Francesco Pirini, la storia del sopravvissuto alla Strage di Marzabotto

Aveva solo 17 anni, Francesco Pirini, quando fu costretto a dire addio alla sua famiglia, morta per mano dei nazisti. Anni dopo, durante il processo, perdonò chi aveva commesso la Strage di Marzabotto

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Redazione

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Tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944, le truppe nazifasciste commettevano una delle più grandi stragi della Seconda Guerra Mondiale, nonché uno dei più gravi crimini contro l’intera umanità. Istigati dal Albert Kesselring, generale tedesco a capo della guerra contro i partigiani italiani, i soldati italiani e tedeschi si misero in cammino nella zona di Monte Sole con un solo obiettivo: quello di annientare tutte le formazioni partigiane del territorio.

Una marcia della morte che viene ricordata con il nome di eccidio di Marzabotto, la stessa in cui persone di ogni età persero la vita, uccise senza pietà nell’area di Monte Sole. Quella strage, che rappresenta uno dei capitoli più neri della nostra storia, è stata impressa nella storia col sangue di oltre 700 persone. Il numero delle vittime, poi, si ampliò sino a 1830, una cifra che comprendeva anche i caduti dei territori limitrofi.

I nazisti colpirono senza pietà le popolazioni di Marzabotto, Monuno, Grizzana Morandi, Setta e Reno iniziando la marcia mortale il 29 settembre a San Martino. Nessuno fu risparmiato: donne, uomini e bambini vennero uccisi con colpi di mitragliatrice e bombe a mano, e i loro corpi furono incendiati. In pochi riuscirono a fuggire, tra questi c’era anche Francesco Pirini che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni.

29 settembre 1944

Era un giorno di inizio autunno come tanti, quello del 29 settembre, quando le truppe nazifasciste irruppero nella frazione di Casaglia di Monte Sole. La popolazione, spaventata dall’arrivo dei soldati, si rifugiò all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta. Ma quel luogo sacro che doveva essere un rifugio si trasformò in un inferno dal quale nessuno uscì vivo. 197 persone, tra cui 52 bambini, furono uccise, segnando così l’inizio della strage.

Tutte le località limitrofe furono vittime dello stesso destino nel giro di poche ore. Le truppe accerchiarono i villaggi di Caprara e poi di Cerpiano e iniziarono a sparare sulle persone. I bambini e i neonati furono gettati vivi tra le fiamme, altri decapitati.

Quella mattina, proprio a Cerpiano, c’era anche Francesco. Era lontano dal villaggio però, perché sua madre lo aveva mandato a raccogliere dell’erba per i conigli. Rientrato a casa, e avvistando le nubi di fumo dell’incendio, capì che qualcosa non andava. Si nascose così tra i boschi insieme ad alcuni partigiani. Fu allora che davanti al suo sguardo attonito si consumò il grande massacro del suo paese, lo stesso in cui morì la sua famiglia e tutte le persone che conosceva.

Francesco Pirini, sopravvissuto all’eccidio di Marzabotto

Della sua grande famiglia, solo suo zio si salvò. I due si incontrarono e riuscirono a scappare insieme, furono poi messi in salvo dalle truppe dei militari statunitensi. Francesco Pirini, che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni, fu affidato alle cure di una famiglia di contadini presso la quale rimase per quasi un anno. Mesi in cui non perse mai la speranza di rincontrare qualche suo familiare, che come lui era sopravvissuto. E in effetti, dopo la liberazione, un anno dopo, riuscì a riabbracciare sua sorella Lidia.

Per tutta la vita, Francesco Pirini ha fatto sua la missione di preservare la memoria della strage di Marzabotto, affinché nessuno potesse dimenticare. Affinché gli errori del passato non venissero perpetuati. Non è stato facile per lui, che per anni ha soffocato il ricordo doloroso di quel massacro che gli ha portato via la famiglia, che gli ha portato via tutto. Poi, però, ha scelto di raccontare. Per molti anni ha accompagnato studenti e giovani ragazzi nei luoghi delle stragi, abbandonando l’odio e perdonando i responsabili della strage di Cerpiano.

Francesco Pirini è morto a 95 anni il 1° dicembre del 2022. La sua storia però, quella di un ragazzo che a 17 anni ha visto morire la sua famiglia e ha perdonato gli assassini, nessuno potrà mai dimenticarla.