L’impegno sociale, quello ambientale e poi le parole, tante, che ha regalato al mondo sotto forma di storie bellissime, capaci di essere delicate come le piume e al tempo stesso intense e potenti.
Nato in Cile, ma viaggiatore del mondo, Luis Sepulveda è stato un grande narratore, di quelli che lasciano un segno prezioso nel mondo: da Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, libro culto, a La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare, passando dagli articoli di giornale e dalla regia.
Ma anche un uomo che si è speso con ardore e generosità per le cause in cui credeva, che è sempre stato fedele a sé stesso e che ci ha lasciato troppo presto. La vita, le opere, le battaglie e gli amori di Luis Sepulveda.
Indice
Luis Sepulveda, la biografia dello scrittore
Viaggiatore del mondo, creativo nell’anima, impegnato in tante battaglie: Luis Sepulveda era anche questo ma molto di più. Impossibile pensare di racchiudere in poche parole tutto ciò che il regista, scrittore e attivista cileno è stato in vita e che continua a essere, perché fa parte di quel gruppo di persone la cui eredità echeggerà in eterno nelle opere che ci ha lasciato.
Nasce nel 1949 a Ovalle il 4 ottobre e nasce in una famiglia impegnata politicamente. Basti pensare che il nonno era un anarchico spagnolo fuggito in America del Sud a causa di una condanna. E che lo scrittore, invece, è nato in una camera d’albergo mentre erano i suoi stessi genitori a scappare a seguito di una denuncia.
Nato in un hotel, cresciuto a Valparaiso, è stato cresciuto a politica e libri, risalgono a quegli anni le letture di romanzi di avventura di autori come Cervantes e Salgari, ma del resto la scrittura faceva già parte di lui che a scuola si dilettava con il giornalino. Un’ascesa incredibile che lo vede a 17 anni diventare redattore e nel 1969 vincere un premio per dei racconti e una borsa di studio per un’università a Mosca.
Sono anche anni di impegno politico, di attivismo che lo portano a 15 anni a iscriversi alla Gioventù comunista da cui in seguito è stato espulso. Ma sono anche anni di viaggi: dalla Russia, il ritorno in Cile e poi la Bolivia dove entra nell’Esercito di Liberazione Nazionale. E ancora il diploma di regista teatro, preso in patria, e i lavori di scrittura.
Prima di parlare del grandissimo impegno politico che ha segnato tutta la sua vita, ripercorriamo quella che è stata la sua esistenza di scrittore. Un momento importante del suo percorso professionale è datato 1989 quando pubblica il libro che gli regala la notorietà internazionale: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore. Un successo planetario che viene trasposto anche al cinema.
Poi si possono ricordare Il mondo alla fine del mondo del 1991, Patagonia express. Appunti dal sud del mondo del 1995, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare del 1996, solo per citare alcuni titoli celebri nati dalla penna dello scrittore.
L’ultimo libro che porta la firma di Luis Sepulveda è Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, pubblicato nel 2018.
L’impegno politico di Luis Sepulveda
E se Sepulveda è stato un grande autore, lo stesso si può dire anche del suo impegno sul fronte attivismo che lo ha portato a vivere davvero intensamente.
Facciamo un passo indietro e torniamo al suo ritorno in Cile, dopo l’esperienza in Bolivia. È in quel periodo che si iscrive al Partito Socialista e entra a far parte della guardia personale di Salvador Allende: Presidente, parente di Isabel Allende (all’epoca molto giovane) e strettamente legato anche un altro grande nome della letteratura mondiale (e della politica) del periodo: Pablo Neruda.
Quando avviene il colpo di Stato per mano di Pinochet, Sepulveda viene arrestato e trascorre i successivi sette mesi in una cella di piccolissime dimensioni; è solo grazie all’intervento di Amnesty International che riesce a uscire. Ma la prigionia non lo ferma e per questa ragione viene nuovamente processato, l’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani riesce a fargli scampare l’ergastolo che si trasforma in otto anni di esilio.
Da quel momento inizia un’altra vita per lo scrittore che, invece di andare in Svezia dove lo attendono per l’asilo politico, scappa a Buenos Aires e inizia un viaggio che lo porta a toccare diversi paesi del Sud America fino a raggiungere l’Ecuador. È qui che prende parte a una spedizione che instilla il germe del capolavoro letterario che lo rende celebre in tutto il mondo: vive per sette mesi con gli indios.
Nel 1979 va a vivere ad Amburgo, poi in Francia dove prende la nazionalità. Nel frattempo, fa il giornalista viaggiando in giro per il mondo e dal 1982 ha collaborato con Greenpeace. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi in Spagna. Alla scrittura ha affiancato la regia.
La morte di Luis Sepulveda
Luis Sepulveda muore il 16 aprile del 2020, dopo aver contratto il Covid – 19, un durissimo colpo per il mondo della cultura mondiale. Un colpo ancora più doloroso per tutti coloro che ne hanno amato la penna, capace di emozionare intere generazioni in ogni parte del globo.
Gli amori di Luis Sepulveda
La storia di Luis Sepulveda è fatta anche di amori potenti, di quelli che lasciano il segno. Il primo con Carmen Yáñez, poetessa. È il 1971 e i due si sposano e hanno un figlio Yáñez. Ma la vita è fatta anche di eventi che non si possono controllare e il regime di Pinochet li vede entrambi incarcerati e poi costretti a una vita da esule e distanti.
Un altro amore di Sepulveda è stato quello che incontra in Ecuador e sposa ad Amburgo: Margarita Seven, tre i figli avuti con lei. Ma ci sono legami che riescono a superare il tempo e Luis e Carmen, Lucho e Pelusa, si incontrano in Svezia e quella fiamma si riaccende. E non si spegne più.
Carmen ha raccontato come era lui in un’intervista rilasciata ad Avvenire: “Come appariva in pubblico. Un uomo generoso e coerente. Disposto a pagare in prima persona per restare fedele ai propri valori. Un individuo innamorato della vita, appassionato della giustizia, capace di enorme solidarietà”.