L’eventualità di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza è un pensiero che assilla molte donne, per i pericoli ai quali si viene esposte con tale patologia. Per questo motivo, tra i primissimi esami che verranno prescritti in gravidanza, c’è proprio quello finalizzato a verificare che si sia immuni o meno.
Come vedremo a breve, se la toxoplasmosi non è stata presa in precedenza, all’incirca ogni mese sarà necessario sottoporsi al prelievo del sangue al fino di verificare che non si sia contratta la malattia e bisognerà sempre cercare di prevenirla sino al termine della gestazione, con una serie di attenzioni che approfondiremo in seguito. Per le donne che invece scoprono di essere immuni (immuni in quanto, se la malattia è già stata contratta in passato, anche senza sintomi, non può essere presa nuovamente) la gravidanza proseguirà con qualche ansia in meno.
In questo articolo approfondiremo il tema della toxoplasmosi in gravidanza, come si contrae la malattia, quali sono i sintomi, come si cura e quali sono i rischi. Lo fare con il prezioso supporto del dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo, che rappresenta la figura professionale alla quale rivolgere ogni domanda e/o perplessità sul proseguimento della gravidanza.
Indice
Cos’è la toxoplasmosi
Ma cos’è la toxoplasmosi, perché in gravidanza va evitata, come si manifesta, come mai alcune di noi l’hanno contratta in passato e lo scoprono solo al primo trimestre di gravidanza?
“La toxoplasmosi è una zoonosi, ovvero una malattia che può essere trasmessa dagli animali, in particolare dai gatti all’uomo, per via diretta o indiretta. È causata da un parassita, noto come Toxoplasma gondii. Questo parassita può infettare infatti moltissimi animali, tra cui i mammiferi”.
Inoltre, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, la toxoplasmosi è causata da un microrganismo che vive e si sviluppa in modo complesso e diverso a seconda il soggetto che lo ospita. La malattia può infettare mammiferi, uccelli, rettili e molluschi ma la cosa più allarmante è che si trasmette attraverso l’alimentazione con carne infetta, con la contaminazione di feci di gatto, con il terriccio e le piante. Per questo è facile contrarla nei casi in cui non si lavino bene le mani, dopo essere entrate in contatto con tali elementi. Ma se i sintomi possono essere confusi con quelli di un’influenza o di un malessere passeggero, senza che poi lascino segni nella salute dell’ospite, quando la trasmissione della malattia avviene a carico di una donna in gravidanza, tutto cambia.
Toxoplasmosi: come si prende e quali sono i sintomi
“La malattia solitamente si contrae tramite l’assunzione di cibo contaminato, in particolare carne cruda o poco cotta di animali infetti (soprattutto maiale e agnello), insaccati, verdure crude e frutta fresca non lavate bene, contaminate da feci di gatto in cui è presente il parassita. Inoltre si trasmette anche attraverso il consumo di acqua contaminata, contatto con utensili da cucina contaminati o attraverso il contatto diretto con gatti infetti ed esposizione alle loro feci.
Nei soggetti sani, la malattia spesso non manifesta sintomi, ma in alcuni casi possono insorgere sintomi simili a quelli dell’influenza come mal di testa, febbre, dolori muscolari, linfonodi ingrossati, stanchezza cronica, mal di gola. I soggetti immunodepressi, come i pazienti affetti da HIV, trapiantati o sottoposti a trattamento chemioterapico, possono sviluppare complicanze più gravi, tra cui danni al sistema nervoso, ai reni, al fegato, alle ossa, infezioni polmonari, toxoplasmosi oculare”
I rischi in gravidanza
La malattia in gravidanza è particolarmente feroce in quanto l’infezione è in grado di attraversare la placenta, arrivando al bambino e provocando gravi malformazioni, l’aborto o la morte in utero. Per fortuna, sebbene non vi sia attualmente un vaccino, esiste una terapia in grado di curare l’infezione, purché presa al suo primo stadio. Con la terapia si è stimato che circa il 90% dei bambini con toxoplasmosi congenita nasce senza particolari fragilità, se non con piccole problematiche a carico dell’occhio e dell’encefalo.
I rischi per il bambino/bambina che nasca da una mamma con la toxoplasmosi sono gradualmente più lievi a seconda di quale mese stia attraversando la donna. Più gravi saranno i rischi se l’infezione arriva in un primissimo stadio, meno quando il feto è già in gran parte sviluppato. Ciò non esclude la grande attenzione che va tenuta alta e le necessarie veridiche approfondite sul bambino/a appena nato.
I rischi principali, a carico del feto, sono:
- aborto;
- idrocefalia;
- ritardo mentale;
- epilessia;
- cecità.
Si tratta di conseguenze estremamente gravi che possono essere evitate se la donna è estremamente attenta a casa ma anche fuori casa (si pensi ad esempio ai bar, ai ristoranti).
Come si cura e come si previene
“Particolarmente a rischio per l’infezione da Toxoplasma sono le donne in fase di gestazione, qualora si infettino per la prima volta durante la gravidanza, poiché il parassita può passare attraverso la placenta al feto, portando potenzialmente a conseguenze gravi, quali ritardo di crescita, malformazioni fisiche, ritardo mentale, parto prematuro, aborto. La gravità delle complicazioni dipende anche dall’epoca gestazionale in cui si contrae l’infezione. Infatti, i danni possono essere più gravi se l’infezione si contrae durante le prime settimane di gestazione.
Nel caso in cui la donna non abbia mai contratto la Toxoplasmosi prima della gravidanza, dovrà sottoporsi mensilmente ad un esame del sangue (toxo-test) che consente di rilevare nella donna l’eventuale presenza di anticorpi specifici contro il toxoplasma. Se la donna contrae la toxoplasmosi in gravidanza, deve sottoporsi immediatamente ad una terapia antibiotica, dietro indicazione del proprio ginecologo, che riduce il rischio di trasmissione al feto”.
Secondo uno studio europeo pubblicato sul British Medical Journal nel 2000, ed evidenziato dall’Istituto Superiore della Sanità, la causa principale di trasmissione della malattia è il consumo di carne poco cotta in misura pari dal 30% al 63%.
È dunque l’alimentazione il comportamento da tenere sotto occhio, cosa forse più complicata quando il pasto avviene fuori casa. Nei casi dubbi, quando ad esempio vengono maneggiati con gli stessi guanti alimenti diversi, quando a livello igienico il posto fa sorgere qualche perplessità, è meglio astenersi, e mangiare tra le mura domestiche.
Ma ciò non basta. Per prevenire la toxoplasmosi in gravidanza occorre anche lavarsi spesso le mani soprattutto dopo aver maneggiato la carne, la terra, gli orti, le verdure, la frutta, perché potenzialmente possono essere stati contaminati da animali infetti. Sulla stregua di quello che abbiamo imparato durante il Covid-19, è importante non toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi se le mani non sono perfettamente igienizzate.
Il gatto, in conclusione, parrebbe essere il grande assente fra le cause dell’infezione diretta purché si tratti di gatti domestici alimentati con prodotti in scatola e la cui lettiera sia cambiata tutti i giorni. Il problema serio rimane invece sui gatti randagi.