I nostri figli, piccoli e grandi, possono manifestare rabbia, frustrazione, con comportamenti aggressivi accompagnati da urla. Ma non solo, i nostri bambini possono urlare anche per altri motivi, le cause sono diverse a seconda dell’età e, per questo motivo, è importante capire come mai nostro figlio urli spesso, in modo da reagire nel modo più opportuno.
In questo articolo analizzeremo, in base all’età dei bambini, le cause delle urla che potrebbero sembrare immotivate, e quale strategie adottare per riportare la calma.
Indice
Primo anno di vita: perché urlano e cosa fare
Quando nostro figlio/a è ancora un piccolo fagottino le sue urla possono essere fonte di preoccupazione. Pensiamo alle primissime settimane di vita, ai primi mesi: non c’è genitore che possa giurare di non essersi trovato disorientato, spaventato, anche più di una volta, di fronte ad incessanti pianti ed urla, senza sapere cosa fare.
In quei momenti iniziali, c’è da aggiungere quanto noi mamme possiamo essere sotto pressione, e quanto possa essere stressante gestire alcune situazioni. Per questo è sempre importante avere un supporto, come ad esempio una doula, o chiedere aiuto ad esperti nei consultori più vicini, oltre che a parenti ed amici, se ci sentiamo troppo stanche e smarrite. Se nostro figlio molto piccolo urla, dobbiamo capire quali siano le cause per poter agire nel modo più adeguato.
Le 5 cause principali:
- Fame
- Stanchezza
- Pannolino
- Coliche
- Dentizione
Quando i bambini sono così piccoli, le cause per le quali sono spinti ad urlare sono identificabili in una necessità o in un malessere. È dunque importante osservare con attenzione quali siano i momenti della giornata durante i quali più spesso urla, cosa antecede o succede a quel momento, in modo da identificare la causa ed adeguare la nostra risposta.
Ad esempio, assicuriamoci spesso che il bambino sia asciutto, e che indossi capi morbidi del giusto peso, che non lo facciano sudare o non lo irritino. Culliamolo tenendolo a pancia in giù o ben avvolto nella fascia, durante il dolore delle colichette. Alleviamo, infine, i fastidi della dentizione con appositi oggetti da mettere in bocca, sulle gengive. E così via.
Età prescolare: cause e come reagire
Tra i due ed i cinque anni, tantissime sono le rivoluzioni alle quali i nostri figli/figlie sono soggetti. Lo vediamo fisicamente, in primis, e tanto avviene anche a livello emotivo e comunicativo. La maggioranza di loro avranno cominciato anche a fare esperienze scolastiche che se da un lato avranno dato ottimi stimoli di crescita, dall’altro potranno averli messi di fronte alle proprie emozione di frustrazione e di rabbia.
A livello comunicativo, i bambini crescono gradualmente e a volte il non essere capiti o non ascoltati con la giusta attenzione, potrebbe incidere sulla loro autostima. Un bambino poco osservato ed ascoltato a casa, nonostante i tanti tentativi di cui ha fatto esperienza, nei limiti delle proprie capacità, sarà un ragazzino e poi un adulto che si porterà dietro la convinzione della poca importanza di ciò che dice e di ciò che fa.
Le 5 cause principali:
- Stanchezza
- Frustrazione
- Richiesta di attenzione
- Stile di vita
- Circostanze familiari.
Ancora una volta, la stanchezza può far reagire i nostri figli con urla, battiti di piedi per terra, come anche la frustrazione di non riuscire in qualche compito affidato a casa o a scuola, può determinare tali azioni. Un bambino a cui non viene prestata la giusta attenzione, o quanto meno non quella di cui ha bisogno, può manifestare con eccessi d’ira, anche alzando la voce, il suo bisogno di essere ascoltato.
Anche lo stile di vita e le circostanze peculiari di un preciso momento familiare possono incidere sulle emozioni, con impulsi e sensazioni difficili da comprendere e da gestire. La nascita di un fratellino/sorellina che portano gli sguardi di mamma e papà verso un altro avvertito come avversario, ad esempio. Oppure, ritmi di vita troppo frenetici, genitori che, a loro volta, alzano la voce, portano con sé la possibilità che il bambino manifesti questo comportamento.
Dopo aver compreso il motivo, la nostra reazione dovrà essere adeguata non solo a gestire il singolo frangente ma soprattutto a lenire e a far cessare la causa. Un bambino che necessita di dormire di più, anche durante il pomeriggio; quello che avrà diritto a confrontarsi con compiti e giochi adatti alle sue competenze; quello che va ascoltato, seguito, supportato; quello che avrà bisogno di fare le cose più lentamente; infine quello al quale andrà spiegato il ruolo della sorellina appena arrivata. Tutti questi bambini, di fronte ad un’inversione di rotta della famiglia, o ad una comunicazione degli adulti più giusta, non dovranno più combattere per essere visti, o per essere aiutati, non proveranno più rabbia. Non urleranno più.
Cosa avviene in età scolare
Se è assai consueto vedere un bambino piccolo che si rotola a terra, urla, getta i giocattoli in aria, urlando, sino ai 4-5 anni, dopo è certamente più raro che tali comportamenti accadano. Anche se a volte facciamo fatica a calmare le urla dei piccoli, comprendiamo quanto il fatto di avere strumenti comunicativi limitati, li renda facili ad eccessi di rabbia o a urla. Invece, con l’ingresso a scuola ed in genere dai 5 anni di età, i piccoli sono in grado di parlare in modo compiuto, di attirare l’attenzione in modo adeguato ed anche le loro emozioni più difficili non passeranno più attraverso le urla.
Al contrario, qualora accada anche nei bimbi più grandi, le cause potrebbero essere:
- una situazione difficile
- il comportamento dei genitori.
Un bambino può ritrovarsi in una situazione per lui difficile, dolorosa, potenziale causa di stress. La relazione con un compagno, ad esempio, un contesto che gli mette paura, un fatto subito all’esterno, vissuto come un torto. In questi casi, cerchiamo un dialogo, per capire cosa provochi le emozioni che sottendono le urla. Parliamo con lui/lei in modo accogliente, in modo da costruire una rete di fiducia che sarà avvertita sempre come una protezione non giudicante Non critichiamo, non sminuiamo, non ridiamo di quello che ci racconta. Aiutiamolo, passo dopo passo, ad affrontare ciò che lo turba.
Ma le urla possono anche essere una risposta alle nostra di urla. Intese sia come tono di voce eccessivo che come modalità di redarguire o di “educare”. Chi vive in un ambiente nel quale fare la voce grossa è una forma di comunicazione, perché dovrebbe porsi in modo sereno, con voce pacata, quando vuole ottenere qualcosa, o avverte un bisogno, o vuole parlarci?
Poi, pensiamo ad un bambino che stia vivendo un divorzio nel quale la mamma ed il papà si urlano, si rapportano male fra loro, parlando male l’uno dell’altro, con il figlio. Il piccolo potrebbe manifestare il suo dolore, la confusione che prova, urlando, agendo con comportamenti aggressivi.
A volte, non è facile guardarsi dall’esterno, ma dovremmo farlo il più possibile, perché non è raro che la risposta a certi comportamenti sia accanto a noi. Ancora una volta, non giudichiamoci, cerchiamo di non sentirci in colpa, ma cambiamo qualche pezzetto del nostro modo di agire, che possa essere causa di reazioni comprensibili caratterizzate da parecchi decibel sopra la media consentita! Non ci nascondiamo dietro alla parola capriccio, ma andiamo a fondo con lucidità a serenità, per il bene del nostro bambino e della nostra bambina.