Al Bano, il suo conto corrente spiato da Coviello. La replica

Anche il conto corrente di Al Bano nella lista di quelli spiati dall'ex dipendente di Intesa Sanpaolo

Foto di Martina Dessì

Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 14 Ottobre 2024 12:56

Il caso che ha visto protagonista Vincenzo Coviello, ex dipendente della banca Intesa Sanpaolo, ha sollevato numerosi interrogativi sulla sicurezza dei dati finanziari in Italia. Tra le vittime del suo comportamento illecito, che avrebbe spiato abusivamente i conti correnti di oltre 3.500 persone, figura anche Al Bano Carrisi, che ha deciso di dire la sua sulla vicenda. Questo episodio, che ha coinvolto sia esponenti del mondo politico come la Premier Giorgia Meloni e Mario Draghi, sia figure del mondo dello spettacolo come Al Bano e Francesco Totti, ha portato alla luce gravi carenze nella gestione dei dati sensibili da parte degli istituti bancari.

Violato il conto corrente di Al Bano, la replica dell’artista

Al Bano, intervistato dal Corriere della Sera, ha manifestato profonda amarezza per quanto accaduto. “Non si è trattato di curiosare, ma di spiare”, ha sottolineato il cantante, evidenziando la gravità della situazione. Il fatto che Coviello non abbia violato solo pochi conti, ma migliaia, conferisce a questa vicenda un tono allarmante. L’artista ha espresso la sua delusione per la mancanza di tutela da parte della banca, affermando che i risparmiatori, una volta depositati i loro soldi in banca, non dovrebbero preoccuparsi di essere spiati.

L’episodio ha sollevato un dibattito politico e giudiziario ampio. Vincenzo Coviello, impiegato presso la filiale di Bisceglie di Intesa Sanpaolo, avrebbe eseguito quasi 7.000 accessi abusivi ai conti correnti dei clienti della banca tra febbraio 2022 e aprile 2024. Tra questi conti, oltre a quelli di politici con ruoli apicali come Giorgia Meloni, figurano anche i conti di altre personalità pubbliche, tra cui appunto Al Bano, la cui vicenda ha attirato l’attenzione mediatica.

L’ex dipendente bancario, licenziato nell’agosto 2024 dopo che l’Istituto si era reso conto delle violazioni, ha ammesso di aver operato da solo. Tuttavia, gli inquirenti sospettano che Coviello possa aver agito in concorso con altri individui, forse per ottenere informazioni riservate da utilizzare a fini politici o economici. La Procura di Bari ha avviato un’indagine per far luce su questi episodi e verificare eventuali complicità o ulteriori motivazioni dietro le azioni dell’ex impiegato.

Il ruolo di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo è finita sotto accusa per non aver comunicato tempestivamente i dettagli sugli accessi abusivi ai conti correnti. Le prime segnalazioni sono arrivate solo dopo che un cliente di Bitonto aveva denunciato la presenza di movimenti sospetti sul proprio conto, e la banca avrebbe avviato una revisione interna solo successivamente. Questo ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla gestione dei dati sensibili e sul livello di sicurezza delle operazioni bancarie.

Al Bano, nel commentare l’accaduto, ha rivelato che il suo conto corrente non mostrava cifre particolarmente alte al momento degli accessi abusivi, poiché aveva appena effettuato investimenti in una nuova azienda vinicola. “Forse Coviello, essendo anche lui pugliese, voleva vedere cosa aveva in banca un altro pugliese, ma si è trovato male”, ha scherzato il cantante. Nonostante il tono ironico, Al Bano ha chiaramente sottolineato il suo disappunto e la sensazione di essere stato violato, affermando che situazioni del genere minano la fiducia nel sistema bancario.

Questa vicenda ha scatenato anche un ampio dibattito politico. Molti esponenti politici, inclusa la Premier Giorgia Meloni, si sono espressi con durezza contro quello che è stato definito un vero e proprio “dossieraggio”. Tuttavia, alcune fonti investigative hanno messo in dubbio che l’azione di Coviello possa essere considerata a tutti gli effetti una forma di dossieraggio, almeno nella forma più tradizionale del termine, suggerendo che potrebbe trattarsi piuttosto di una curiosità morbosa o di un atto volto a trarre vantaggi personali o professionali.

Quello che resta chiaro è che la vicenda ha messo in evidenza una falla significativa nella sicurezza dei sistemi bancari, una questione che necessita di una riflessione profonda e di misure correttive immediate. Al Bano, come molti altri clienti coinvolti, ha espresso la speranza che simili episodi non si ripetano in futuro, auspicando una maggiore trasparenza e sicurezza nella gestione dei dati finanziari.