Eutanasia per il cane: quando è necessario prendere questa decisione difficile

È un pensiero che addolora chiunque condivida la propria vita con un cane, eppure – spesso – l'eutanasia è un atto di amore. Nei prossimi paragrafi affrontiamo questo difficile argomento insieme.

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Francesco Livini

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale, esperto nella cura, diagnosi e trattamento delle malattie con uno spiccato interesse per l'ortopedia. Dirigente medico veterinario nelle Marche da oltre 6 anni, per DiLei scrive nella sezione Pets.

Accompagnare dolcemente il proprio amico a quattro zampe alla morte è una scelta complessa, ma riflettere su questa eventualità, cercando di capire quali siano le procedure e in quali casi sia concessa la soppressione medicalmente assistita, è fondamentale. 

In questo articolo, scopriremo insieme cosa accade quando arriva il momento di accompagnare fido nel suo ultimo tratto di strada, verso quello che in molti chiamano “ponte dell’arcobaleno”. 

Quando si pratica l’eutanasia

L’eutanasia è regolamentata per legge dalla norma 281/91 che definisce i casi in cui è legale porre fine alla vita di un animale domestico. Le circostanze sono due, vediamole insieme. 

  • Il cane è gravemente malato e non esiste alcuna terapia efficace per garantire la sua guarigione, né con una terapia farmacologica, né con un intervento chirurgico. Lo stato di incurabilità viene definito dal medico veterinario e l’eutanasia viene praticata per evitare altre sofferenze inutili al piccolo.  
  • Il cane è pericoloso e deve essere soppresso per garantire l’incolumità degli esseri umani che vivono con lui. Questa eventualità viene considerata unicamente se l’addestramento, volto a rieducare l’animale, abbia fallito. 

Vi sono situazioni in cui l’eutanasia del cane non è un’opzione plausibile. È importante sottolineare, infatti, che la decisione di porre fine alla vita di fido non è sempre consentita. Ad esempio, non è ammissibile richiedere l’eutanasia del cane solamente a causa dell’età avanzata o del costo elevato delle cure mediche.  

In sostanza, fino a quando il cane continua a beneficiare delle terapie e risponde positivamente ai trattamenti, l’eutanasia non è contemplata e nessun veterinario la consentirà. 

Come capire quando è il momento? 

Nel caso di malattie croniche o di stati di sofferenza dovuti all’anzianità, spesso ci si trova a dover affrontare questo quesito: come capire che è arrivato il momento di salutare per sempre il nostro amico a quattro zampe? 

Naturalmente, solo chi conosce profondamente il proprio cagnolino può individuare le circostanze giuste. In tutti i casi, ci sono chiari segnali da tenere in considerazione, per esempio l’entità del dolore che lo affligge, se è persistente e intenso e, soprattutto, se nessun farmaco riesce a dargli sollievo. In questi casi, potrebbe essere inutile farlo soffrire ulteriormente. 

Anche l’apatia e la totale debolezza, che impediscono al piccolo di alzarsi o muoversi, sono altri segnali da considerare attentamente per prendere una decisione definitiva. Riconoscere il momento giusto per dire addio al nostro amico a quattro zampe è un atto di amore e compassione, che richiede una profonda comprensione del suo stato di salute e benessere. 

Come avviene la soppressione 

Una volta presa la decisione di procedere con l’eutanasia, il veterinario spiegherà al proprietario i dettagli del processo, in modo da ottenere il consenso informato. È un passaggio essenziale, affinché vi sia la certezza che venga compreso appieno ciò che sta per accadere e, soprattutto, vi sia accordo sulla decisione. 

Superate le pratiche burocratiche, il medico procederà con la somministrazione del farmaco sedativo. L’obiettivo di questa prima iniezione, endovenosa o intramuscolare, è di fare rilassare completamente l’animale, riducendo il dolore, l’ansia e inducendo uno stato di sonno. 

Il cuore dei cani particolarmente provati dalle patologie diagnosticate può smettere di battere già in questa fase, rendendo inutile la somministrazione del farmaco eutanasico. Qualora ciò non accada, il veterinario procede con la seconda iniezione, volta a provocare un coma profondo durante il quale, il modo indolore e graduale, il piccolo si spegne. 

Il medico successivamente monitorerà il cagnolino per accertarne il decesso e completerà le pratiche burocratiche. 

Eutanasia cane: meglio a casa o in clinica? 

Ci sono due alternative possibili quando, insieme al veterinario, si sceglie di fare addormentare per sempre il proprio amico a quattro zampe e, in entrambi i casi, è fondamentale avere un rapporto di fiducia e conoscenza profonda con il medico che praticherà l’eutanasia.  

Solitamente, se durante una visita veterinaria si conclude che sia più compassionevole porre fine alle sofferenze del piccolo, il veterinario organizzerà un appuntamento nel suo studio, lasciando al proprietario qualche giorno per riflettere sull’opzione e salutare per sempre il cagnolino. 

Fortunatamente, ci sono anche veterinari disposti a effettuare l’eutanasia direttamente a domicilio, consentendo al piccolo di passare dalla quiete al riposo eterno nel calore del suo ambiente domestico.  

È importante tenere presente che ci possono essere alcune conseguenze sgradevoli. Alcuni cani malati, per esempio, potrebbero spaventarsi vedendo un medico “estraneo” entrare in casa. Infatti, il comfort e la sicurezza delle mura domestiche rappresentano un rifugio fondamentale, soprattutto per cani che stanno lottando contro la malattia e la sofferenza. 

 La decisione tra un’eutanasia in studio o a domicilio dipenderà dalla situazione specifica e dalle esigenze del piccolo, per questo è bene valutare tutte le variabili e intraprendere l’opzione meno stressante e più amorevole per il suo benessere. 

Le emozioni e il dolore che lascia la soppressione 

 Senza dubbio, per il proprietario di un cane, prendere la decisione di salutare per sempre il proprio amico a quattro zampe è un compito difficile e doloroso. In primo luogo, perché il piccolo è considerato come un individuo, un vero e proprio membro della famiglia e, indipendentemente dalla malattia o da eventuali pericoli, è estremamente difficile pensare di causarne la morte. La sola idea può essere paralizzante. 

Inoltre, dato che gli animali non possono comunicare verbalmente e non possono dare il loro consenso, il senso di colpa può emergere con molta forza. In tali circostanze, il proprietario deve cercare di riflettere, insieme al veterinario, sul fatto che la morte offrirà il meritato e dignitoso riposo a fido, ponendo fine a tutte le sue sofferenze. 

Nel caso, invece, in cui si tratti di un animale particolarmente pericoloso, la decisione sarà probabilmente più tormentata e potrebbe essere percepita anche come egoistica. Tuttavia, è bene considerare l’incolumità di coloro che circondano il cane, inclusi i propri figli, i vicini di casa e tutte le persone che potrebbero essere esposte al rischio di aggressioni da parte dell’animale.  

Il percorso per superare il lutto prevede, senza dubbio, un addio adeguato attraverso l’atto di sepoltura. Che si scelga di seppellire il cane in un cimitero dedicato agli animali o di optare per la cremazione, questo atto offre il giusto tributo all’animale e consente al proprietario di concentrarsi sul regalare un degno riposo al proprio fedele compagno. 

Assistere o no all’eutanasia del cane 

 Assistere alla soppressione del proprio amico a quattro zampe è una decisione emotivamente difficile, che ogni proprietario deve prendere in base alle proprie convinzioni, sentimenti e circostanze.  

Per molti, per esempio, essere presenti è un atto di amore e di supporto emotivo, un modo per garantire al piccolo che non è solo durante gli ultimi attimi della sua vita.  Per altri l’idea di assistere alla morte del proprio cane è emotivamente troppo difficile da sopportare e preferiscono ricordare fido quando era in piena salute, durante i momenti più felici. 

Dunque, la scelta di presenziare o meno all’eutanasia del cane dipende dal proprietario e dalla relazione con il proprio animale. Non c’è una risposta giusta o sbagliata. Molte strutture veterinarie sono aperte a discutere le opzioni e ad adattarsi alle preferenze, per garantire che il processo si svolga nel modo più rispettoso possibile.

Quali sono i costi dell’eutanasia del cane? 

In genere, i costi per l’eutanasia di un cane possono oscillare tra i 100 e i 300 euro. Inoltre, è necessario tenere in considerazione eventuali somme aggiuntive, come il ritiro della salma. 

Ci sono aziende private specializzate che offrono un servizio completo di ritiro del corpo dell’animale deceduto e di cremazione.  

In ogni caso, è importante sapere che, in seguito al decesso, è necessario comunicare il triste evento al servizio veterinario dell’ASL regionale. Se l’animale muore in presenza del veterinario, di solito, il medico si occupa del ritiro della salma e fornisce un certificato di morte, che bisognerà poi presentare presso gli uffici competenti dell’anagrafe canina cittadina. 

L’eutanasia per i nostri animali domestici è una decisione delicata che richiede una profonda riflessione e tanta compassione. È un atto d’amore, che può porre fine alle loro sofferenze, garantendo un riposo dignitoso.  

Ricorda che la comprensione delle circostanze legali, dei segnali di sofferenza e delle opzioni disponibili è essenziale per prendere la decisione giusta. Sia che si scelga di assistere o meno, sia che si opti per svolgere la triste procedura in una clinica o nella propria casa, ciò che conta è il rispetto per il benessere dei nostri fedeli compagni, affinché venga onorata la loro lealtà e il loro amore.