Quando Joe Biden ha sorpreso tutti annunciando il suo ritiro dalla corsa presidenziale, la scena politica statunitense ha subito un brusco scossone. Improvvisamente, Kamala Harris si è ritrovata sotto i riflettori, con gli occhi del mondo puntati su di lei come possibile erede di Biden nella corsa alla Casa Bianca.
E mentre a Washington i telefoni impazzivano e le discussioni si accendevano tra analisti e politici, c’era una persona che, in tutta questa agitazione, se la stava godendo in totale relax: Doug Emhoff. Sotto il sole di Los Angeles, tra una sessione di SoulCycle e un caffè con gli amici, Doug era beatamente inconsapevole della tempesta politica che si stava scatenando. Il suo telefono, abbandonato in macchina, non era certo tra le sue priorità quel giorno.
Viene solitamente descritto dai media statunitensi come un compagno affettuoso, un padre premuroso e un sostenitore attivo delle cause sociali, che ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo come primo “Second Gentleman” degli Stati Uniti quando Kamala Harris era Vicepresidente. Ma cosa succederà se dovesse diventare il marito della prima donna presidente degli Usa?
Doug Emhoff, il compagno che c’è ma non si vede
Ma chi è davvero Doug Emhoff? Molti lo vedono semplicemente come il “marito di Kamala”, sempre presente ma mai invadente, al suo fianco ma senza mai oscurarla. Sembra però che ci sia molto di più dietro quella figura serena e pacata. La sua storia con Kamala Harris nasce da un incontro organizzato nel 2013. Un appuntamento al buio, orchestrato da un’amica comune, Chrisette Hudlin, che ha pensato bene di far incontrare Doug, avvocato divorziato e padre di due figli, con Kamala, all’epoca procuratore generale della California. Nessuno dei due probabilmente immaginava che da quel primo incontro sarebbe sbocciata una delle coppie più seguite della politica americana. Un anno dopo, erano già marito e moglie, uniti non solo dall’amore, ma anche dalla condivisione di valori profondi.
La loro relazione si è consolidata nel tempo, non solo come coppia ma come famiglia. Kamala ha saputo inserirsi con naturalezza nella vita di Doug, diventando una figura materna per i suoi figli, Cole ed Ella. Aneddoti come il fatto che Kamala ha officiato il matrimonio del figlio Cole sono la prova di quanto sia forte il legame tra di loro. Doug, con il suo spirito leggero e il suo inconfondibile senso dell’umorismo, è riuscito a costruire una solida alleanza con Kamala, sostenendola senza mai farle ombra. Un esempio è lo slogan scherzoso che aveva suggerito per la campagna elettorale della moglie: “Per il popolo. Il bacon è una spezia.” Eppure, al di là delle battute, il suo sostegno è sempre stato tangibile e autentico.
Un possibile “First Gentleman”? Doug è pronto
Ora che Kamala Harris si trova sulla strada per la Casa Bianca, si apre un capitolo tutto nuovo per Doug Emhoff, che potrebbe diventare il primo First Gentleman della storia degli Stati Uniti. Ma la sua esperienza da Second Gentleman, ruolo che ha rivestito con grande equilibrio negli ultimi anni, non solo lo ha preparato, ma suggerisce che è già pronto per questa sfida. Doug ha fatto del suo ruolo di SGOTUS (Second Gentleman of the United States) una vera e propria missione, dando il suo contributo.
Dopo aver messo da parte la sua brillante carriera legale da avvocato, Doug ha saputo reinventarsi, accettando il ruolo di professore ospite alla Georgetown University e impegnandosi in cause sociali e diplomatiche. Nonostante l’addio alla sua carriera di avvocato, Doug Emhoff non si è mai allontanato dall’azione pubblica, partecipando a eventi in cui ha promosso temi come l’equità lavorativa e l’accesso alla salute. La sua dedizione alle cause sociali e il suo impegno nel sostenere Kamala Harris lo hanno reso una figura importante non solo come consorte, ma anche come voce indipendente. Se dovesse diventare il marito della prima presidente donna degli Stati Uniti, con ogni probabilità continuerebbe tutte le attività che faceva mentre la Harris svolgeva il ruolo di Vicepresidente.
Un marito che scopre le notizie “in ritardo”
L’episodio del ritiro di Biden è emblematico del suo carattere tranquillo e distaccato dal caos della politica. Che non sia forse proprio questa la forza della coppia? Doug Emhoff, infatti, non era tra i primi a sapere che sua moglie stava per diventare l’antagonista di Donald Trump alla corsa presidenziale. Mentre la notizia faceva il giro dell’America, lui si godeva una tranquilla mattinata a West Hollywood, tra una pedalata e un caffè, lasciando il telefono in macchina. Quando finalmente si è accorto del fiume di messaggi e chiamate sul suo telefono, la sorpresa è stata grande, ma Doug, fedele al suo stile, ha affrontato la situazione con una risata e una telefonata a Kamala. “Sono qui per te, sai, penso di sapere cosa fare!” ha detto.
Doug Emhoff, un modello di mascolinità moderna
Doug non è solo un compagno affettuoso e un sostenitore discreto. La sua presenza pubblica ha portato una ventata di freschezza nell’immagine del marito di una politica di alto profilo. Con il suo atteggiamento empatico e il suo impegno verso la famiglia, Emhoff rappresenta un nuovo modello di mascolinità, in cui la forza non si misura solo nel successo personale, ma nella capacità di sostenere e supportare le persone care. Durante un discorso recente, ha dichiarato: “Gli uomini devono sostenere le donne”, sottolineando come il suo ruolo al fianco di Kamala Harris sia un esempio di come la mascolinità moderna debba essere orientata all’uguaglianza, all’amore e alla dedizione verso la famiglia.
Oltre a questo, Doug ha saputo portare avanti discorsi importanti su temi che vanno al di là della politica spicciola. Per esempio, durante una visita a una clinica fuori Washington, ha parlato apertamente delle difficoltà che le donne affrontano oggi per vedere tutelati i loro diritti, diventando una delle prime voci a sostenere pubblicamente la campagna della moglie su questo tema.
Un futuro promettente per il probabile nuovo “First Gentleman”
Se la storia dovesse prendere la piega giusta per i Democratici, Doug Emhoff potrebbe presto diventare il primo “First Gentleman” degli Stati Uniti, un cambiamento che affronterà con lo stesso entusiasmo con cui ha vissuto il ruolo di “Second Gentleman”.
Non importa quale sarà il suo titolo ufficiale – SGOTUS o FGOTUS – Doug Emhoff ha già dimostrato di avere le qualità giuste per affrontare qualsiasi sfida.