Forzare un bimbo a dare un bacio gli insegna a mentire sui suoi sentimenti

Costringere il bambino a dare baci e abbracci è un comportamento sbagliato: ecco i rischi che comporta

Quante volte, da mamme, abbiamo chiesto al nostro bambino di dare un bacio alla nonna, allo zio o ad una nostra amica? Quante volte, col piccolo tra le braccia, ci siamo trovate ad “affrontare” quelle richieste d’affetto? Con ogni probabilità, in buona fede avremo chiesto al nostro bimbo di darlo quel bacetto, di abbracciare la nonna o di fare ua carezza al cuginetto. Niente di più sbagliato: gli esperti parlano di “affetto forzato“, ed evitarlo è importante.

Sebbene i più ritengano che costringere il bambino a manifestare il suo affetto lo spinga a mentire sui suoi sentimenti, o a manipolare gli altri, c’è ben altro. Tra le conseguenze dell’affetto forzato, vi è un insegnamento decisamente negativo: obbligando il proprio figlio a dimostrarsi affettuoso quando non vuole, gli si lancia il messaggio che non è lui il padrone del suo corpo, e che un estraneo può forzarlo a fare una cosa che non gli va di fare. Una conseguenza, questa, che può influenzare in modo importante le sue relazioni future, soprattutto i rapporti adolescenziali.

Sebbene sia considerato un gesto innocente, costringere un bimbo a dare un bacetto significa violare la sua comfort zone, e gli si causa un disagio, in quanto può pensare che – quello spazio – possa essere violato da chiunque. Lo ha spiegato all CNN una psicologa infantile di fama, nel suo articolo “Non sono padrone del corpo di mio figlio”: toccare un bambino che non vuole essere toccato è sbagliato, anche se a farlo è un membro della famiglia. I baci e gli abbracci sono solamente suoi, ed è lui a dover decidere a chi e quando darli. Mamma e papà, e gli adulti in generale, devono rispettare la scelta del piccolo, perché – anche in tenerissima età – deve poter scegliere come utilizzare il suo corpo e a chi concedere il suo affetto.

Cosa fare quindi se il bambino non vuole dare il classico bacio alla nonna? Semplicemente, non bisogna obbligarlo. E non bisogna aver paura di chiedere agli adulti di non infastidirlo, e di rispettare la sua volontà. È importante che il bimbo capisca che è lui padrone del suo corpo, che è lui a scegliere a chi manifestare il suo affetto. E che nessuno può obbligarlo a dare un bacio o un abbraccio. Al tempo stesso, bisognerà spiegare al familiare “rifiutato” che il bambino non ce l’ha con lui, e che gli vuole bene anche se non si dimostra affettuoso. Magari, se il piccolo ha già un paio d’anni, si può invitarlo a salutare con una stretta di mano, oppure con un cinque. Perché non ha niente a vedere con l’anefettività, il rifiuto di un bacio da parte di un piccino.