane viene colto nel momento in cui ha realmente compiuto l’azione, allora potrà facilmente capire di aver sbagliato;
- memoria a lungo termine: rappresenta l’archivio delle esperienze del cane, in cui sono memorizzati tutti gli eventi accaduti nell’arco della sua vita. Questa consente di ricordare tutti gli odori, suoni, luoghi, oggetti e persone con cui il cane è entrato in contatto e favorisce il suo processo di crescita e di adattamento. A prescindere dalla natura dell’evento accaduto, positivo o negativo che sia, il cane memorizza quei momenti verificatisi in particolare nei suoi primi 3 – 4 mesi e durante la fase di maturazione sessuale, che avranno maggior impatto sulla sua vita futura perché verranno richiamati alla mente grazie a determinati stimoli, in grado di evocare il ricordo di un episodio particolare vissuto tempo addietro. Questa capacità di apprendimento non scompare, anche se più avanza l’età più saranno necessarie un certo numero di ripetizioni per far sì che un qualcosa venga memorizzato;
- memoria procedurale: consente l’esecuzione di funzioni più complesse e di fronte ad uno stesso stimolo consente all’animale di rispondere in modo compatibile e funzionale, applicando la procedura già appresa. Questo tipo di memoria è fondamentale per la risoluzione di giochi di attivazione mentale e per tutte quelle attività che richiedono abilità psicomotorie, ovvero discipline cinofilo-sportive come Agility, Obedience, Canicross, Dog dance, Dog Diving, Dog Frisbee, ed altre in cui l’animale si diletta ad apprendere determinati comportamenti e ripeterli secondo schemi motori fissi ed ormai acquisiti, fino all’Utilità e Difesa nei cani da lavoro che prevede un livello più elevato di addestramento con ricerca in pista, obbedienza e difesa personale.
La memoria anticipatoria del cane
Il cane, in quanto essere sociale, trascorre la sua vita relazionandosi ed interagendo con il mondo circostante. Da questi continui scambi esperienziali, apprende che da ogni azione scaturisce una risposta nell’ambiente che lo circonda, quindi in base al comportamento che mette in atto è in grado di anticipare gli effetti di ciò che accadrà. In questo modo, il nostro cane ha la sua idea del “futuro”.
La memoria razionale del cane
La memoria del cane è di tipo associativo. Il cane, quindi, ricorderà ogni evento in base all’emozione che prova e percepisce nell’esatto momento in cui lo sta vivendo. Per chiarire ciò di cui stiamo parlando, facciamo un esempio molto semplice: come si comporta il cane di fronte ad una fonte di dolore? La prima volta entra in relazione in modo aperto e curioso, ma la seconda volta, avendo correlato l’esperienza ad un trauma doloroso, ricorderà l’emozione provata e tenderà a sottrarsi ed allontanarsi. Al contrario, sarà in grado di riconoscere un posto che ama o ricordarsi di persone che non vede da tanto tempo, manifestando estrema gioia.
Questo tipo di apprendimento mnemonico viene utilizzato per addestrare il cane e per insegnargli determinati comportamenti, grazie alla tecnica del rinforzo positivo. All’azione desiderata viene associato un premio o delle carezze extra, affinché l’animale si ricordi cosa è giusto fare per ottenere un vantaggio. In questo modo, vengono potenziati gli atteggiamenti ricercati e desiderati e, in maniera più o meno automatica, persi quelli meno graditi.
La memoria olfattiva ed emotiva del cane
L’olfatto è il senso più sviluppato dei cani ed è scientificamente provato che i cani possano ricordare odori a distanza di anni. È stato scoperto inoltre che la memoria olfattiva è correlata alla memoria emotiva, come per l’uomo. Infatti, le associazioni che avvengono nel cervello del cane sono relazionate a ciò che l’animale ha sentito a livello emotivo durante l’interazione con l’uomo; i suoi gesti, le sue azioni, i suoi movimenti, il suo sguardo, la sua voce ed il suo odore, creano dei ricordi indelebili che rimarranno impressi per tutta la vita nel cervello del cane.
La memoria uditiva del cane
Allo stesso modo i nostri amici a quattro zampe sono in grado di ricordare ogni sensazione uditiva, correlata ad una determinata emozione piacevole o spiacevole. L’animale è in grado di identificare un rumore sgradevole associato ad un pregresso evento negativo, come di riconosce il rumore dell’auto del proprietario o identificare il suono della sirena dell’ambulanza perché ha visto e memorizzato il momento in cui qualche membro della sua famiglia è stato portato via con quel mezzo. Il cane associa i suoni alle emozioni e alle esperienze che vive ed è in grado di ricordarli.
Per concludere, possiamo quindi affermare che i nostri amici a quattro zampe hanno una memoria, riescono ad anticipare azioni future e apprezzano il trascorrere del tempo, grazie al loro orologio biologico e alla variabilità dei fenomeni esterni ed interni e al loro senso dell’olfatto estremamente evoluto.