Abusi su social e chat: i bambini sono a rischio

I dati del rapporto Global Threat Assessment di WeProtect Global Alliance sui pericoli di internet per i minori

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Un rapporto che getta molte ombre, che mostra quante minacce i bambini devono affrontare online e con gli strumenti collegati all’uso di internet. Si chiama Global Threat Assessment di WeProtect Global Alliance ed è un rapporto che mostra come lo sfruttamento sessuale e gli abusi online sui minori continui ad aumentare e, al tempo stesso, nascano anche nuove tendenze e minacce.

I dati, i rischi e le strategie di difesa per salvaguardare i bambini dai pericoli della rete.

I numeri del rapporto sui rischi di social e chat per i bambini

Numeri che spaventano, ma fondamentali per rendersi conto dei tanti (tantissimi) rischi che corrono i bambini online. A renderli noti con il rapporto Global Threat Assessment è stata WeProtect Global Alliance, che riunisce diversi enti pubblici e privati con lo scopo di trovare soluzioni e dare il via a politiche per proteggere i minori dallo sfruttamento sessuale e dagli abusi online, come si legge sul sito ufficiale. Nello specifico ne fanno parte 102 paesi, 66 aziende del settore privato, 92 organizzazioni della società civile e 9 organizzazioni intergovernative.

Guardando al rapporto 2023, il quarto realizzato con cadenza biennale, emerge che c’è stato un aumento dell’87 per cento (rispetto al 2019) del volume delle segnalazioni di materiale pedopornografico. Dati alla mano emerge anche che – in alcuni paesi – circa il 20 per cento dei bambini è stato sottoposto a sfruttamento e abusi sessuali online nel corso dell’ultimo anno.

Quanto tempo ci vuole per l’adescamento? Sulle piattaforme di social gaming una media di 45 minuti, ma possono bastare anche solo 19 secondi. Un altro dato allarmante è quello che rileva che c’è stato un aumento del 360% delle immagini sessuali autogenerate di bambini di età compresa tra 7 e 10 anni dal 2020 al 2022 (Internet Watch Foundation).

Inoltre, il rapporto sottolinea che le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa e la realtà estesa ci mettono di fronte a nuovi rischi. La prima, infatti, permette di creare materiale pedopornografico sfruttando i bambini, la seconda potrebbe portare a diversi rischi, tra cui quello di simulare abusi.

Tra le tendenze recenti, poi, vi è ad esempio l’estorsione sessuale finanziaria, che coinvolge in particolare i ragazzi tra i 15 e i 17 anni: i truffatori si fingono coetanee e propongono lo scambio di immagini esplicite. Una volta che la vittima è finita nella rete avviene la minaccia: non invierà le foto ad amici e parenti solo in cambio di un pagamento.

Come proteggere i bambini: i tre percorsi da seguire

Il rapporto sottolinea anche quali sono i tre percorsi da seguire per proteggere i bambini dai rischi che si corrono con l’uso di internet, social e chat.

Innanzitutto, con la prevenzione che va portata avanti grazie alla sanità pubblica, come viene spiegato sul sito ufficiale di WeProtect Global Alliance: monitorando il problema, identificandone le cause (fattori di rischio compresi), progettando e aumentando interventi di prevenzione che coinvolgano tutti e aumentando gli interventi che funzionano.

Coinvolgere i bambini è un altro passo importante: da una parte fornendogli gli strumenti per proteggersi, dall’altra pensando ad approcci centrati su di loro.

Infine, portare avanti una regolamentazione di Internet che sia allineata a livello mondiale: questo può aiutare ad affrontare le minacce comprese quelle nuove, ma senza porre limiti all’innovazione.