Parlano tutti di te, Giulia. Lo fanno allo stadio, tra striscioni grandi e ingombranti che si fanno spazio tra i tifosi e che arrivano dritti al cuore di chi guarda. Lo fanno tra le canzoni, quelle che sono già hit di tendenza, e che proprio a te adesso stanno dedicando. Lo fanno sui social network, alla radio e in televisione. Lo fanno mettendoci la voce, la faccia e il cuore.
Lo fanno in maniera differente, a volte commossa, a volte atterrita per quello che è successo a te e al tuo bambino. Sono ancora increduli, lo siamo tutti. Parlano di te e non nascondono la rabbia, perché nessuno doveva arrogarsi il diritto di scegliere il tuo destino, figuriamoci porre fine alla tua vita. Lo fanno risentiti, addolorati, con gli occhi lucidi e la voce che si spezza in gola, come se qualcuno avesse strappato via con violenza qualcosa che gli apparteneva.
Ma tu non eri di nessuno, Giulia, eppure oggi sei parte di tutti noi. Tu appartenevi alla vita, e quella l’avresti celebrata insieme al tuo piccolo Thiago. E chissà quante cose straordinarie avreste realizzato insieme: i sogni condivisi, i sorrisi, i successi, i fallimenti. Insieme, sempre in due. Esattamente come apparite adesso in quella scultura di sabbia apparsa sulla spiaggia di Platamona. Lo sappiamo che presto il mare la accarezzerà, così come il vento la scomporrà, fino a trasformare i chiari lineamenti che ti raffigurano in tratti sbiaditi, fino a farti scomparire.
Eppure, Giulia, tu non scomparirai mai. Resterai nei ricordi di chi ti ha conosciuto, di chi ti ha amato, di chi ha percorso con te un cammino lungo una vita e di chi, invece, ne ha intrapreso solo qualche chilometro. Resterai negli echi di ha parlato di te, e di chi continuerà a farlo, affinché l’ennesimo femminicidio, brutale, aberrante, e inspiegabile, non venga trascinato via dalle correnti quotidiane.
L’omaggio a Giulia sulla spiaggia del Terzo Pettine di Platamona
Arrivano in massa, da ogni parte d’Italia, da persone di tutte le età e di ogni sesso, quelle parole di dolore, di vicinanza, di solidarietà e di incredulità che parlano di te, di voi. Non c’è persona che non l’abbia fatto, non ci sono uomini o donne che non si siano uniti a quel cordoglio intenso e doloroso.
L’ultimo è arrivato proprio da Nicola Urru, un artista sardo che ha scelto di trasformarti una scultura, effimera ed eterna. Ha visto le tue foto, Giulia, come le abbiamo viste tutti, e ne ha scelta una da imprimere sulla sabbia. Lì, sulla spiaggia del Terzo Pettine di Platamona, in provincia di Sassari, sei diventata una scultura e non sei sola. Insieme a te c’è Thiago, il tuo piccolo Thiago.
“#LoSapevamoTutte”, ha scritto Nicola Urru nella didascalia che accompagna la fotografia della scultura che ti ha dedicato, ma nessuno voleva crederci, aggiungiamo noi. “Una violenza così precisamente riconoscibile e così odiosamente ricorrente che si innesta in mente e corpi di tutte le donne, e le abita”.
Sorridi mentre ti accarezzi il pancione, esattamente come in una delle tante fotografie che sono circolate nei scorsi giorni sui social network, quando tutti ti cercavamo pensando tu fossi “scomparsa”, quando nessuno osava pensare all’ennesimo femminicidio. Hai gli occhi socchiusi e non guardi quello che succede intorno a te. Tu attendi serena, Giulia, aspetti soltanto che l’acqua ti porti via con sé, in un posto migliore in cui stare insieme al piccolo Thiago.