Aveva da poco compiuto 27 anni, Rosa Scafa, quando con audacia e determinazione scelse di intraprendere una strada che non avrebbe mai più lasciato, quella di indossare la divisa, sul corpo e nel cuore. Lei, la prima donna italiana a entrare in polizia, ha il merito di aver scritto un pezzo della storia del nostro Paese, diventando simbolo e ispirazione delle future generazioni.
Chi era Rosa Scafa
Classe 1925, Rosa Scafa è nata a Vibo Valentia ma ha trascorso gli anni della sua giovinezza a Trieste, dove la famiglia era emigrata. Era un periodo, quello, dove le donne non avevano ancora uno spazio nella società. Difficile, per loro, anche trovare un lavoro. Rosa lo sapeva così decise di prendere parte ai primi corsi della polizia femminile proposti dal governo militare alleato. Una decisione insolita, la sua, visto che fino a quel momento nel Paese mai nessuna donna aveva indossato la divisa.
Iniziò così a muovere i primi passi in un nuovo mondo, era il 1951. Non era sola, Rosa, ma con lei c’erano altre 22 ragazze che poi divennero le sue colleghe. Eppure la Scafa ricevette per prima l’investitura di poliziotta diventando così la prima agente donna in Italia.
Il suo primo compito, all’età di 27 anni, fu quello di tutelare i minori e garantire sicurezza e controlli medici alle prostitute. Rosa aveva scelto quel lavoro per fuggire dalla povertà imperante nel Paese nell’immediato dopoguerra, ma in quel ruolo trovò molto presto una sorta di vocazione. Aiutare le donne e i bambini, e supportare le persone di ogni età e proveniente, divenne per lei una ragione di vita.
Nel 1960, dopo anni di lavoro, a Rosa Scafa fu offerto di diventare un’impiegata civile, ma lei non accettò. Era ormai una poliziotta e lo sarebbe stata per sempre.
La prima donna italiana in divisa
La divisa, Rosa, non l’ha mai abbandonata, almeno fino al pensionamento avvenuto nel 1985 per il raggiungimento del limite di età. Sono stati 33, in totale, gli anni di servizio della Scafa. Prima nella polizia civile di Trieste, poi in quella femminile e infine, dal 1981, nella Polizia di Stato.
Nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi ruoli, ha affrontato situazioni difficili ma non si è mai tirata indietro. Nella città di Trieste, e poi nel resto d’Italia, era diventata un’istituzione, simbolo di coraggio, gentilezza ed empatia. “Mi impegnavo soprattutto nel sociale” – ha dichiarato Rosa in un’intervista concessa ad Agi nel 2020 – “Mi occupavo dei minori, della situazione dei dipendenti in servizio, dei loro familiari, degli orfani. Erano tempi un po’ difficili”.
Ma nonostante le difficoltà di quella lunga vita in polizia, iniziata per necessità, la prima donna in divisa non ha mai pensato di lasciare il suo lavoro. E alla domanda “Come è stata la sua vita”, lei ha risposto “Bellissima, perché ero innamorata del mio lavoro” (Agi).
Nel 2010, in occasione del 50esimo anniversario dell’ingresso delle donne in Polizia, ha ricevuto l’Onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana.
Rosa Scafa è morta all’età di 98 anni l’11 settembre del 2023. A ricordarla, con affetto e ammirazione, i cittadini di Trieste, quelli di tutta Italia e la Polizia di Stato: “Quella uniforme, nel suo animo non se l’era mai tolta. Oggi ci ha lasciato una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia”.