Nomi che diventano leggenda, imprese sportive che diventano indimenticabili, goal che ancora oggi sono guardati con un misto di soggezione e meraviglia. Pelè, O Rei, Perla Nera, Calciatore del Secolo: tanti soprannomi e titoli per un uomo che è il calcio, che è diventato lo sportivo da ammirare per tutti quei ragazzini che crescono con la palla tra i piedi e nella testa il sogno delle partite che contano.
Ha vinto tutto ciò che si poteva vincere, comprese tre edizioni dei Mondiali con la maglia del Brasile, e ha dimostrato di essere uno di quegli atleti che mettono cuore, mente e talento in ciò che fanno senza mai perdere un colpo: veloce, micidiale con i suoi tiri, capace di giocare a centrocampo, ma anche in attacco, è stato un giocatore versatile, di talento e straordinario. Il migliore di tutti i tempi.
La vita, la carriera, i successi e gli amori di Pelè.
Indice
La vita di Pelè
Tanti soprannomi, ma un solo campione: Pelè, all’anagrafe era Edson Arantes do Nascimento ed è nato il 23 ottobre del 1940 da papà ex calciatore (Dondinho) e mamma Maria Celeste Arantes: primo di tre, aveva un fratello Jair, che ha seguito le sue stesse orme calcistiche, e una sorella Maria Lucia. Una famiglia umile tanto che il futuro campione guadagnava qualcosa facendo il lustrascarpe. Ma non solo, perché come pallone – non potendone acquistare uno – usava calzini o stracci legati tra loro.
Giovane ma già con qul talento che spinge e che ne segnerà il destino e tutta la futura carriera. Sempre in questo periodo gli è stato affibbiato il nomignolo di Pelè e ha iniziato a giocare a calcio con il Bauru.
A 15 anni la svolta: ha fatto un provino per il Santos e dove ha poi militato per un anno nelle giovanili prima di passare alla prima squadra. Ed è questo l’inizio di una storia incredibile: quella di un giovanissimo e talentuoso calciatore che ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo sport.
Dopo, infatti, è un susseguirsi di successi: la convocazione – solamente dieci mesi dopo – in Nazionale, i vari tentativi da parte di squadre europee di averlo nella loro rosa dei loro calciatori (ma il Brasile per impedirlo lo aveva dichiarato “Tesoro nazionale”) e, soprattutto, i goal: tanti, incredibili, alcuni di questi hanno addirittura ottenuto un nome o una targa per essere ricordati. Come O Milèsimo, ovvero la millesima volta che ha segnato (il 19 novembre del 1969).
È nel 1974 che O Rei, la maglia numero 10, ha deciso di smettere di giocare, dopo averlo fatto per ben 19 stagioni sempre con la stessa squadra: il Santos. Ma in realtà, poi, è tornato nuovamente in campo ancora per un paio di anni, dopo essere stato ingaggiato dai New York Cosmos. L’ultima partita della sua carriera è stata profondamente simbolica: un’amichevole tra Cosmos e Santos, datata 1 ottobre 1977, che lo ha visto giocare un tempo in ogni squadra. Con la Nazionale ha vinto tre mondiali.
Pelè dopo il calcio
Appese le scarpette al chiodo, come si suol dire, Pelè non ha continuato a lavorare nel mondo del calcio ma ha sperimentato tantissimi progetti diversi: dalle autobiografie, ai documentari, senza dimenticare la musica componendo brandi musicali. E poi il cinema, con la partecipazione alla pellicola Fuga per la vittoria.
Ha anche ricoperto alcune cariche: per le Nazioni Unite, per l’Unesco, ma anche come ministro straordinario per lo sport.
È solamente nel 2002 che è tornato a dedicarsi al calcio, prima con il ruolo di talent scout per il Fulham e poi con altre nomine, compresi gli impegni con la Fifa.
La morte del campione
Dopo un ricovero di circa un mese il 29 dicembre del 2022 Pelè muore a San Paolo, le sue condizioni di salute erano precarie da qualche tempo. Su Instagram la figlia Kely aveva pubblicato una foto di tutte le loro mani unite aggiungendo una dedica piena d’amore per il suo papà: “Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace”.
Il Brasile lo ha salutato con una veglia funebre nello stadio Vila Belmiro a Santos e poi con una processione per le strade della città. La tumulazione, invece, è avvenuta in forma privata. Sono state oltre 230mila le persone che hanno partecipato.
Gli amori e i figli
Tre mogli, sette figli: la vita sentimentale di Pelè è stata ricca e segnata da diverse relazioni. A partire dalla prima donna che ha sposato, Rosemeri dos Reis Cholbi. I due si sono conosciuti da giovani e sono stati una coppia per ben 16 anni, dal 1966 al 1982, dalla loro relazione sono nati tre figli: Kely, Edinho, Jennifer.
È nel 1994 che O Rei si è nuovamente sposato, questa volta con Assiria Seixas Lemos: da questa unione – durata fino al 2008 – sono nati i gemelli Joshua e Celeste. Terze e ultime nozze della sua vita quelle nel 2016 con Marcia Cibele Aoki, ma la loro storia d’amore è durata più a lungo in quanto, prima di dirsi sì, sono stati fidanzati sei anni.
Due figli sono nati fuori dal matrimonio. Sandra Machado, mancata nel 2007 e nata dalla domestica Anizia Machado: il suo rapporto di parentela con Pelè era stato stabilito dopo una battaglia legale con tanto di test del DNA. E, poi, Flávia Christina Kurtz Nascimento, ultima erede di O Rei, nata dalla giornalista Lenita Kurtz.
A seguire le orme del papà è stato Edinho, che ha giocato come professionista per alcuni anni, pare che anche Joshua abbia fatto lo stesso per qualche tempo. E poi Kely: il suo lavoro è legato alla diplomazia sportiva e di sport per lo sviluppo, l’equità e la pace.
I record di Pelè e l’impegno
Un uomo dei record, un campione incredibile, un calciatore a cui tantissimi giovani si ispirano ancora oggi con il sogno di poter seguire le sue orme: Pelè ha fatto incetta di primati nel corso della sua lunga carriera. Tra i tanti il record, quello che gli ha assegnato la Fifa per il maggior numero di reti segnate in assoluto durante la carriera che ammonterebbero a 1281 goal, di cui 757 accreditati.
Un atleta che ha lasciato il segno e che verrà ricordato per sempre nella storia del calcio. Ma anche che ha saputo impegnarsi nel sociale e, in modo particolare, contro la droga ma anche discriminazioni sessuali e razziali sia nel mondo dello sport che fuori.
Un campione, un uomo e un simbolo: tutto questo era Edson Arantes do Nascimento, Pelè.