Essere donna, oggi, ha un costo che può diventare insostenibile per alcune. E non ci riferiamo solo alla fatica che compiamo per affermarci sul lavoro, per avere gli stessi diritti della controparte maschile o per annullare il gender pay gap che ancora esiste e persiste nella società, ma parliamo anche delle spese economiche che dobbiamo sostenere tutti i giorni, come quella relativa agli assorbenti igienici femminili.
Il ciclo mestruale non è un lusso, ma in Italia è sempre stato trattato come tale. Lo dimostra quell’imposta sul valore aggiunto che viene applicata ad assorbenti, tamponi e coppette mestruali, esattamente come succede con i beni di lusso, quando in realtà si tratta di prodotti di fondamentale necessità.
Se ne parla da anni della cosiddetta tampon tax, soprattutto quando si guarda alla Scozia che è diventato il primo Paese al mondo a rendere gratuito l’accesso ad assorbenti e prodotti per il ciclo mestruale. In Italia, invece, le cose stanno finalmente cambiando perché il tanto atteso taglio all’aliquota iva è arrivato proprio in questi giorni.
La situazione in Italia
Da anni, nel nostro Paese, facciamo i conti con quell’imposta che tassa gli assorbenti igienici femminili e più in generale tutti i prodotti per il ciclo mestruale. Introdotta nel 1973 al 12%, è salita fino al 22% esattamente come molti altri beni e servizi di lusso. Il che è sempre apparso assurdo se consideriamo che, invece, il tartufo ha un’aliquota iva solo del 5%.
Le cose, per fortuna, sono iniziate a cambiare quando il Governo Draghi ha scelto di portare l’iva al 10%. Un piccolo traguardo, questo, che però necessitava di uno sprint in più, considerando che, come abbiamo detto, in Scozia i costi dei prodotti per il ciclo mestruale sono stati del tutto annullati.
E ora quel passo in più è stato fatto. Il Governo Meloni, infatti, ha completato quel percorso iniziato mesi fa dimezzando la tassazione e portando quindi la tampon tax al 5%.
La tampon tax si dimezza
Le polemiche attorno alla tampon tax sono sempre state all’ordine del giorno in Italia, grazie anche alle numerose campagne di sensibilizzazione che sono state fatte per far comprendere che assorbenti femminili e altri prodotti per il ciclo mestruale non sono beni di lusso, ma prodotti di prima necessità.
E finalmente, anche se in ritardo rispetto ad altri Paesi d’Europa, il BelPaese ha scelto di abbassare l’aliquota iva dimezzandola, portandola quindi al 5%. Non solo assorbenti però, grazie all’approvazione del disegno di legge del bilancio, sono state ridotte le tassazioni anche su altri beni per l’infanzia, come pannolini e omogeneizzati. L’obiettivo è quello di venire incontro alle famiglie con la diminuzione delle tasse su determinati prodotti che sono fondamentali.
Un bel passo avanti, questo, se consideriamo che la spesa media annuale di una donna, rispetto all’acquisto dei soli prodotti per il ciclo mestruale, si aggirava circa sui 100 euro all’anno. Con l’aliquota al 5%, da questo momento in poi, la spesa sugli assorbenti igienici femminili sarà ridotta. E speriamo che questa novità sia solo il primo passaggio per il raggiungimento di esempi virtuosi come quello della Scozia.