Maturità, che cos’è la schwa usata da Gabriele nel tema di italiano

Gabriele Lodetti ha rischiato che la sua prova fosse invalidata: la sua sfida verso il sistema è stata invece raccolta in maniera positiva

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Martina Dessì

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Una lingua per tutti, senza genere. E per la prima volta nella prova di italiano di maturità, arriva anche la schwa. Non un idioma vero e proprio, certo, ma un simbolo grafico adottato dalla comunità non-binary e sempre più diffuso. L’obiettivo è molto preciso ed è quello di rendere più incisivo il linguaggio. Gabriele Lodetti, lo studente maturando che ha deciso di utilizzarla nel suo tema, ha persino rischiato che la sua prova venisse invalidata. Invece, il suo elaborato, consegnato al liceo Plino Senore, è stato valutato con un ottimo voto: 17 su 20 (che corrisponderebbe, più o meno, a un 8).

Che cos’è la schwa

Come abbiamo spiegato, la schwa è un simbolo che viene utilizzato in diverse lingue scritte dell’alfabeto latino, chiamato proprio scevà o schwa. Si tratta, per semplificare visivamente, di una “e capovolta”. La sua utilità è fondamentale, perché ci permette di parlare con una persona di cui non conosciamo l’identità di genere o che non si riconosce nel binomio uomo-donna. Nelle tabelle fonetiche è rappresentata da questo simbolo: /ə/.

Il suono della schwa è invece del tutto identico a quello della a della parola inglese about. La schwa compare per la prima volta nelle desinenze di un articolo scritto e pubblicato in Rete da Luca Boschetto nel 2015: “Proposta per l’introduzione della schwa come desinenza per un italiano neutro rispetto al genere, o italiano inclusivo”. Contraria al suo utilizzo è invece l’Accademia della Crusca, che ritiene che non si debba usare per “problemi grafici, nel parlato, difficoltà per le persone con dislessia e opacità tra plurale e singolare”.

Le motivazioni della scelta e la traccia del tema

Sentito da Repubblica, Gabriele Lodetti ha spiegato le motivazioni di questa scelta che avrebbe potuto costargli l’esame di maturità: “Volevo dimostrare che utilizzare una forma di linguaggio che rappresenti tutti e tutte è possibile, anche durante una prova importante come l’esame di Stato. Sì, è stato anche un gesto di sfida, ma non verso la commissione, bensì verso il sistema scolastico e la società”.

La sua decisione, invece di penalizzarlo, lo ha invece premiato. Il candidato ha scelto il tema di attualità, tipologia C, e in particolare quello che partiva dalla lettera aperta del 2021 all’allora Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nella quale si chiedeva di tornare alle prove scritte per l’Esame di Stato, sospese a causa della pandemia. Non è solo quindi questione di inclusione ma anche della naturale evoluzione del sistema scolastico.

L’utilizzo della schwa, a sentire altri docenti italiani, non avrebbe però trovato la stessa approvazione in altri istituti. Secondo Giuseppe Benedetti, docente di Lettere al liceo Tasso, andrebbe valutata l’intera prova: “Si può fare riferimento a qualche criterio generale. Il primo è quello dell’uso. La schwa non è di uso comune. Qual è il senso del suo impiego nel testo in questione? In un tema sui diritti sarebbe evidente, in un tema su altri argomenti sarebbe meno chiaro o potrebbe risultare persino una forzatura”.

E continua: “Il secondo criterio è il rapporto tra forma e contenuto: quanto possa essere persuasivo l’uso della schwa per sostenere la propria tesi. Un terzo criterio è la coerenza dell’uso: nel testo la schwa è usata costantemente o in un limitato e ingiustificato numero di occasioni?”. L’uso della schwa è stata invece ben accolta dalle associazioni studentesche, che da anni si battono per l’inclusione nelle scuole.