Makka Sulaev, chi è la ragazza che ha ucciso il padre: “Vita di botte e di violenza”

Makka Sulaev, 18 anni e mezzo, ha confessato di aver accoltellato il padre stanca di essere picchiata

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Pubblicato: 4 Marzo 2024 12:56

Ha confessato di averlo ucciso lei il padre, di averlo fatto per difendere la mamma, per dire basta a una vita, che ha raccontato, essere stata segnata dalle botte e dalla violenza.

Ha solo 18 anni e mezzo Makka Sulaev ed è stata fermata per aver ucciso Akhyad, 50 anni, nella serata di venerdì primo marzo. Al momento pare che la giovani si trovi in una comunità protetta.

Makka Sulaev, la confessione sulla morte del padre

Ha raccontato tutto alle forze dell’ordine che sono arrivate nell’abitazione e hanno trovato Akhyad, un uomo di 50 anni, in fin di vita dopo che gli era stata inferta una coltellata. La mano che lo ha fatto è quella della figlia Makka Sulaev, 18 anni, che ha deciso di reagire alle botte e alla violenza che hanno segnato la sua vita e quella della sua famiglia. L’uomo poi è morto poco dopo.

“Sono intervenuta per difendere mia madre – ha spiegato, come riporta il Corriere della Sera, ai militari della caserma venerdì sera -. Allora papà mi ha inseguita e presa a pugni. Mamma ha tentato di difendermi. E lui ha ricominciato a prendere a schiaffi anche lei. Era esperto di karate e arti marziali, sapeva dove colpirci in modo che i lividi non si vedessero. Ma ci ha sempre picchiate. Non volevo che lo facesse. Ero stanca. Mi sono difesa”.

È scioccata, non voleva arrivare a tanto Makka: “Non volevo ucciderlo”, spiega. La giovane è difesa dal legale Massimiliano Sfolcini e ha ricostruito nei dettagli quanto accaduto venerdì sera.

Il primo marzo, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, il padre ha perso il lavoro ed è andato dove la moglie e la figlia lavorano, rispettivamente, come lavapiatti e cameriera: “A mia madre ha chiesto di licenziarsi. Lei gli ha detto di no. Gli ha domandato: “Ma come facciamo con i soldi. Come andiamo avanti?”. La prima lite è scoppiata in quel momento. Mamma lo ha anche mandato via. Ma arrivato a casa lui ha ricominciato. Non era una novità. Papà ci ha sempre picchiate. In Cecenia, quando ero più piccola, era anche peggio. Ha sempre praticato arti marziali, conosceva la boxe e il karate. Se la prendeva soprattutto con noi. Con i miei fratelli invece alzava le mani solo se intervenivano nelle discussioni”.

Nell’abitazione di Nizza Monferrato la violenza è esplosa: la giovane ha spiegato che prima l’uomo se l’è presa con la moglie poi, quando ha cercato di dividerli, anche con lei: “Mi ha inseguita per casa, fino alla mia stanza, mi ha presa a pugni – si legge sul Corriere della Sera –. Mamma si è rimessa tra noi. Io ho preso un coltello per difendermi. L’ho colpito lasciandolo a terra. Ma non volevo ucciderlo. Poi ho atteso i carabinieri”.

Chi è Makka Sulaev: la sua famiglia

Makka Sulaev è la più grande di quattro figli, gli altri sono una ragazzina di 14 anni e due maschi di 12 e 11 anni, la sua famiglia è arrivata in Piemonte dalla Cecenia nel 2015 e lì si è fermati.

Ottimi voti a scuola e nessuna parola in merito a quello che accadeva in casa, l’unica depositaria dei suoi segreti – come spesso accade a quell’età – un’amica. A rivelarlo è stato il suo legale che ha anche spiegato che non avevano mai sporto denuncia. E forse nessuno si era mai accorto di nulla, a dirlo – come riporta Il Fatto Quotidiano – anche il titolare del ristorante che ha spiegato: “Non abbiamo mai visto la signora venire al lavoro con delle ferite o dei lividi”.

A quanto pare, ad allertare le forze dell’ordine è stata la maestra dei fratelli di Makka, che in quel momento si trovava nell’abitazione.