“Non fateci gli auguri”. È così che Michela Murgia, scrittrice sarda di raro talento, ha deciso di annunciare il suo matrimonio con Lorenzo Terenzi. Un evento a un passo dalla fine, come lei stessa ha dichiarato, per vedersi riconosciuti dei diritti altrimenti inesistenti in assenza di matrimonio. In queste ore in cui è circolato il video del rito civile, celebrato a casa, ci siamo chiesti cosa significasse in articulo mortis, la locuzione latina che è stata utilizzata per definire queste nozze.
“In articulo mortis”, le nozze di Michela Murgia
La locuzione è presa dal frasario ecclesiastico e significa letteralmente in punto di morte. Indica quindi un’azione compiuta da una persona in serio pericolo di vita o proprio sul letto di morte. In ambito giuridico definisce invece le parole non più confutabili di una persona sul punto di andarsene. Si spiega così più facilmente il “controvoglia” indicato dagli sposi subito dopo il rito, che avrebbero celebrato solo per il riconoscimento dei giusti diritti.
Il rito è disciplinato dall’Articolo 101 del Codice Civile (R.D. 16 marzo 1942, n. 262) che recita: “Nel caso di imminente pericolo di vita di uno degli sposi, l’ufficiale dello stato civile del luogo può procedere alla celebrazione del matrimonio senza pubblicazione e senza l’assenso al matrimonio, se questo è richiesto, purché gli sposi prima giurino che non esistono tra loro impedimenti non suscettibili di dispensa. L’ufficiale dello stato civile dichiara nell’atto di matrimonio il modo con cui ha accertato l’imminente pericolo di vita”.
Può essere infatti richiesto nei casi in cui il pericolo di ritardo della celebrazione potrebbe pregiudicare la realizzabilità del matrimonio, in particolare quando lo stadio della malattia sarebbe talmente avanzato da rendere imminente la scomparsa del soggetto. Michela Murgia aveva dichiarato di aver deciso di sposarsi nella lunga intervista a Corriere della Sera in cui aveva rivelato di avere un tumore al quarto stadio con metastasi ormai diffuse anche a livello cerebrale.
L’annuncio del matrimonio su Instagram
Le nozze sono state celebrate in casa: “Qualche giorno fa io e Lorenzo ci siamo sposat3 civilmente. Lo abbiamo fatto “in articulo mortis” perché ogni giorno c’è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall’ospedale e ormai non diamo più niente per scontato. Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo”.
Niente auguri, poiché questo è un atto che Michela Murgia ancora rifugge. In queste settimane, in cui ci ha accompagnato nel suo ultimo tempo, abbiamo imparato a conoscere la sua famiglia queer. I padri e le madri di anima, il suo mari – uno stagno tanto grande da non avere confini – e il coraggio di utilizzare la parola morte senza avere paura di quello che ci sarà dopo. Per chi resta. I giorni che rimangono sono dedicati alla sua famiglia, che nel grande giardino della loro casa ricorderà le promesse che si sono fatti per sempre.