Matrimonio misto, la guida: cos’è, come funziona e i problemi da risolvere

Scopri cosa si intende per matrimonio misto e come organizzare la giornata nel modo migliore per tutti

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Rita Paola Maietta

Giornalista pubblicista

Giornalista e blogger dal 2010, le piace scrivere di moda, design, casa, matrimonio e lifestyle mentre si destreggia nella vita da mamma.

La tanto attesa proposta è finalmente arrivata. A questo punto, la coppia dovrà decidere come e dove celebrare il proprio rito. A questo punto, però, può capitare che i partner non condividano lo stesso credo. Potrebbe, così, essere messo in piedi un matrimonio misto. Che cosa significa? Si tratta di un matrimonio in cui il rito verrà celebrato tra un partner cattolico ed un credo diverso. In questo caso, la cerimonia si potrà svolgere all’interno di una Chiesa.

Com’è possibile? In una visione semplicistica, il partner del credo diverso, si asterrà dal celebrare le promesse e frasi tipiche del matrimonio. Inoltre, non parteciperà al momento dell’Eucarestia. A guidare la coppia c’è certamente un unico amore grande, che esula dalle credenze religiose. Di seguito, cercheremo di approfondire il tema del matrimonio misto che è diventato sempre più una realtà.

Che cos’è il matrimonio misto

Il matrimonio misto è diventato una realtà sin dal 1970 quando lo introdusse Papa Paolo VI con la Matrimonia Mixta, la sua lettera apostolica chiamata anche Dispensa Paolina. Lo scopo era quello di far comunicare tra loro due mondi: quello cattolico e quello non cattolico. Il matrimonio misto, negli anni ‘70 rappresentò una vera rivoluzione per la Chiesa Cattolica. Quest’ultima, pur ammetteva le unioni miste ma le sconsigliava perché esulavano dalla famiglia cattolica integra. Nel 1983, il matrimonio misto è stato certificato nel Codice di Diritto Canonico.

Anche Papa Francesco ha fatto riferimento ai matrimoni misti nella sua esortazione all’amore Amoris Laetitia. Egli li ha definiti come delle unioni con delle difficoltà speciali ma dove il dialogo ha un luogo privilegiato, poiché si è più portati, come coppia, a comunicare.

L’unione di una persona credente, con una persona non credente o di un’altra religione, potrà avvenire in Chiesa ma dovranno essere seguite delle regole che non sono sovvertibili. In particolare, alla coppia di futuri sposi verranno richiesti dei requisiti imprescindibili. Tra questi, la piena consapevolezza dei fini e delle proprietà che reggono il matrimonio; l’impegno ad educare la prole al cattolicesimo.

Come funziona il matrimonio misto

Il partner non cattolico, dunque, deve impegnarsi a non ostacolare il credo del suo futuro sposo e nemmeno quello della sua prole. Naturalmente, non è disciplinata ne prevista in alcun modo la conversione dell’altro alla religione cattolica. Il partner non cattolico, inoltre, sarà tenuto a firmare una auto dichiarazione in cui stabilisce di aver capito che il matrimonio è per sempre ed è unico nonché esclusivo. Tali dichiarazioni mirano ad eliminare la possibilità di una eventuale poligamia, consentita da altri credo. Per il partner cattolico, invece, sussistono gli obblighi normali come aver ricevuto i sacramenti di: Battesimo, Comunione e Cresima.

Anche per il matrimonio misto restano in piedi tutte le regole da seguire per il matrimonio tradizionale come: promessa e sua pubblicazione, frequentazione al corso prematrimoniale e conseguimento del certificato, scelta dei testimoni di nozze. Sta alla Diocesi a cui i coniugi appartengono, modificare o meno il rito del matrimonio misto. Ad esempio, durante gli scambi degli anelli, il partner non cattolico dovrà recitare delle frasi stilate ad hoc. C’è discrezione poiché, nelle Sacre Scritture, non è fatta menzione ad unioni miste in chiesa. Resta uguale al matrimonio tradizionale, la parte finale del rito poiché è prevista dal patto tra Stato e Chiesa.

La discrezionalità della coppia e del celebrante andrà ad incidere anche sulla preparazione del libretto che andrà ad accompagnare il rito del matrimonio misto.

Materialmente, non tutti i parroci possono celebrare i riti misti. Infatti, dopo aver verificato le condizioni e le motivazioni dei partner, il Vescovo della diocesi in cui si terrà il matrimonio, potrà autorizzare il parroco con una licenza. Il Vescovo, infatti, avrà il compito di concedere a chi è cattolico, una dispensa che implica l’ubbidienza al codice.

Ricapitolando, nel nostro paese, il rito del matrimonio misto può essere effettuato dai sacerdoti che hanno ottenuto la licenza dal Vescovo della diocesi. La celebrazione vera e propria, chiamata ecumenica, nel giorno del matrimonio, si dovrà svolgere necessariamente in presenza di due ministri di culto. Il ministro cattolico accoglierà il consenso dei neo sposi, rendendo valido il matrimonio.

La celebrazione in parrocchia avverrà seguendo alcuni dettami importanti. La messa ed il rito veri e propri dovranno essere celebrati da un assistente della diocesi (oppure dal vescovo, un prete o un diacono). I testimoni richiesti sono due. Le formule classiche possono essere, in parte, personalizzate. La parte non cattolica non partecipa all’eucarestia. Entrambi gli sposi che hanno celebrato il proprio matrimonio con rito cattolico, non potranno sposarsi di nuovo in chiesa.

Matrimonio misto: corso prematrimoniale

Come abbiamo scritto poco più sopra, anche se il matrimonio verrà celebrato con il rito misto, sarà necessario assolvere alcuni obblighi imprescindibili alla validità del matrimonio. Tra questi, oltre alla promessa e alle pubblicazioni, c’è la partecipazione, di entrambi i futuri coniugi, ad un corso prematrimoniale. In realtà, il corso sarebbe obbligatorio soltanto per la parte cattolica della coppia. Il partner di un’altra fede o non cattolico non può esserne obbligato alla frequenza. Molti partner, però, decidono di compiere questo percorso insieme al futuro sposo, per compiere un passo in più verso la loro unione.

Del resto, i corsi prematrimoniali moderni non sono basati soltanto sulla lettura delle scritture quanto sulla trattazione di diversi argomenti che esulano dalla religione. In alcuni casi, infatti, i parroci chiamano degli esperti esterni che sono pronti a sviscerare argomenti di vario tipo che spaziano dalla procreazione al valore legale del matrimonio.

Prima di frequentare il corso prematrimoniale, se si ha intenzione di celebrare un matrimonio misto, sarà necessario informare il proprio sacerdote. In questo modo, si valuterà se frequentare il corso comune per tutti o partecipare ad uno realizzato ad hoc.

Matrimonio misto: civile

Il Comune della propria città può consentire la celebrazione di un rito multiculturale, in un modo più ampio rispetto a quello previsto dalla Chiesa. Ciò non toglie, però, che bisogna procurarsi i documenti classici che servono per celebrare un rito civile. Inoltre, bisognerà presentare la domanda di matrimonio all’ufficio di Stato Civile. I documenti che bisogna avere, anche se si appartiene a credi o etnie diversi, dovranno essere il nulla osta, l’atto di nascita del paese di origine di tutti e due i partner e, se necessario, opportunamente tradotto e legalizzato. Il passaporto oppure la carta d’identità in corso di validità. In alcuni casi, se il cittadino è straniero ma residente in Italia, può essere necessario anche il certificato di stato libero e di residenza con opportuna marca da bollo.

Il rito civile per un matrimonio misto ha un più elevato grado di personalizzazione. Oltre che nel Comune vero e proprio, infatti, con le opportune richieste potrà essere svolto in luoghi abilitati allo svolgimento di riti civili.

Un matrimonio misto potrà essere celebrato anche in due lingue diverse. Si potrebbe, a tal proposito, prevedere una celebrazione di tipo bilingue e una parte unica che possa essere compresa dagli invitati di tutti e due. In un matrimonio di questo tipo, un accorgimento possibile sarebbe quello di evitare di dare indicazioni circa il dress code. Proprio perché si appartiene a culture diverse, ci si potrebbe voler sentir liberi di esprimersi attraverso l’abbigliamento che si ritiene più opportuno.

Matrimoni misti: problemi da risolvere

Le unioni miste, nonché i matrimoni misti riconosciuti dalla Chiesa, non sono più una novità in Italia. I problemi di tali unioni possono insorgere più dal punto di vista religioso che culturale o sociale. Soltanto nel 2019, sono stati registrati nel Belpaese oltre 24000 matrimoni misti. Di solito, la parte non cattolica è uno straniero. Le tipologie più frequenti sono quelle in cui ad avere nazionalità italiana e credo cattolico è lo sposo. Viceversa, la sposa per il 9,1% dei casi registrati in quell’anno. Le regioni dove i matrimoni misti sono più richiesti sono nel centro Nord ovvero: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna.

Non è raro assistere anche ad un percorso di conversione di uno dei due partner prima di arrivare la matrimonio in chiesa. Quando non avviene, nella maggior parte dei casi, viene dato, in un matrimonio di questo tipo, ampio spazio alla valorizzazione delle due culture/religioni di appartenenza.

Anche se, da sempre, la diversità viene considerata come una ricchezza, spesso è un problema. La diversità in un matrimonio misto può essere l’etnia e la fede ma non solo, anche lo stile di vita, la formazione e così via, ovvero tutti quegli elementi che concorrono a formare l’identità di una persona. Proprio in virtù di tali differenze radicate, alcuni studi hanno dimostrato che falliscono 8 matrimoni misti su 10.

I problemi possono insorgere nel matrimonio misto come in tutte le unioni. Sicuramente, vale la credenza che l’amore vinca su tutto anche se, spesso, si dimentica. Come per tutte le unioni, alla base deve esserci il rispetto e la fiducia oltre che all’amore, altrimenti cadono tutti i presupposti e il matrimonio fallisce. Anche se la fede può dividere, deve rimanere un’unica fede: quella reciproca.