Dopo anni di studio, esami, notti insonni sui libri e mille sacrifici, il momento della laurea è finalmente arrivato. Ma insieme alla soddisfazione, c’è anche una domanda che attanaglia molti studenti: quanto influirà il voto finale sul mio futuro? È davvero così importante avere un 110 e lode, oppure il voto è solo un numero e quello che conta davvero è altro?
La paura di non essere abbastanza competitivi nel mercato del lavoro a causa di un voto non eccellente è comune tra i neolaureati. Molti pensano che un punteggio più basso possa precludere opportunità importanti o rendere più difficile l’ingresso nel mondo professionale.
La verità, però, è che l’importanza del voto di laurea dipende da molti fattori, tra cui il settore lavorativo, il percorso che si vuole intraprendere e, soprattutto, le competenze che si riescono a dimostrare. In alcuni contesti, un voto alto può fare la differenza, mentre in altri conta molto di più l’esperienza pratica e la personalità.
Se anche tu ti stai chiedendo se il tuo voto di laurea sarà determinante per il tuo futuro, vediamo insieme quando può avere un peso e quando, invece, non sarà il fattore decisivo per la tua carriera.
Indice
Quando il voto di laurea conta davvero?
Nonostante il dibattito sull’effettiva utilità del voto di laurea, ci sono situazioni in cui il punteggio finale può fare la differenza. Uno dei casi più evidenti è quello dei concorsi pubblici. Infatti, in alcuni settori della pubblica amministrazione, il voto è un criterio di selezione e contribuisce al punteggio finale della graduatoria. In questi contesti, avere una votazione alta può effettivamente rappresentare un vantaggio.
Anche per chi vuole proseguire gli studi con un master o un dottorato, il voto di laurea può essere un elemento importante. Alcuni master richiedono un punteggio minimo per l’ammissione e, in generale, per le selezioni dei programmi post-universitari più prestigiosi, una media alta è spesso considerata un segnale di serietà accademica.
In alcuni settori specifici, come la consulenza strategica, le multinazionali o le aziende di alto livello, il voto può rappresentare una prima scrematura nei processi di selezione. Alcune società, soprattutto nei settori finanziari e legali, tengono conto del punteggio finale per identificare i candidati più brillanti, anche se poi l’esperienza lavorativa e le soft skills restano elementi fondamentali per essere assunti.
Se il tuo obiettivo è accedere a una di queste carriere, allora un voto alto potrebbe darti un vantaggio iniziale. Tuttavia, anche in questi casi, una buona preparazione, uno stage rilevante o una certificazione specifica possono bilanciare un punteggio meno brillante.
Quando il voto di laurea conta meno (o per niente)
Se è vero che in alcuni ambiti il voto può avere un certo peso, in molti altri settori non è affatto un requisito fondamentale. La maggior parte delle aziende, infatti, non valuta un candidato solo in base al voto di laurea, ma guarda a un insieme di fattori molto più importanti, come le competenze pratiche, l’esperienza lavorativa e la capacità di adattarsi a un ambiente dinamico.
Molti recruiter affermano che, nei colloqui di lavoro, il voto viene considerato solo marginalmente e che, invece, ciò che conta davvero è il modo in cui il candidato si presenta e le competenze che dimostra di possedere. Un laureato con un voto eccellente ma senza esperienza lavorativa, senza stage o senza progetti personali potrebbe trovarsi in difficoltà rispetto a chi, pur avendo un punteggio più basso, ha sviluppato competenze pratiche utili al ruolo per cui si sta candidando.
Il settore creativo, per esempio, è uno di quelli in cui il voto di laurea ha pochissimo impatto. Un aspirante graphic designer, copywriter o social media manager verrà valutato in base al suo portfolio, alle sue esperienze e alla capacità di creare contenuti di qualità. Lo stesso vale per le startup e per le aziende più dinamiche, che spesso preferiscono candidati con esperienze reali piuttosto che un semplice numero sul diploma di laurea.
Anche nel settore tecnologico, dove la domanda di professionisti è alta, il voto di laurea è raramente un criterio di selezione primario. Le aziende cercano sviluppatori, data analyst e specialisti IT in base alle loro competenze tecniche e alla loro capacità di risolvere problemi reali, piuttosto che al punteggio ottenuto all’università.
Cosa guardano davvero le aziende?
Oltre al voto di laurea, le aziende valutano altri aspetti che possono fare la differenza in fase di selezione. L’esperienza lavorativa è uno degli elementi più importanti: stage, tirocini e lavori part-time dimostrano che il candidato ha già avuto un primo contatto con il mondo del lavoro e che ha sviluppato competenze pratiche.
Le competenze tecniche e digitali sono sempre più richieste e spesso pesano molto di più di un voto alto. Saper utilizzare determinati software, conoscere una lingua straniera o avere certificazioni specifiche può rendere un candidato molto più interessante per un datore di lavoro.
Anche le soft skills giocano un ruolo fondamentale. Capacità di problem solving, lavoro di squadra, adattabilità e gestione del tempo sono qualità che le aziende cercano in un candidato, spesso più di un voto alto. Inoltre, avere progetti personali, come un blog, un portfolio o esperienze di volontariato, può essere un punto a favore nel CV.
In altre parole, il voto di laurea è solo un tassello di un quadro molto più ampio, in cui la preparazione pratica, le esperienze e le competenze trasversali contano spesso molto di più.
Voto basso? Ecco come compensarlo
Se il tuo voto di laurea non è particolarmente alto, non significa che il tuo futuro professionale sia compromesso. Ci sono molte strategie per compensare un punteggio basso e rendere comunque il tuo profilo competitivo.
Un’ottima strategia è investire nella formazione extra-universitaria. Seguire corsi online, ottenere certificazioni specifiche e ampliare le proprie competenze tecniche può fare una grande differenza. Le piattaforme di e-learning offrono tantissime opportunità per specializzarsi in settori in crescita e migliorare il proprio curriculum.
Anche accumulare esperienza lavorativa, tramite stage o tirocini, può bilanciare un voto non eccellente. Molte aziende guardano prima di tutto all’esperienza pratica, quindi iniziare a lavorare in un ambiente professionale il prima possibile può essere una scelta vincente.
Un altro aspetto fondamentale è costruire una rete di contatti. Il networking è spesso la chiave per accedere a opportunità di lavoro interessanti, quindi partecipare a eventi, conferenze e fiere del settore può aiutarti a entrare in contatto con professionisti e aziende.
Infine, se il tuo voto non è particolarmente alto, impara a raccontare la tua storia nel modo giusto. Durante i colloqui, concentrati sulle esperienze che ti hanno fatto crescere, sulle competenze che hai acquisito e su come hai affrontato le difficoltà. Un buon candidato non è solo un numero, ma una persona con capacità, ambizioni e determinazione.