Caso Ferragni, ddl beneficenza approvato: l’influencer risponde a Giorgia Meloni

Cosa prevede il ddl beneficenza voluto dal governo Meloni? Ecco i dettagli e la rapida risposta di Chiara Ferragni

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Il caso Ferragni è tutt’altro che concluso e l’eco mediatica non accenna a scemare, anzi. Di settimana in settimana, i contorni di questa vicenda si ampliano sempre più. Svariate le aziende che hanno preso le distanze dalla celebre influencer, mentre gli articoli a tema diventano di caratura internazionale. Al tempo stesso, alcuni brand che hanno collaborato con lei ci tengono a mettere in chiaro la propria posizione.

Nel frattempo il governo, sulla scia di quanto sta accadendo intorno alla figura di Chiara Ferragni, ha rapidamente dato la propria risposta attraverso il ddl beneficenza, approvato quest’oggi. Ecco quali saranno i cambiamenti e in che modo l’imprenditrice ha risposto a questa notizia.

Ddl beneficenza: cosa prevede

Il caso Balocco tiene ancora banco e Giorgia Meloni ha ben presto affrontato la questione, parlando in pubblica piazza di Chiara Ferragni, Fedez e, in generale, del mondo degli influencer. Tutto ciò si è tradotto in un disegno di legge, che il Cdm ha quest’oggi varato. Nuove regole per fare beneficenza in Italia, con obblighi ben precisi da rispettare.

Il ddl beneficenza è stato uno dei temi trattati nel corso del Consiglio dei ministri. Di certo quello più discusso via social. Il testo è composto da quattro articoli, che vanno a fissare quelle che sono le informazioni che i produttori dovranno offrire in merito alle proprie attività di beneficenza. A ciò si aggiungono le specifiche modalità e i tempi di comunicazione all’Autorità garante per il mercato. Previste inoltre delle sanzioni, che vanno da un minimo di 5mila a un massimo di 50mila euro (metà dei ricavi da eventuali sanzioni sarà devoluto a iniziative solidaristiche).

Sulle confezioni dovranno essere riportate le informazioni specifiche delle operazioni benefiche, come l’importo complessivo destinato agli aiuti. Ciò si traduce nell’esatta percentuale sul prezzo di ogni singolo prodotto. L’acquirente dovrà essere certo d’essere partecipe di un’iniziativa solidale, consapevole inoltre della propria esatta rilevanza in tutto ciò.

Ecco le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Il consumatore deve sapere con certezza quale parte del ricavato vada a iniziative solidaristiche. Produttori e professionisti dovranno inoltre comunicare all’Antitrust l’intenzione di attivare questa attività promozionale, così come il termine entro cui è stato effettuato il versamento dell’importo”.

Tutto ciò non riguarda le attività svolte da enti non commerciali. Per questi, infatti, resta in vigore quanto previsto dal codice del terzo settore. Lo stesso dicasi anche per gli enti appartenenti alle confessioni religiose.

La risposta di Chiara Ferragni

Come detto, è evidente come tutto ciò sia nato in risposta al caso Pandoro. Era dunque attesa la risposta di Chiara Ferragni all’approvazione del ddl. L’influencer, stando alla nuova gestione social, ha scelto di non intervenire in maniera diretta. Nessuna storia Instagram pubblicata. Spazio invece a una nota, uscita subito dopo l’atteso via libera durante il Cdm di oggi.

“Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali. Questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura d’essere accusato di commettere un’attività illecita”.