D’estate i casi di abbandono sono sempre in aumento. Chi non prende un animale domestico pensando alla reale responsabilità che comporta pensa di potersene disfare come fosse un oggetto vecchio. Adottare un cane o un gatto abbandonato significa curare non solo le ferite fisiche della strada, ma soprattutto quelle psicologiche della delusione, del dolore provocati da un gesto inspiegabile per chi è in grado soltanto di dimostrare affetto incondizionato e gratitudine.
I dati della LAV, la Lega Anti Vivisezione, parlano chiaro: in Italia ogni anno vengono abbandonati 50mila cani e 80mila gatti. Sono numeri, questi, che fanno aumentare il numero di randagi, circa 900mila in totale. L’80% rischia di morire in un incidente o di stenti, per non parlare dei maltrattamenti sugli animali sempre più diffusi. Solamente una piccola parte trova posto nei rifugi, che comunque lamentano un sovraffollamento e un’impossibilità nel prendersi cura di questi esseri viventi come meriterebbero.
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Cane o gatto abbandonato, i consigli utili per avvicinarsi in sicurezza
La paura può far diventare aggressivi, soprattutto se si è stati vittime di un atto di delusione come quello di essere lasciati sul ciglio della strada da chi si pensava fosse affidabile e amorevole. Ecco allora che per adottare un cane o un gatto abbandonato bisogna procedere con attenzione: nel rispetto della propria incolumità e considerando il suo stato d’animo.
Gesti veloci possono essere interpretati come un attacco. L’animale potrebbe reagire con violenza o scappare lontano: questi due scenari sono entrambi da evitare. Avvicinarsi lentamente e abbassando lo sguardo al suo livello è la strategia migliore. È il caso di assumere una posizione remissiva e di sbattere le palpebre: gli occhi fissi potrebbero essere visti come un segnale di sfida. Inoltre è importante saper leggere correttamente il linguaggio del cane e del gatto:
- Il pelo sollevato;
- I denti in vista;
- I soffi dei gatti o i ringhi dei cani.
Questi sono solo alcuni segnali che devono far mettere in allarme e far rallentare ancor di più le mosse volte all’avvicinamento. Se si riesce a conquistare la fiducia dell’animale abbandonato, la prima cosa da fare e dargli cibo e acqua non troppo fredda. Se invece la diffidenza prende il sopravvento è bene rivolgersi a personale specializzato.
Il comportamento del gatto è leggermente diverso da quello del cane. In questo caso infatti potrebbe essere necessario – a meno che non si tratti di un cucciolo – l’ausilio di un trasportino. L’indole più selvatica dei felini, soprattutto se impauriti, potrebbe essere più difficile da gestire e nella maggior parte dei casi gli esemplari abbandonati non sono abituati al guinzaglio come i cani.
I motori delle auto sono un ottimo nascondiglio per questi animali, soprattutto in inverno rappresentano un posto sicuro e caldo. Prima di mettere in moto la propria vettura, quindi, è consigliabile dare in colpo sul cofano o suonare il clacson: così da dare il tempo al randagio di spostarsi. Se non si dovesse ottenere il risultato sperato o il recupero è particolarmente complicato (vedi quando la macchina non è la propria o il vano motore è difficile da raggiungere) si possono chiamare i Vigili del Fuoco e/o lasciare un biglietto sul parabrezza per avvisare il proprietario del veicolo del pericolo che potrebbe correre il gatto.
Chi chiamare se si trova un cane o un gatto abbandonato
E, a proposito di autorità preposte, c’è un iter specifico da seguire se si trova un gatto o un cane abbandonato per strada. Si possono chiamare i vigili urbani, la ASL di pertinenza o l’Enpa, l’Ente nazionale di protezione animali. Inoltre esiste un numero di emergenza veterinaria al quale si può fare riferimento: 199 30 21 818.
Affidarsi a uno specialista permette di controllare tempestivamente lo stato di salute dell’esemplare in questione e di capire se ha il microchip. Un animale che sembra abbandonato potrebbe essersi semplicemente smarrito e questa è un’eventualità che va verificata. Per poter procedere con l’adozione, infatti, si devono aspettare i canonici dieci giorni di tolleranza che permettono al proprietario di reclamare la perdita del proprio cane o gatto.
Cane o gatto abbandonato: come farlo sentire al sicuro
Dopo aver seguito l’iter per ritrovare il potenziale padrone, si può decidere di adottare il cane o gatto abbandonato. Oltre alle procedure previste per legge, come possono essere l’impianto del microchip e l’iscrizione all’anagrafe, ci sono dei comportamenti che è meglio conoscere per far sentire l’animale traumatizzato finalmente al sicuro. Il trauma, sia per il cane che per il gatto, non è facile da superare. Chi porta a casa con sé un animale che ha subito una ferita del genere deve essere consapevole che ci vorrà più tempo per conquistare la sua fiducia. Serve una fase di transizione, per fare in modo che si abitui al nuovo ambiente e ai nuovi coinquilini, pelosi o umani che siano.
Il nervosismo e l’ansia iniziali sono normali, ma i tempi dipendono anche dall’indole dell’esemplare. C’è chi riesce a lasciarsi andare più velocemente e chi ha invece bisogno di più tempo. La cosa migliore è rispettare i bisogni del nuovo arrivato, cercando di farlo vivere in una casa pensata anche per le sue esigenze, confortevole.
Non bisogna pensare solo alla cuccia e alle ciotole, ma anche a una zona franca solo sua dove potersi rifugiare se ha paura e a qualche gioco che lo stimoli sia fisicamente che mentalmente. Inoltre è fondamentale usare un tono di voce basso e pacato, che gli faccia comprendere di trovarsi di fronte a un amico e non davanti a qualcuno da cui doversi difendere. Soprattutto se si tratta di un felino, poi, onde evitare fraintendimenti, è importante conoscere i falsi miti sui gatti e non sbagliare approccio.
Fatto questo è tutta una questione di corretta comunicazione e di intesa. Se si è alla prima esperienza, è bene chiedere un parere al proprio veterinario di fiducia o a un etologo esperto che, nei casi più complessi, potrebbe consigliare un corso di addestramento mirato al rafforzamento della socializzazione.
I segnali di un cane o gatto impaurito
Gli animali traumatizzati si riconoscono da alcuni segnali, che possono variare a seconda che si tratti di un cane o un gatto abbandonato. Conoscerli è fondamentale per capire che non è ancora il momento di avvicinarsi troppo e che ci si trova ancora in una fase di passaggio, in cui la pazienza è la migliore alleata. Un cane impaurito può:
- Avere la coda fra le gambe;
- Mostrare i denti in segno di minaccia;
- Stare quasi sempre nella cuccia;
- Provare a passare inosservato;
- Fuggire e nascondersi se si prova ad avere un contatto con lui;
- Avere difficoltà a socializzare con altri cani;
- Avere paura di scope, giornali e bottiglie se è stato picchiato;
- Essere apatico e letargico;
- Avere l’ansia da separazione.
Questi sono tutti sintomi tipici della paura e dello stress nel cane, che ha bisogno solo di dolcezza e di coccole. L’importante è rispettare i suoi tempi e non affrettare le tappe. Per i gatti potrebbe essere ancora più difficile, si tratta di animali estremamente abitudinari e che non affrontano bene le novità, figuriamoci se sono traumatiche come quelle di un abbandono e dell’accettazione di una nuova realtà. Un felino impaurito può:
- Soffiare;
- Fare miagolii più rumorosi e simili a ringhi;
- Fare le fusa (da non confondere con quelle che esprimono relax);
- Mandare le orecchie all’indietro;
- Avere uno sguardo fisso, di sfida;
- Socchiudere le palpebre;
- Scodinzolare nervosamente.
- Scappare e nascondersi.
Anche il gatto può essere affetto da ansia da separazione e avere paura di essere abbandonato nuovamente. Che i felini siano sempre e comunque diffidenti e indipendenti è una leggenda metropolitana. Ecco perché il cane o il gatto abbandonato ha bisogno di una dose maggiore di cure e attenzioni.
Fonti bibliografiche