Giulia Cecchettin è morta. Un timore strisciante, sempre più forte, sempre più doloroso, ora si è fatto realtà. “Lo sapevamo”, è il terribile grido di dolore che giunge da ovunque. Ci uniamo a un coro di sgomento, ma non di incredulità. Un grido che è rimasto strozzato nelle nostre gole quando nella mattina di sabato 18 novembre un cadavere di donna è stato trovato vicino al lago di Barcis, luogo dove si sono concentrate le indagini delle forze dell’ordine dopo la scomparsa di Giulia Cecchettin e dell’ex fidanzato, Filippo Turetta, avvenuta una settimana prima. Paure diventate prepotentemente realtà quando le indagini hanno confermato che il corpo ritrovato era proprio quello della 22enne. Colpiscono dritte al cuore e alla nostra rabbia le parole del padre, Gino, e della sorella Elena, dopo la terribile notizia.
Giulia Cecchettin morta: è la 105esima del 2023
Non volevamo crederci, volevamo sperare, accanto alla famiglia che in ogni modo chiedeva ascolto e azione. Ora che le speranze sono crollate definitivamente non rimane che il dolore. Dolore per l’ennesima giovanissima donna, la cui vita è stata spezzata. Era passata una settimana dalla sparizione dei due ragazzi. Una settimana in cui abbiamo controllato senza sosta le news, per scovare novità su Giulia Cecchettin, in cerca di qualche segno di vita. Purtroppo, era difficile immaginarsi un lieto fine. Non per cinismo o malafede. Ma perché troppi casi simili al suo ci hanno insegnato a non fidarci di ex o ex fidanzati, “bravi ragazzi”, a cui viene data un’ultima occasione di chiarimento. Un ultimo incontro, come viene chiamato.
Giulia è la 105esima donna uccisa in Italia dall’inizio dell’anno. Ora il corpo di Giulia è stato trovato, con gli stessi vestiti del giorno della scomparsa, e da dire rimane veramente poco. Il cadavere si trovava nei pressi del Lago di Barcis in provincia di Pordenone. Ora gli occhi sono puntati sull’ex ragazzo, Filippo Turetta, in fuga. Su di lui pende un mandato di cattura europeo con l’accusa di omicidio. La zona in cui è stata trovata la ragazza era battuta perché si trova lungo la direttrice seguita dall’auto di Filippo, dopo la lite mostrata dalle telecamere nella notte della scomparsa del ragazzo e dell’ex fidanzata. Le telecamere che avevano mostrato un video che da solo aveva spazzato via le restanti collettive speranze.
Prima la lite, furiosa, nel parcheggio vicino a casa. L’allarme del vicino che l’ha sentita. Poi le immagini di Filippo Turetta, mentre strattona Giulia e la trascina in auto. Lei costretta a salire. Pochi chilometri dopo la portiera si apre, Giulia scende e inizia a correre. Filippo la raggiunge, la percuote, la ragazza grida “mi fai male”. Giulia cade a terra, è ferma sull’asfalto, forse esanime. Filippo la carica in auto e sparisce nel nulla. Qualche ora più tardi, in Val di Zoldo, la telecamera riprende una sola persona seduta eretta nell’abitacolo.
Mandato d’arresto per l’ex fidanzato Filippo Turetta
Le telecamere di sorveglianza della Dior di Fossò raccontano quello che fino a quel momento era stato sulle labbra di molti, senza il coraggio o le prove per dirlo. Un litigio degenerato, l’ennesima storia di un uomo che non accetta la fine di una storia. Ogni parola ora è banale, ogni ragionamento doloroso all’inverosimile. Ci si stringe attorno ai famigliari. Si invoca giustizia, si piange. Le autorità competenti ora hanno una sola persona da cercare: Filippo Turetta.
Il ragazzo è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto per gli accertamenti, ma a questo punto non solo per questo.
Il dolore della famiglia e le parole d’addio della sorella
“Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell’ordine”. Lo ha detto, in una breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin, l’avvocato Stefano Tigani che, con l’associazione Penelope, sta assistendo la famiglia. Solo più tardi, Gino Cecchettin, uscito dalla villetta parte in macchina per vedere il corpo della figlia. “Sono andato lì, sul luogo del ritrovamento. Ma c’erano ancora i medici per i rilievi e non l’ho vista”. Poi dice poche strazianti parole: “Il dolore è tanto, inimmaginabile, atroce. Una parte di me che se ne va — continua il padre – Aveva solo 22 anni… una vita davanti spezzata, senza un motivo logico. Posso capire una malattia, un incidente, ma questo è il modo più inconcepibile. Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte, per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Devono, dobbiamo ripartire. Erano tre fratelli unitissimi”.
Poi una foto, pubblicata su Whatsapp con la moglie, morta l’anno scorso, e Giulia ancora bambina: “Adesso sono insieme”.
“I love you”. Queste le uniche parole che la sorella di Giulia Cecchettin, Elena, ha affidato ad una foto pubblicata su Instagram che la ritrae in un selfie sorridente accanto alla sorella davanti ad uno specchio. Poco dopo la ragazza ha pubblicato anche una storia con alcune lapidarie parole: “È stato il vostro bravo ragazzo”. Lo ha fatto condividendo un post della scrittrice Valeria Fonte. In un’altra stories, poi, scrive “Per te bruceremo tutto“, citando la poesia di Cristina Torres Caceres.
Elena poi grida la sua rabbia su Instagram: “Non c’è un solo posto dove, come donna, puoi essere sicura in Italia. Non ci sono uomini di cui ti puoi fidare”, se c’è un femminicidio ogni 72 ore, “amministrazione quotidiana per uno stato fallito, incapace di proteggere le sue figlie e non disposto a educare i suoi figli. Rendi responsabile quell’amico che fa sempre battute inappropriate, che tratta le donne come oggetti, eccessivamente possessivo della sua ragazza. Qualcosa deve cambiare“.